CAMOGLI (GE) – Castello genovese della Dragonara
Secondo alcune fonti storiche inerenti per lo più la cittadina camogliese si
è potuto datare approssimativamente alla prima metà del XIII secolo la
probabile edificazione di questo maniero, chiamato anche Castel Dragone, eretto
in posizione elevata rispetto alla vicina basilica di Santa Maria Assunta.
Ancora oggi infatti non esistono fonti certe sulla reale data di costruzione
poiché quelle conosciute sono per la maggior parte frammentarie o incomplete.
L'originario castello, forse di minore dimensione rispetto all'attuale
versione, fu usato quasi subito come ottimo centro di avvistamento e di difesa
sia del borgo che del tratto di mare antistante la scogliera sulla quale il
maniero fu eretto. Oltre al sistema difensivo, la struttura veniva utilizzata
dagli abitanti di Camogli -
camoglini - come ritrovo per eleggere i loro
rappresentanti nell'attività amministrativa - giudiziaria, nonché come luogo di
rifugio in caso di improvvisi assalti via mare dai numerosi pirati. Al tempo
del Doge Campofregoso una petizione popolare chiedeva che in tempo di guerra,
donne, vecchi e bambini, potessero rifugiarvisi. Schieratisi dalla parte dei
Guelfi, a fianco dei Fieschi, i Camoglini parteciparono all’espugnazione di
Savignone, Costa Pelata, Rapallo e Ronco (1242) e più tardi (1321), obbligarono
alla resa il forte di Rapallo, difeso dai Ghibellini. Il 22 febbraio 1269, i
cittadini, radunatisi nella fortezza, elessero a sindaco e procuratore Alberto
Olivari. Secondo un documento datato alla seconda metà del XIV secolo il
castello, proprio per garantire sufficientemente la sicurezza del borgo
marinaro, venne più volte rinforzato ricevendo dal Senato della Repubblica di
Genova le armi necessarie per la difesa. Proprio in questo secolo vengono ben
documentati gli assalti e le distruzioni portati dapprima da Gian Galeazzo
Visconti e in seguito da Nicolò Fieschi il 5 aprile 1366, il giorno di Pasqua, il
quale diede alle fiamme il borgo (il castello resistette all’incendio). Alcuni
mesi più tardi, fu consegnata a due uomini fidati una cassa di verrettoni
(dardi da lanciare con la balestra) per la difesa della popolazione. Tra il
1428 e il 1430 il castello fu notevolmente ampliato e rinforzato dagli
abitanti, specie l'attigua torre di avvistamento, interventi necessari a
seguito dei precedenti assalti e dai continui contrasti tra la comunità
camoglina e la stessa repubblica genovese dominata dai duchi di Milano. Furono
proprio i partigiani del Ducato che nel 1438 assediarono il maniero,
smantellando di fatto l'intero perimetro; pochi anni dopo gli stessi abitanti
del borgo marinaro riedificarono nuove mura dall'originale accollandosi
interamente le spese di edificazione che ammontarono, secondo un documento dell'epoca,
a 450 lire genovesi. Dieci anni dopo dall'assalto milanese - nel 1448 - i
contrasti tra Camogli, la vicina Recco e Genova si fecero sempre più tesi e
aspri tanto che la Repubblica ne chiese la distruzione immediata del castello.
Fu pertanto distrutto come da accordo, ma solamente sei anni dopo fu nuovamente
ricostruito dagli abitanti camogliesi e consegnato direttamente al doge della
repubblica che ne assunse il controllo. Nel 1461, motivi legati alla sicurezza
portarono alla decisione di una nuova distruzione, decisione che venne
annullata per manovre politiche tra Genova e Camogli e che scongiurarono la
certa demolizione. Nel XVI secolo abbandonato come postazione difensiva fu
infine adibito a prigione. I documenti storici e la cartografia superstite,
fanno ritenere che la forma del castello si sia mantenuta nel corso dei secoli
relativamente inalterata. Intorno alla metà del XIX secolo, la proprietà della
costruzione venne contesa tra Chiesa e Comune. Quando il castello venne
riconosciuto patrimonio demaniale, fu acquistato per 500 £ dal Comune. Nel
corso degli anni settanta del XX secolo, dopo decenni di abbandono, l'immobile
venne recuperato e dedicato ad ospitare l'acquario tirrenico, gestito dall'
Azienda
Autonoma di Soggiorno. Vennero create vasche con acqua marina ospitanti
esemplari della fauna marina tipica delle acque camogline: in pratica, un
antesignano del moderno Acquario di Genova. Il custode era anche colui che
procacciava i pesci, i crostacei ed i molluschi che popolavano le vasche. Un
grande esemplare di cernia era l'attrattiva principale, con murene, aragoste e paguri.
Alla chiusura dell'acquario nel 1999, i pesci e crostacei presenti sono stati
trasferiti all’acquario di Genova. Attualmente è sede di mostre ed eventi
culturali. Oggi del castello rimane solo un torrione quadrato munito di quattro
guardiole che si è mantenuto in perfetto stato. Altro link consigliato: scheda
di Antonella Pasquale su
http://www.mondimedievali.net/castelli/Liguria/genova/camogli.htm.
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la
seconda è presa da http://www.viaggiareoltre.it/2013/08/istantanee-da-camogli-liguria.html
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