sabato 10 novembre 2012

Il castello di domenica 11 novembre





PIZZOLI (AQ) – Castello Dragonetti De Torres

Nel 1185 “Castrum Piczolum", "San Vittorino" e "Rocca di Corno" risultano appartenere a Vetulo Gentile. Nel Medio Evo, Castrum Piczoli (Pizzoli), uno dei castelli del Contado dell'Aquila, partecipò alla fondazione della città dell’Aquila, ed alla costruzione della Chiesa di San Lorenzo nel quartiere di San Pietro. Quando all’inizio del XVI secolo la città dell'Aquila si ribellò a Carlo V, Pizzoli, su ordine del Re, venne messa sotto il controllo di Francesco Aldana (1533) e più tardi di Giovanni De Felicis, successivamente di Pietro Gonzales, di Alfonso Basurto, e di Dianora di Nocera che, nel 1575, lo vendette a Ferrante de Torres, i cui discendenti lo tennero finché il feudalesimo fu abolito nel 1809. Nel 1703 il patrimonio edilizio di Pizzoli fu quasi completamente raso al suolo e vi furono molte vittime tra la popolazione, a causa del terribile terremoto che distrusse anche la vicina città dell'Aquila. Il centro abitato è dominato dalla imponente mole del castello (o Palazzo Dragonetti-De Torres), costruito nel 1562 dal cardinale Cosimo Dragonetti De Torres, su progetto dell’architetto e scultore Pietro Larbitro. E’ un edificio a pianta quadrata e torrette angolari, addossato ad una preesistente torre pentagonale del XII secolo. I De Torres fecero demolire parte delle mura che circondavano la torre medioevale per realizzare l'opera. Sempre loro apportarono al castello numerose modifiche nel corso del XVIII secolo, tanto da cancellarne completamente l'originario carattere di fortilizio. Degne di nota sono le sue torrette di avvistamento (o casematte di tiro rifatte nell'Ottocento), dotate di una serie di feritoie archibugiere, che hanno conferito al manufatto una certa severità e che restano l’unico elemento di carattere militare del complesso; l'altro elemento architettonico notevole è la scala di entrata col portale principale legato con elementi decorativi alla finestra balconata del piano nobile, elementi tipici delle ville cinquecentesche romane. Le facciate sono spartite da tre cornici marcapiano e su una di esse è affrescata una meridiana. In anni più recenti, il castello fu adibito a clinica sanatoriale e subì, da parte degli affittuari, dei lavori di modifica alla facciata per il suo adattamento; queste modifiche portarono ad una interrogazione parlamentare nella seduta del 20 maggio 1950 (Atti Parlamentari - 18470 - Camera dei Deputati) con la quale il ministro, considerato, lo scopo innegabilmente sociale ed umanitario dell’iniziativa sanatoriale, per la cui realizzazione furono commesse le infrazioni, ritenne, senza pregiudizio per la tutela dell’immobile, di poter consentire che il ripristino della facciata - modificata solamente nella maggiore apertura delle finestre del secondo piano – fosse soltanto rinviato fino alla cessazione del funzionamento dell’Istituto sanatoriale che avrebbe avuto luogo con la cessazione contrattuale della locazione.

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