mercoledì 22 luglio 2015

Il castello di mercoledì 22 luglio






RIOLO TERME (RA) - Rocca Sforza

La Rocca di Riolo, antica roccaforte della Valle del Senio, sorse insieme al suo borgo sul finire del XIV secolo, come presidio per opera della città di Bologna. Nel 1388 infatti i Bolognesi, per rafforzare il proprio dominio, decisero di ampliare un “torrione” già esistente costruendo la Rocca. È una costruzione a pianta quadrangolare, la quale assieme alla parte vecchia del paese è delimitata dalle mura. La merlatura a coda di rondine identifica chiaramente che la rocca era di parte ghibellina. Il complesso dotato di quattro torri angolari (fra le quali il mastio a base quadrata che è alto m. 22) si sviluppa su quattro livelli: un piano interrato, uno a livello della corte, uno all'altezza dei merli e un sottotetto. Il lavori per la sua costruzione terminarono nella primavera del 1392: essi crearono condizioni di sviluppo economico e concentrazione urbana. La Rocca doveva soddisfare anche esigenze di sicurezza in considerazione delle frequenti scorrerie di bande armate e di truppe; la sua costruzione, oltre a creare prosperità e protezione, determinò una situazione di grande armonia popolare. La Rocca fin dal 1472, sotto il dominio di Carlo II Manfredi, subì molte ristrutturazioni e rimaneggiamenti, conservando comunque una sua bellezza grandiosa e di sicuro effetto. Ad est della Rocca, sopra l'entrata della torre quadrata è collocato tuttora, in bella evidenza, uno stemma manfrediano ed in una stanza vi è esposta una bombarda restaurata, con il marchio "Karolus S. de Manfredis - 1474". All'interno della Rocca vi è una stanza intitolata la "bombarda della Rocca". L'arma da fuoco, cimelio per antonomasia del paese, come risulta dal marchio impresso sopra, è datata 1474 e apparteneva a Carlo Il Manfredi. Si tratta probabilmente dell'allora modernissimo pezzo di artiglieria utilizzata nel 1474 per respingere l'assalto di Lanzichenecchi spagnoli. Nel 1481 la Rocca passò a Girolamo Riario, marito di Caterina Sforza. La Contessa resse la signoria alla morte del marito avvenuta nel 1488. Ella morì poi in esilio a Firenze, quarantaseienne il 28 maggio 1509. La grande fedeltà e simpatia verso Caterina Sforza è testimoniata, per secoli dalla denominazione "Rocca Sforzesca" attribuita alla fortezza. Mantenendo nel tempo la sua funzione difensiva è un magnifico esempio di fortificazione militare che segue l’evoluzione delle tecniche offensive tardomedievali. Al primo nucleo, ancora abbastanza integro e ben visibile, furono infatti apportate modifiche e aggiunte, in particolare a seguito dell’avvento delle artiglierie da fuoco. La Rocca appartiene alla tipologia detta della "transizione", in cui si assommano caratteristiche architettoniche medievali e rinascimentali come il fossato e le caditoie per il tiro piombante, le camere di manovra con le bocche di fuoco per il tiro radente fiancheggiante. È stata Sede Municipale fino al settembre 1985. Per l’intero edificio venne elaborato, nel 1981, un progetto di ristrutturazioni e di recupero. Gli interventi hanno investito il complesso architettonico in modo radicale, interessando non solo la Rocca ma anche l’area circostante per il recupero pressoché integrale del fossato. La Rocca ospita diversi momenti della programmazione culturale e museale: il Centro Documentazione della Vena del Gesso, le mostre d’arte di importanza nazionale ed europee, programmi musicali e proiezioni cinematografiche, incontri storici – culturali - gastronomici. Il percorso museale si snoda su vari livelli. Dai sotterranei ai piani alti, passando attraverso stretti cunicoli, ci si cala nelle avventure dei cavalieri medievali indossando e impugnando gli strumenti utilizzati in battaglia, si scopre il funzionamento delle macchine da guerra e si ascoltano i racconti di Caterina Sforza. Nella sala del pozzo l'allestimento permanente "I misteri di Caterina", dedicato alle gesta e agli amori di Caterina Sforza, trasporta il visitatore in una realtà interattiva, chiamandolo a interagire con la Leonessa delle Romagne in persona! Nel Mastio si trova la sezione archeologica, che ospita reperti databili dall'età del ferro all'epoca romana. La sezione del Museo del paesaggio dell'Appennino faentino offre un'ampia visione del paesaggio collinare circostante, con i calanchi e gli affioramenti di gesso, osservabili grazie ai binocoli e un visore 3D. Essendo Centro di Documentazione del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, la Rocca è un importante centro di studi, scoperte e attività, un museo del territorio in evoluzione continua. Ecco un link consigliato per approfondimenti: http://www.rioloweb.it/arte-scuola/rocca.htm

Fonti: http://www.comune.rioloterme.ra.it/Turismo/La-Rocca-sforzesca, http://www.atlantide.net/jsps/296/MenuSX/356/Rocca_di_Riolo.jsp, http://www.terredifaenza.it/scoprire_territorio/arte_cultura/ter_castelli/pagina25-081.html, http://www.appenninoromagnolo.it/castelli/riolo.asp

Foto: da http://www.rioloweb.it/arte-scuola/rocca/riolo-aerea-rocca.jpg e da http://rioloterme.racine.ra.it/var/uploads/riolo/14e15cd2135676968218892

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