PIZZOLI (AQ) – Castello Dragonetti De Torres
Nel 1185 “Castrum Piczolum", "San Vittorino"
e "Rocca di Corno" risultano appartenere a Vetulo Gentile. Nel Medio
Evo, Castrum Piczoli (Pizzoli), uno dei castelli del Contado
dell'Aquila, partecipò alla fondazione della città dell’Aquila, ed alla
costruzione della Chiesa di San Lorenzo nel quartiere di San Pietro. Quando
all’inizio del XVI secolo la città dell'Aquila si ribellò a Carlo V, Pizzoli,
su ordine del Re, venne messa sotto il controllo di Francesco Aldana (1533) e
più tardi di Giovanni De Felicis, successivamente di Pietro Gonzales, di
Alfonso Basurto, e di Dianora di Nocera che, nel 1575, lo vendette a Ferrante
de Torres, i cui discendenti lo tennero finché il feudalesimo fu abolito nel
1809. Nel 1703 il patrimonio edilizio di Pizzoli fu quasi completamente raso al
suolo e vi furono molte vittime tra la popolazione, a causa del terribile
terremoto che distrusse anche la vicina città dell'Aquila. Il centro abitato è
dominato dalla imponente mole del castello (o Palazzo Dragonetti-De
Torres), costruito nel 1562 dal cardinale Cosimo Dragonetti De Torres,
su progetto dell’architetto e scultore Pietro Larbitro. E’ un edificio a pianta
quadrata e torrette angolari, addossato ad una preesistente torre pentagonale
del XII secolo. I De Torres fecero demolire parte delle mura che circondavano
la torre medioevale per realizzare l'opera. Sempre loro apportarono al castello
numerose modifiche nel corso del XVIII secolo, tanto da cancellarne
completamente l'originario carattere di fortilizio. Degne di nota sono le sue
torrette di avvistamento (o casematte di tiro rifatte nell'Ottocento), dotate
di una serie di feritoie archibugiere, che hanno conferito al manufatto una
certa severità e che restano l’unico elemento di carattere militare del
complesso; l'altro elemento architettonico notevole è la scala di entrata col
portale principale legato con elementi decorativi alla finestra balconata del
piano nobile, elementi tipici delle ville cinquecentesche romane. Le facciate
sono spartite da tre cornici marcapiano e su una di esse è affrescata una
meridiana. In anni più recenti, il castello fu adibito a clinica sanatoriale e
subì, da parte degli affittuari, dei lavori di modifica alla facciata per il
suo adattamento; queste modifiche portarono ad una interrogazione parlamentare
nella seduta del 20 maggio
1950 (Atti
Parlamentari - 18470 - Camera dei Deputati) con
la quale il ministro, considerato, lo scopo innegabilmente sociale ed
umanitario dell’iniziativa sanatoriale, per la cui realizzazione furono
commesse le infrazioni, ritenne, senza pregiudizio per la tutela dell’immobile,
di poter consentire che il ripristino della facciata - modificata solamente
nella maggiore apertura delle finestre del secondo piano – fosse soltanto
rinviato fino alla cessazione del funzionamento dell’Istituto sanatoriale che
avrebbe avuto luogo con la cessazione contrattuale della locazione.
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