MARIGLIANO (NA) - Castello Ducale
Il palazzo ducale è la trasformazione di un antico castello
– fortezza la cui esistenza è attestata nei documenti almeno dal XII secolo. La
costruzione si eleva a mt 30 slm al centro dell’abitato in una zona
completamente pianeggiante. Essa si estende su un’area di 5.600 metri quadrati
circa, racchiusa da un perimetro di 300 metri circa. La prima notizia
riguardante il castello di Marigliano è riportata dal Di Meo nel quale si legge
che “il Duca di Napoli, il Principe ed il conte Rainulfo, adunate genti quante
ne potevano, andarono ad accamparsi non lungi da Nola, a Marigliano, castello
di Roberto di Medania” che lo fece costruire nel 1134. Nel Cronicon di Falcone
Beneventano è riportato che “... et ei sita congrebatis apud Castellum
Marilianum exercitus ipse Castramentus est”. Dal Catalogus Baronum si evince
che: “Comes Robertus de Bono Herbergo dixit quod tenet in Principatu Capue in
demanio Suessulam Pantani que feudum est viij militum, et de parte sua de
Lacerra quod est feudum v militum, et Marellanum quo est feudum vij militum”. Nel
1200 fu signore di Marigliano Ruggero de Anguillone, il quale, morto senza
eredi, lasciò il castello alla figlia Adelizia, andata in sposa a Nicola Griffo
che, avendo contratto numerosi debiti, vendette il feudo ad Antonio Alapa, da
cui passò a Giacomo d’Alessandro. Nel 1239 si ha notizia che era signore di
Marigliano Tommaso I d’Aquino, conte di Acerra che, al ritorno dall’ambasceria
in Ungheria, fece una donazione all’ospedale di San Giovanni dei Cavalieri
Gerosolimitani, gravandola sulla bagliva della terra di Marigliano. Lo "Iamsilla
in De rebus gestis Frederici II", racconta che una notte tra il 26 ed il
30 ottobre del 1254 il re Manfredi ed il conte di Acerra, Tommaso II, fuggirono
da Acerra e, dopo aver pernottato nel castello di Marigliano, proseguirono per
Nusco. Prima della conquista angioina del Regno di Napoli si ha notizia di un
Pietro di Sangermano, signore di Marigliano e Lauro. Nello stesso periodo
compare tra i castelli appartenenti al Regio Demanio ed era custodito da un
castellano. Altre fonti riportano che Marigliano ed Acerra furono concesse a
Roberto di Alveto, conte di Bova. Il feudo di Marigliano ed il castello furono
restituiti nel 1284 ad Adenolfo d’Aquino poiché erano stati confiscati al padre
Tommaso II. Nel 1294 il feudo di Marigliano e la contea di Acerra furono
concessi da Carlo II d’Angiò al figlio Filippo, principe di Taranto. Nel 1320
Marigliano fece parte della dote di Margherita, moglie di Filippo d’Angiò,
insieme a tutte le terre limitrofe. Durante la guerra tra Angioini e
Durazzeschi, il castello di Marigliano con molta probabilità fu distrutto dagli
Ungheri guidati dal re Luigi che, per vendicare la morte del fratello Andrea,
fece mettere a ferro e fuoco tutta la zona. All’inizio del XV secolo, il
castello fu concesso dal re Ladislao di Durazzo ad Annecchino Mormile che,
ribellatosi a Giovanna II, fu assediato nel 1421 da Braccio da Montone.
Successivamente Marigliano fu concesso a Giovanni Antonio del Balzo Orsini. Nel
1479 il feudo fu acquistato da Alberico Carafa e denominato “terra di
Marigliano cum castro seu fortellicio”. Nel 1482 il Carafa ottenne
definitivamente il possesso del feudo, con il titolo di conte, iniziando la
ristrutturazione dei monumenti più importanti della città, tra cui il castello.
Nel 1512 era conte di Marigliano G. Francesco Carafa che aveva per castellano
Santo Borso; a questo conte si deve anche la concessione degli statuti. Durante
la discesa in Italia di Carlo VIII, il castello di Marigliano fu al centro di
operazioni militari e subì saccheggi e distruzioni. Nel 1532, a seguito del
ritorno della pace nel regno di Napoli, fu concesso da Carlo V a Ferrante
Gonzaga, principe di Molfetta. Nel 1574 il feudo di Marigliano fu acquistato
per 50.050 ducati da Geronimo Montenegro il quale, nell’anno successivo,
ottenne il titolo di marchese. Nel 1583 a seguito di violente piogge che si
protrassero per giorni interi, il territorio di Marigliano fu inondato in più
parti tanto “che si allagò la strada de la corte da la banna de la Cappella
penta parea tucto quillo paese marina d’acqua, et nelli fossoli del castiello
di Marigliano ci averia possuto navigare una galera...”. Un documento del 1627
riporta che le carceri sono vicino al castello e sono tenute da Cesare Zattera,
lo stesso che, nel 1638, vendette il feudo con il castello a Giulio Mastrilli
per 136.800 ducati, il quale, pochi anni dopo (1644), ottenne il titolo di duca
di Marigliano. In occasione del censimento dei fuochi del 1642 la
fortificazione è descritta come: “Un castello grande cinto di fosse per dove se
ci entra per dui ponti il primo di fabbrica et l’altro di taule per il quale
ponte si entra poi in un Cortiglio scoverto et in piano di detto cortiglio vi
sono più camere per abitazioni di criati, dispensa et cucina, et di sopra vi
sono dui appartamenti con diverse Camere dissero essere del Barone di detta
terra, ch’è oggi il consigliere Giulio Mastrillo e servirsene per su uso per
sua abitazione nella quale ci sole venire spesso”. Durante la rivolta di Masaniello, nel 1647, il duca di
Marigliano fu costretto a lasciare il castello fino all’intervento del duca
d’Andria e di Ettore Carafa che sedarono la rivolta. Nei diversi secoli di
possesso del castello, la famiglia Mastrilli intervenne sulla fortificazione
con vari lavori di ristrutturazione. Quelli eseguiti dal duca Giovanni nel 1728
vengono così descritti: “Ristaurò la fabbrica del castello di Marigliano
riducendolo non solamente in migliore forma, ma aumentandola di altre fabbriche
e di logge che consecutivamente da tre lati lo circondano; e di tutto lo
specioso appartamento superiore ove prima era tetto, onde delizioso oggigiorno
apparisce e maestoso”. Nel 1751, il castello fu interessato da ulteriori lavori di
restauro che furono fatti eseguire dal duca Mario con suo progetto e direzione;
i diversi lavori vengono descritti come di seguito riportato: “Oltre di un
piccolo Casino da lui edificato nel recinto del castello per uso della sua
corte, vedesi l’aggiunta alli due lati con gallerie ed altri comodi sì dalla
parte di levante che dalla parte di ponente, ed altresì uno assai vago e nobile
boschetto che è tutto cinto di muro ed ornatolo di dentro con molti pezzi di
architettura, marmi e giuochi di acqua con bella e ben intensa combinazione di
strade carrozzabili e profilate di bossi che vanno a trovare con artificioso
intrigo i loro punti come nei disegni da Mario stesso fatti e che sono esposti
in quadrelli di una delle stanze di riposo del medesimo boschetto, che
terminato fu, non senza l’impiego di molte migliaia di scudi, nel 1751, ove si
tien chiusa copiosa caccia di lepri”. L'edificio, trasformato in palazzo
ducale, dal 1935 ospita una casa di riposo dell’Ordine delle Suore Vincenziane della
Carità, che lo acquistarono dall’ultimo duca, Giulio Mastrilli, morto senza
eredi diretti. Dopo il terremoto del 23 novembre 1980, il castello, avendo
subìto dei danni, soprattutto alle strutture interne al palazzo, è stato
sottoposto ad interventi di restauro terminati alla fine degli anni Ottanta. L’impianto
ha una forma trapezoidale e presenta quattro torri circolari agli angoli mentre
al centro è posizionato un corpo rettangolare, con base scarpata, circondato
dal fossato. L’immagine attuale è frutto degli interventi successivi, in
particolare di quelli voluti dalla famiglia Mastrilli tra il XVII e il XVIII
sec. Dell’antica fortezza la costruzione conserva la pianta quadrata con torri
angolari, le feritoie ed i ponti sopra il doppio fossato che la circonda,
mentre le ampie logge porticate, le eleganti finestre e gli altri elementi
decorativi della facciata sono frutto della trasformazione settecentesca della
fabbrica militare in dimora gentilizia. Nella torre a nord ovest vi è ancora la
barriera daziale con lo stemma marmoreo dei Carafa e la grande bascuglia.
Annesso al Palazzo vi è un grande parco in cui si rinvengono ancora le tracce
del disegno della sistemazione settecentesca che dovette essere eseguito in
base alle più raffinate teorie paesaggistiche dell’epoca, con viali decorati in
stile neoclassico, fontane ed un laghetto artificiale. Inoltre, è diffusa fra
il popolo mariglianese una sorta di leggenda secondo la quale esisterebbe un
cunicolo sotterraneo che dovrebbe collegare il Castello Ducale al Complesso
Monastico di San Vito.
Fonti: http://www.comunemarigliano.it/Citta/HomePageMainFrameCittaCastelloDucale.htm,
https://it.wikipedia.org/wiki/Marigliano#Il_Castello_Ducale, http://archivio.saperincampania.it/il-castello-di-marigliano-palazzo-ducale
Foto: da http://www.culturalclassic.it/public/archivio_img/culturalclassic/palazzo%20ducale.jpg
e da http://www.museodeicastelli.it/esposizioni-e-presentazioni/100-marigliano-na-castello-ducale.html
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