giovedì 2 febbraio 2012

Il castello di giovedì 2 febbraio



FIRENZE – Forte mediceo Belvedere

Noto anche col nome di Fortezza di Santa Maria in San Giorgio del Belvedere, è una delle due fortezze di Firenze, oltre a un celebre punto panoramico e pregevole opera architettonica della città.Fu realizzato tra il 1590 e il 1595 per volontà del Granduca Ferdinando I de' Medici, figlio di Cosimo I, secondo i disegni dell'architetto Bernardo Buontalenti e di don Giovanni de’ Medici. La Fortezza fu costruita sul bastione situato accanto alla Porta San Giorgio. Al contrario della Fortezza da Basso, la cui costruzione fu iniziata in un momento storico nel quale i Medici, appena ritornati in città dopo l'ultima cacciata e dopo il lungo assedio di Firenze del 1529, volevano innanzi tutto difendersi dalle spinte repubblicane della città stessa, aveva in realtà molteplici scopi: proteggere la sede del governo, Palazzo Pitti, proteggere la zona sud della città e più in generale tutto l'Oltrarno, dimostrare con la sua maestosità tutta la potenza Medicea e infine garantire un rifugio per il Granduca anche da eventuali sommosse: la fortezza rappresentava infatti l'ultima tappa del Corridoio Vasariano che collegava Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti con un percorso sospeso, via Boboli, tramite un suggestivo intreccio di passaggi, appartamenti, corridoi, ponti e giardini. Della casata medicea il castello celava anche il tesoro, custodito in un nascondiglio segreto ricavato nella collina in fondo ad un profondo pozzo all'interno della palazzina, a cui si accedeva soltanto tramite una ripida e stretta scala avente i gradini in parte di legno, in modo da poterli tirare su, come un ponte levatorio. Le porte di accesso erano protette da meccanismi collegati ad archibugi, in modo che venisse sparato a chi tentasse di forzarle. Inoltre un trabocchetto nascondeva un pozzo con lame affilate. Come estremo espediente contro i ladri c'era la possibilità di allagare la camera dall'alto, così che chi vi si trovasse sarebbe morto affogato. Non si sono trovate mai tracce invece delle due gallerie sotterranee che dovevano collegare il forte con la villa di Poggio Imperiale e con palazzo Pitti: quest'ultima doveva addirittura arrivare fino al Lungarno Torrigiani dove un altro tunnel doveva passare sotto l'Arno fino alla Fortezza da Basso. Il Buontalenti si attenne ai principi teorici della fortificazione alla moderna, in particolare in luogo del fronte bastionato l'architetto progettò un avveniristico (per l'epoca) fronte tanagliato, soprattutto nel lato rivolto all'esterno, ispirandosi ai disegni di Antonio da Sangallo il Giovane per le fortificazioni di Castro. Il luogo su cui fu costruito il forte era già stato individuato come sito di grande importanza strategica ai tempi dell'Assedio di Firenze da Michelangelo, allora capo ingegnere alle fortificazioni. Come in altre opere del Buontalenti, l'originalità del Forte Belvedere, fortezza "urbana" che quindi doveva presentare finiture di prestigio, si manifesta nei dettagli unici della costruzione sia della fortificazione che della villa interna, l'elegante e bianca Palazzina di Belvedere, a tre piani, che domina l'intera costruzione. L'edificio centrale, preesistente alla costruzione del Forte, e probabilmente progettato da Bartolomeo Ammannati intorno al 1570, servì da residenza del Granduca in tempi insalubri, come durante l'epidemia di peste del 1600. Esso non si adattava ai principi militari cui il resto del forte obbedisce, ma anzi coi suoi muri bianchi da "villa Medicea" costituisce un segnale visibile della dominazione medicea. L'irregolarità planimetrica dell'intera piazzaforte aveva lo scopo di offrire il minimo spazio di superficie vulnerabile alle artiglierie nemiche. Unico espediente difensivo, i piani superiori accessibili solo attraverso un'unica entrata, una scala strettissima ricavata all'interno della muratura. Per oltre un secolo dalla costruzione il Forte fu presidiato dalle ronde dei soldati che vigilavano sugli spalti. Fu poi il granduca Pietro Leopoldo di Lorena che a fine Settecento, avendo praticamente liquidato l'esercito toscano, aprì ai suoi sudditi l'impareggiabile balcone su Firenze: il forte non ha mai subito un assedio, né le sue artiglierie hanno mai sparato un colpo in un'azione bellica. Le cannonate a salve del Forte annunciavano solo il mezzogiorno, tanto che per i fiorentini quel frastuono era bonariamente chiamato "il cannone delle pastasciutte". È ipotizzabile che qui, come nel caso della Fortezza da Basso, siano state sperimentate le teorie frankliniane sul parafulmine nel momento in cui il Granduca ordinò che tutti i magazzini di polvere da sparo delle principali città del Granducato fossero munite di grosse spranghe di ferro, affidando tale compito a Felice Fontana, uno dei protagonisti in Toscana del dibattito sull'elettricismo. Il Forte di Belvedere è stato edificio militare fino al 1951, quando l’Esercito lo ha ceduto al Comune di Firenze. Dopo i restauri, grazie ai quali vennero tolti gli ammassi di terra che col tempo si erano depositati ai piedi dei bastioni e aprendo l'accesso principale sul fianco orientale, dal 1955 è stato aperto al pubblico, fino al 1998. Vi furono ospitate nel tempo alcune mostre temporanee d'eccezione, fra le quali una dedicata ad Henry Moore negli anni '70, una allo scultore Dani Karavan nel 1978, una dedicata alle autovetture Ferrari (la prima al mondo, nel 1990), oppure quella dedicata alle sculture di Fernando Botero (nel 1991).

Nessun commento: