RIONERO IN VULTURE (PZ) - Castello normanno in frazione
Monticchio Sgarroni
Le origini di Monticchio sono piuttosto incerte. Tra i primi popoli che vi
si insediarono furono i Normanni, che si stabilirono nel castello locale (
castrum
Monticuli), probabilmente costruito prima del loro arrivo, in località San
Vito, nei pressi di
Monticchio Sgarroni. Tra il X ed XIII secolo, l'area
vide stanziarsi alcuni ordini monastici. Intorno al X secolo appaiono a
Monticchio i Monaci basiliani, sfuggiti alle lotte iconoclaste, provocate nel 726
dal decreto contro il culto delle immagini emanato da Leone III Isaurico, si
erano rifugiati nella zona adriatica dell'Italia meridionale, tra cui nel Vulture
ove trovarono un confortevole riparo. I religiosi fondarono uno dei centri
monastici di maggiore rilievo, tanto da attirare l'attenzione di Papi e
Imperatori nel corso dei secoli. Un altro gruppo clericale che si trasferì a
Monticchio fu quello dei Benedettini, insediatisi nella zona per osteggiare
l'influsso della Chiesa di Bisanzio, lasciando testimonianze storico-religiose
molto importanti. Con l'arrivo degli Svevi nel Vulture, Federico II lasciò la
sua impronta anche a Monticchio, dato che la
Badia di S. Ippolito
presenta alcune fasi costruttive in stile svevo. Inoltre l'imperatore svevo
trascorse nei boschi di Monticchio i suoi momenti di svago praticando la caccia
con il falcone (hobby che svolgeva sovente anche a Melfi, Castel Lagopesole e Palazzo
San Gervasio). Nel corso dei secoli, la località non registrò avvenimenti
eclatanti e, con il progredire degli anni, divenne una zona sempre più povera e
depressa. Durante il brigantaggio, Monticchio divenne un punto strategico per i
briganti, che lo resero un ottimo rifugio per nascondersi dalle truppe sabaude.
Come per l'Abbazia di Sant'Ippolito, anche del castello sono rimaste alcune
tracce, anche a causa dei numerosi terremoti che tormentarono il Vulture, tra
cui quello del 5 dicembre 1456. Situato nella località di San Vito, presso
Monticchio
Sgarroni, su una collina a più di settecento metri e adiacente alla
masseria San Vito, si ritiene che la sua edificazione risalga prima dell'arrivo
dei normanni nel Vulture, a dimostrazione che si tratti di uno dei castelli più
antichi della zona, di fatto gli scavi, non ancora portati a completamento,
hanno evidenziato tre diverse fasi di costruzione del castello, databili dal I
al XIV secolo. Giustino Fortunato sostenne che nel 957 la struttura fu data in
donazione da Tandolfo, principe di Conza, ai benedettini della Badia di
Monticchio. In epoca medievale, fu sempre oggetto di conquista di vari
feudatari della zona. Nel 1072, Abelardo, figlio primogenito del conte normanno
Umfredo d'Altavilla, dopo aver battuto presso Troia le bande facenti capo a
Roberto il Guiscardo, si spinse fin sull'Ofanto per occupare il Castello di
Monticchio, nonché tutto il Vulture e la valle di Vitalba nei pressi
dell'odierna Atella. Successivamente Roberto il Guiscardo riconquistò il
Castello. Del castello vero e proprio, solo tre ambienti sono oggi visibili, a
pianta pseudoquadrata, ricoperti da rovi e querce. Al di sopra della struttura
muraria emergente si conserva un arco acuto ghierato del XII secolo,
successivamente rinforzato da una muratura di sostegno esterna, di età angioina.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Monticchio_(Rionero_in_Vulture), http://web.tiscali.it/gasolinepub/vulture/rionero/monumenti.htm,
Foto: entrambe di Francesco Paolo di Tuccio nel gruppo Facebook
"CASTELLI - ROCCHE - FORTEZZE in Italia" https://www.facebook.com/pages/CASTELLI-ROCCHE-FORTEZZE-in-Italia/308856780344?fref=ts
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