martedì 27 novembre 2012

Il castello di lunedì 26 novembre




RUBIERA (RE) – Forte

Tra il 1190 ed il 1200 il Comune di Reggio, al pari di Bologna ed altri liberi comuni, costruì, per meglio proteggere il confine con Modena, il nuovo borgo di Rubiera. A difesa dell'abitato, nonchè della via Emilia e del transito sul Secchia, vennero costruite munitissime mura e un possente castello, arrivato, seppur modificato, fino ai nostri giorni. Per la costruzione della rocca, nel 1201, vennero impiegati i soldati modenesi, compreso il loro podestà Alberto da Lendinara, catturati dopo la vittoria reggiana nella battaglia di Formigine. Una volta terminati i lavori i prigionieri vennero rilasciati con una cannuccia in bocca ed un cappello di carta in testa, all'epoca un gesto di profondo scherno e derisione. Desiderosi di vendicare la sconfitta e l'umiliazione subita, i modenesi, nel giugno dell'anno seguente, coadiuvati dai veronesi e dai ferraresi cinsero d'assedio Rubiera. Gli assedianti resistettero a lungo ed alla fine ebbero la meglio e Modena stipulò un accordo di pace con Reggio. È da ricordare che a Rubiera, nel maggio del 1409, fu ucciso in un agguato da Muzio Attendolo Sforza l'ultimo signore di Reggio, Ottobono Terzi. Per circa due secoli Rubiera fu feudo dei Boiardi (discendenti dei Bianchi di Lunigiana) che nel 1423 dagli Estensi furono «convinti» a scambiare questo feudo con Scandiano. Leonello d’Este diede inizio alla costruzione di alte mura che furono poi completate dal duca Borso in un periodo compreso tra il 1441 ed il 1471. Altri importanti interventi di sistemazione del forte furono condotti nel 1491 con la partecipazione dell’architetto Biagio Rossetti ideatore della “addizione erculea” ferrarese. Nessuna traccia rimane delle mura quattrocentesche. Dal 1512 al 1523 Rubiera fu conquistata dai pontifici che la infeudarono ai Pio di Carpi: al ritorno degli Este, fu assegnata alla famiglia Sacrati, originaria di Fusignano e fedelissima del duca; la rocca fu ancora rafforzata e circondata da un profondo fossato che prendeva acqua dal Tresinaro con alte cortine rettilinee in muratura intervallate da torri tonde o quadrangolari, tracciate secondo un disegno geometrico non molto complesso così come le vediamo rappresentate nella pianta delle fortificazioni di Rubiera disegnata nel XVII secolo. La fortificazione presentava un formidabile impianto dalla struttura compatta a pianta quadrangolare con cortile centrale, articolata ai vertici a quattro grandiosi bastioni dal paramento scarpato. Un intervento di riforma dopo la metà del XVII secolo fu comunque compiuto dal duca Alfonso I per un adattamento più funzionale all’uso moderno delle artiglierie del tempo rinforzando le mura, costruendo baluardi (ricordiamo quello pentagonale eretto a protezione del forte verso occidente e di cui resta oggi il ricordo nell’area di forma triangolare suddivisa in due settori della via Emilia nell’accesso al centro storico), allargando i fossati e creando una zona di rispetto libera da costruzioni ed alberature intorno al borgo. La fortezza venne poi adibita a prigione per i reati più gravi (vi fu rinchiuso e poi decapitato, il 17 ottobre 1822, Don Giuseppe Andreoli, primissimo eroe del Risorgimento italiano). Lo sviluppo urbanistico iniziato con la realizzazione della linea ferroviaria portò negli anni successivi all’alienazione delle fosse, alla cessione dell’area antistante il forte e, nel 1922, all’abbattimento della parte centrale del complesso, di cui oggi restano solo quattro bastioni e sul lato Sud Est dello stesso sorge l'Osteria del viandante e la Vineria del Viandante. La rocca, nel corso della sua storia, fu visitata da re, principi, uomini d'arme, architetti e ingegneri militari: qui dimorò Carlo V imperatore, Francesco I Re di Francia, Lucrezia Borgia figlia del papa Alessandro VI (moglie di Alfonso, protettrice dell'arte della seta per cui Reggio divenne famosa in Europa fino al diciottesimo secolo), e ancora Napoleone I, Garibaldi e altri uomini illustri. Ulteriori notizie al seguente link: http://www.osteriadelviandante.com/dove_forte.html

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