ARZIGNANO (VI) - Rocca scaligera
Simbolo di Arzignano, è una fortificazione che gli Scaligeri con Mastino II della Scala fecero costruire nella prima metà del 1300, a controllo dell'imbocco della valle più occidentale di Vicenza. C'era infatti la necessità di creare un complesso difensivo visto il periodo di instabilità e le pressioni dei Milanesi e dei Padovani per il controllo dei territori. Il maniero si staglia compatto sul colle di Santa Maria, che divide le valli dell'Agno e del Chiampo, fra mura e torri di scuro basalto, la stessa pietra vulcanica della rupe su cui sorge. Già in epoca alto medioevale esisteva sul colle la Pieve di Santa Maria, plausibile quindi una fortificazione precedente alla scaligera. Il feudo era tenuto dai Conti di Arzignano, un ramo della potente famiglia dei Maltraversi. I Della Scala, che nella lotta tra guelfi e ghibellini si erano schierati i secondi, fedeli all'Imperatore, erano divenuti signori del luogo dopo che nel 1336 avevano sconfitto l'ultimo dei Conti di Arzignano, di parte guelfa. Il controllo scaligero non durò tuttavia a lungo e andò in crisi a causa delle discordie tra i fratelli Bortolomeo ed Antonio della Scala; furono i Milanesi con Bernabò Visconti ad approfittare dell'occasione con delle incursioni dirette a distruggere ogni cosa, la prima effettuata nel 1377 e poi nel 1387 con l'aiuto dei Da Carrara di Padova. Dopo una durissima resistenza gli abitanti della zona, consapevoli che la famiglia scaligera era ormai allo sfascio, si consegnarono a Giangaleazzo Visconti il quale fece ristrutturare la fortezza nel 1392 con un lungo lavoro che terminò soltanto nel 1400. Nonostante la magnanimità del padrone milanese, quello fu un periodo difficilissimo a causa di pestilenze, alluvioni ed una malattia che distrusse quasi tutte le culture agricole con relative terribili carestie. Dopo due anni la morte improvvisa di Giangaleazzo segnò l'inizio del declino di tutta la signoria dei Visconti che ad Arzignano finì nel 1404 con un patto che vide la città di Vicenza legata ai Veneziani mantenendo tuttavia il controllo sui territori. Ad Arzignano subentrò il Vicario veneziano ed il castello ne divenne la dimora ufficiale fino alla caduta della Serenissima nel 1797.
Un primo adeguamento alle nuove funzioni civiche avvenne nel 1411, ma gli anni turbolenti e guerreggiati non erano ancora terminati. Nel gennaio del 1413 vi fu l'invasione degli Ungheresi capitanati da Filippo Scolari che assediò il Castello di Arzignano. La resistenza fu durissima e il 5 febbraio, giorno di S. Agata (data tuttora ricordata con una solenne processione) le truppe Ungheresi si ritirarono. Nel 1438 ci fu un nuovo tentativo dei Visconti di riappropriarsi dei territori persi infatti, al soldo visconteo, Niccolò Piccinino marciò (1438) verso Vicenza e dispose le truppe sulla linea segnata dai castelli di Lonigo, Brendola, Montecchio ed Arzignano. I castelli vennero furiosamente assaltati e saccheggiati. Scacciati definitivamente i Visconti, il castello venne prontamente restaurato (1444 - come indicato sulla lapide sul portale d'ingresso, vicino all'impronta del ponte levatoio) ed ancor più adattato a sede politico-amministrativa veneziana. Le mura del borgo tuttavia conservarono importanza militare, Arzignano divenne 'retrovia' nelle guerre di confine (1487) contro gli imperiali Austriaci, con la conquista di Roveredo di Trento (Rovereto) e l'assestamento dei confini sui passi alpini e sugli altipiani. Il XV secolo fu un periodo di prosperità per Arzignano che vide la nascita delle prime lavorazioni artigianali della pelle e della lana lunga la famosa Roggia tuttora presente. Agli inizi del 1500 lo sviluppo economico e sociale fu interrotto dalle tristi vicende della Lega di Cambray quando papa Giulio II, Luigi XII di Francia, Massimiliano I del Sacro Romano Impero, Ferdinando d'Aragona e il Duca d'Este mossero guerra alla Serenissima per riappropriarsi dei territori perduti. Il territorio dell'Agno-Chiampo venne pesantemente razziato e la rocca di Arzignano, abbandonata dalle truppe veneziane (come tutti i castelli vicentini) che concentrarono la difesa su Padova e Treviso, devastata e data alle fiamme dalle truppe tedesche (1510). La pace arrivo nel 1516 dopo gravissime perdite. Nella seconda metà del cinquecento la Serenissima non necessitava più di strutture difensive fortificate ed il castello venne trasformato in palazzo del Vicario. L'aspetto trecentesco fu modificato con l'innalzamento del terzo piano della rocca, l'apertura delle finestre architravate al posto delle feritoie originali, la costruzione delle scale a chiocciola terminanti nelle loggette e la ristrutturazione della loggia del Vicario in cui si tenevano le udienze. Nella stupenda mappa del 1618 di Girolamo Roccatagliata, il complesso fortificato appare in tutto il suo splendore. Una cortina muraria di 650 metri con dieci torri e due porte: porta Cisalpina verso Villa del Piano (Arzignano) e porta Calavena verso la vallata dell'Agno. Risultano evidenti il Mastio, probabilmente nuovamente restaurato ed ampliato in quel periodo, e l'antica chiesa di Santa Maria, poi ricostruita nel 1836 nelle forme attuali. Nel 1655 ricordiamo la rivolta dei peauperes a causa dei debiti mai più saldati di alcune famiglie nobili nei confronti del comune e nel 1794 la contestata autonomia della parrocchia di Ognissanti da quella di Castello che si vedeva gradualmente togliere l'importanza ed il ruolo di centro di interesse, in ambedue le occasioni la rocca fu il teatro degli eventi e degli scontri. Nel 1800 la rocca divenne di proprietà della chiesa e visse un periodo di decadenza e di abbandono, nell'indifferenza dei nuovi padroni francesi, austriaci ed italiani, susseguitisi dalla caduta della Serenissima. L'oblio durò sino alla fine degli anni '90 quando, in occasione del grande Giubileo del 2000 la rocca venne completamente restaurata per divenire luogo di accoglienza per i pellegrini giubilari. Il restauro, oltre ad aver riportato alla luce lo splendido cammino di ronda che collega tutte le torri e ad aver riedificato parzialmente la porta Calavena, ha fatto scoprire una porzione di affresco raffigurante il leone di San Marco e 5 stemmi. Nel cortile della rocca è tutt'ora visibile e ben conservato un antico pozzo del 1400. La torre centrale, trasformata in palazzo, ospita oggi l'Arciprete dell'antica Pieve, ora Parrocchia "Visitazione della B. V. Maria". Per giungere al castello ci sono diverse strade, la più panoramica è quella che percorre l'intera collina permettendo anche di ammirare il panorama circostante. Si entra nella zona del castello passando dalla tipica porta della città, rimasta perfettamente intatta, cosi come la rocca nel corso degli anni. Durante tutto l'anno la zona è poco movimentata e ci passano solo i proprietari delle ville circostanti, ma c'è un periodo del'anno che di solito ricade tra maggio e giugno, in cui il castello riprende la vita classica medievale: allora compaiono sopra le porte le guardie, i giullari lungo le vie, i classici banchetti in piazza tra le persone del popolo, la scuola di arcieri, e non possono mancare i signori del castello: il re e la regina con tutti i loro servitori. Ovviamente questo è il periodo più bello per visitare questa attrazione. Vi propongo una visita del seguente link: http://www.castelloarzignano.com/visita/index.html
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