GROTTERIA (RC) - Castello normanno
I suoi ruderi sono posti nel punto più alto del centro abitato di Grotteria, in posizione dominante sulla Vallata del Torbido. Il complesso, che occupa una vasta area, ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni nei secoli, ma presumibilmente fu costruito in periodo normanno su una su una preesistente struttura forse di origine bizantina. Il maniero nacque come fortezza e non come abitazione. Nelle mura, infatti, sono ancora visibili fessure dalle quali si sorvegliavano costantemente le zone sottostanti. Del castello rimangono parte delle mura perimetrali, i resti di due torri (una a nord del castello a forma circolare e l’altra a metà delle mura a forma semicircolare), il mastio, anch'esso a pianta circolare, la cisterna idrica e un portale in granito semidistrutto (ad arco a tutto sesto - la chiave di volta e tutta la parte superiore sono crollati nel 1985 - ed era composto da pietre squadrate di pietra granitica e molto probabilmente in origine era dotato di un ponte levatoio). Il paese risulta fortificato e cinto da mura già nel 1100, sotto Federico II (periodo Normanno). Nel periodo Angioino (XIII sec.) la politica principale che venne seguita fu quella volta alla costruzione di importanti reti costiere di torri, questo serviva a mettere in comunicazione i centri dell’entroterra, come Grotteria, con la costa dove avvenivano gli sbarchi dei corsari. Troviamo conte di Grotteria nel 1283 Giovanni Ruffo di Calabria; nel 1296 l’ammiraglio Ruggero Di Lauria (poi conte di Mileto e Terranova); nel 1303 fu signore di Grotteria Raimondo Del Prato; dal 1313 al 1342 la famiglia aragonese De Luna; Antonio Caracciolo conte di Gerace nel 1363, passò in possesso della contea di Grotteria che per 92 anni rimase inserita nello stato feudale della contea di Gerace. Con privilegio di Re Alfonso I° d’Aragona del 1° gennaio 1458 divenne conte di Grotteria Marino Correale, il quale ottenne queste terre sottraendo i titoli ai Caracciolo, cioè dalla contea di Terranova. Vincenzo Carafa barone di Castelvetere e Roccella, il 18 ottobre 1496 ottenne in concessione da Re Federico, la baronia di Grotteria con le sue dipendenze, da conseguire dopo la morte di Marino Correale; nel 1576 la contea passò ad Alfonso d’Aragona De Ajerbe, già terzo ed ultimo conte di Simeri, barone di Brancaleone e Palizzi, che acquistò la terra di Grotteria per la somma di 50.000 ducati da Marcello Ruffo, insieme al diritto di ricomprare i casali di Mammola e Agnana in virtù della vendita fattagli. Il 5 febbraio 1783 un terremoto spaventoso sconvolse gran parte della Calabria Ultra, provocando migliaia di morti e devastazioni che cancellarono interi villaggi e paesi. Molti edifici importanti della zona andarono distrutti, come ad esempio la Cattedrale di Gerace; molte chiese e monasteri furono completamente rasi al suolo; così come molte case povere le quali si "sbriciolarono"; lo stesso castello di Grotteria fu definitivamente compromesso. Prima del suo definitivo abbandono, l'edificio era stato destinato a carcere ma già nell'Ottocento era ridotto a rudere. Nel 1952, durante l'anno mariano, di fronte a questo ingresso, è stato costruito un obelisco (alto circa 7 metri) con in alto la statua della Madonna Immacolata. A cavallo degli anni '70 e '80 erano stati preparati diversi progetti per il recupero dell'intero complesso, ma i lavori non furono mai approvati, per cui si rischia di perdere per sempre questo patrimonio storico-culturale, libro aperto e testimone del nostro passato. Al castello è legata una leggenda. Si racconta che tra i suoi ruderi sia nascosto un favoloso tesoro che nessuno è mai riuscito a trovare. Pare, infatti, che tutti coloro che ci hanno provato siano stati strangolati da lunghi serpenti, usciti improvvisamente dal terreno. Solo chi riesce a superare questa prova potrà impossessarsi del tesoro che è custodito da una gallina dalle uova d’oro. Beato chi ci crede.....
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