SAN GIUSTINO (PG) – Castello Bufalini
Nacque come fortezza militare alla fine del XV per difendere
l'abitato di San Giustino ed il territorio circostante. La sua edificazione
risale al 1480 quando Citta' di Castello, per arginare gli attacchi dei nemici,
decise di costruire un castello fortificato su progetto dell'architetto romano
Mariano Savelli sul luogo di un fortilizio preesistente di proprietà della
famiglia Dotti, ormai in rovina a seguito degli eventi bellici del tempo.
Poichè la costruzione richiedeva un ingente capitale, nel 1487 il Castello fu
donato a Niccolò di Manno Bufalini, cittadino tifernate e ricco possidente
terriero in San Giustino, con l'obbligo di completare i lavori sotto la
direzione di Giovanni e di Camillo Vitelli e di difendere il maniero in caso di
guerre. La fortezza fu costruita a forma di quadrato irregolare con torri
angolari raccordate da camminamenti merlati, su cui domina la mole della torre
maestra; il tutto ulteriormente difeso da un ampio e profondo fossato a pianta
stellare con ponte levatoio. Nel 1500, con il consolidarsi della potenza
economica e politica della famiglia Bufalini divenuta di fatto la feudataria
del luogo, il castello venne trasformato in una villa fortificata secondo nuove
esigenze sociali, artistiche e culturali. Promotori di tale iniziativa furono
l'Abate Ventura Bufalini ed il fratello Giulio. Per la decorazione del palazzo
di San Giustino i fratelli Bufalini si affidarono al pittore Cristofano Gherardi, (San Sepolcro
1508-1556) estroso e raffinato artista di formazione manierista che vi dipinse
favole mitologiche e decorazioni a grottesca. L'originaria struttura chiusa in
se stessa fu trasformata (su probabile disegno del Vasari) in una struttura
aperta e protesa verso il nobile giardino ed il paesaggio circostante. I lavori
più consistenti interessarono la facciata, dove la torre di sinistra fu
sopraelevata, trasformata in una loggia coperta e raccordata al maschio
mediante la realizzazione di un ampio loggiato con colonne e balaustra in
pietra arenaria. Inoltre vennero demoliti i beccatelli e realizzato un nuovo
ingresso al centro della facciata. Trasformazioni significative interessarono
anche il lato sud, dove la merlatura fu trasformata in un camminamento
loggiato. Nei prospetti furono aperte ampie finestre architravate e sul lato
nord fu realizzato un ampliamento a ridosso del maschio, per contenere lo
scalone monumentale. Altre modifiche più o meno importanti furono apportate nei
secoli successivi. La cinta muraria si deve ad un parziale rifacimento
settecentesco; più tarda è la chiusura del loggiato sul lato sinistro del
cortile interno e la sopraelevazione di una torre campanaria. In tutti gli
ambienti sono conservati oltre gli affreschi, un gran numero di quadri, di
mobili, di lampadari e di suppellettili che fanno del castello un raro esempio
di nobile dimora giunta fino a noi stupendamente conservata ed arredata. Tra i
quadri da ricordare due splendide Madonne, una del Pinturicchio e l'altra
attribuita ad artista della bottega del Signorelli. In alcune nicchie del
chiostro interno e nella sala del trono sono distribuiti dei busti di marmo di
età romana provenienti in parte dalla vicina villa "in Tuscis" di
Plinio il Giovane. Tra la cinta muraria ed il fossato del Castello, entro uno
spazio irregolare, si estende il giardino che nel 1500 era "all'italiana"
e nel quale erano presenti le maggiori varietà di frutta, agrumi con limonaia,
la ragnaia, fiori rari, erbe officinali, ortaggi ed un labirinto impiantato nel
1692, tuttora esistente. Vi erano anche alberi da frutto nani, fiori e verdure
disposti secondo un disegno ben stabilito, con aiuole, fontane percorsi
obbligati, delimitati da varie essenze. Nel 1700 il giardino, che è uno dei più
significativi della regione, fu riprogettato, come testimoniano l’impianto
sugli spalti e il fossato di difesa a forma di stella del castello. E’
caratterizzato dalla suddivisione in sette spazi principali collegati tra loro
da viali perimetrali posti nel margine del fossato che permettono di passare
dal giardino triangolare al labirinto di alte siepi di bosso, dalle dodici
aiuole cinte da rose con quattro vasche all’incrocio dei camminamenti al
versante nord occidentale, con le fontane e alcuni dei lecci che costituivano i
viali della Ragnaia (antico sistema di uccellagione con reti). Nel 1989 il
complesso del castello Bufalini è stato acquistato dallo Stato con la finalità
di destinazione museale e di centro di cultura. Oggi esso offre al visitatore
la possibilità di percorrere un viaggio nel passato: in tutti gli ambienti sono
conservati oltre gli affreschi, un gran numero di quadri, di mobili, di
lampadari e di suppellettili (tra cui anche busti di epoca romana) che fanno
del palazzo un raro esempio di nobile dimora giunta fino a noi stupendamente
conservata ed arredata. Le opere d’arte sono distribuite lungo il percorso
museale non in senso cronologico, ma secondo il gusto e gli interessi dei vecchi
proprietari. La storia stessa dei Bufalini, ricostruita tramite i documenti
dell’archivio e caratterizzata dall’immagine di alcuni di loro, costituisce il
filo conduttore della visita. Per approfondire si possono visitare i seguenti
due link:
http://lamiaumbria.it/scheda_comuni.asp?pag=5562
http://lamiaumbria.it/scheda_comuni.asp?pag=5562
http://www.castellobufalini.beniculturali.it
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