ARQUATA SCRIVIA (AL) - Castello
Dal secolo XI è citato nelle fonti come
castrum, ossia come luogo
fortificato, divenne proprietà del ramo estense degli Obertenghi, che, a sua
volta lo concesse nel 1003 a Pietro I vescovo di Tortona. Negli anni successivi
fu oggetto di contesa tra la Repubblica di Genova e i Comuni di Tortona,
Alessandria e Alba. Dopo le guerre del 1199 e del 1217 e del 1224, i
contendenti, stipulata la pace nel 1228, grazie alla mediazione del comune di Milano
decisero lo smantellamento del castello di Arquata, ma questo non bastò a
ristabilire la quiete che avvenne solo nel 1231 grazie ad un collegio di tre
arbitri, presieduto dal vescovo di Alba, assegnando infine Arquata a Tortona. Ricostruita
dai tortonesi a partire dal 1244, con la riedificazione del castello e del
borgo nuovo ai piedi di questo, nel 1278, fu concessa, in feudo, al capitano
tortonese Guglielmo VII del Monferrato. Nel 1310 il paese venne venduto, per
necessità finanziarie ad Opicino Spinola di Genova. Il 1313 è l'anno in cui
Arquata fu elevata al rango di Feudo imperiale ligure dall'imperatore Enrico
VII e concessa alla famiglia genovese degli Spinola di Luccoli. Arquata divenne
quindi una entità politica autonoma con il suo governo, il suo tribunale e le
sue leggi (lo statuto della città sarà redatto nel 1486). Nel 1641, Filippo
Spinola divenne marchese di Arquata, marchese del Sacro Romano Impero, mentre
il figlio fu insignito del titolo di conte di Vocemola, dall'Imperatore del
Sacro Romano Impero, Ferdinando III, oltreché la facoltà di battere moneta,
legittimare bastardi e laureare poeti. Nel 1644 viene inaugurata la zecca di
Arquata che iniziò la propria attività con la battitura del quarto di scudo di lira
genovese. Durante l’invasione napoleonica il 5 maggio 1796, dopo che un gruppo
di contadini arquatesi, tese un'imboscata ai soldati francesi, venne, per
ordine di Napoleone, saccheggiata e incendiata. L'anno successivo i francesi
abolirono i feudi imperiali liguri: ebbe quindi termine la lunga signoria degli
Spinola e l’autonomia della città. La nuova amministrazione comunale decise
l’annessione alla Repubblica Ligure, che a sua volta era incorporata al Primo
Impero francese. Sovrasta Arquata la torre, diventata simbolo del paese, con i
ruderi delle mura del castello risalenti alla metà del XII secolo, ma di
origine più antica. Il castello appartenne al Monastero Ambrosiano, fu
assediato da Federico I e successivamente passò più volte di mano tra le città
di Tortona e Genova. Del complesso rimane l'imponente torre parallelepipeda,
coronata superiormente da una triplice fascia laterizia di archetti ciechi.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Arquata_Scrivia, http://www.comune.arquatascrivia.al.it/?page_id=1476,
testo su libro "Castelli in Piemonte" di Rosella Seren Rosso (ed. 1999)
Foto: di Germana Bellotti su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/329196/view
e di Davide Papalini su https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Arquata_Scrivia-torre2.jpg
Nessun commento:
Posta un commento