MONTECHIARUGOLO (PR) - Castello Torelli
Nato come un avamposto militare della famiglia
Sanvitale, il feudo di Motechiarugolo fa risalire le sue origini all’inizio del
XIV secolo. Le fonti documentarie certificano che nel 1313 Giovannino
Sanvitale, insieme ad altri feudatari, si ribellò alla guelfa signoria di
Parma, passando a sostenere la fazione ghibellina. Fu così che una sostanziosa
armata capeggiata da Gilberto da Correggio, signore di Parma, si mise in marcia
alla volta di Montechiarugolo, ponendo l’assedio e conquistando il fortilizio. Finita
la signoria dei da Correggio a Parma arrivano i Rossi che la consegnano al
papato. Dopo alterne vicende nel 1348 la città di Parma venne a cadere sotto
l’influenza dei Visconti di Milano, le sorti si legarono così al casato
visconteo per circa duecento anni. Nel 1371 furono gli stessi Visconti che alla
ricerca di un avamposto militare verso Reggio arrivarono a Montechiarugolo. Il
Duca di Milano Gian Maria Visconti, per suggerimento di Ottobono Terzi capitano
dell’esercito milanese, donò il feudo di Montechiarugolo insieme a quello di
Guastalla a Guido Torelli, uno dei migliori condottieri dell’armata viscontea. La
considerazione goduta dal Torelli presso la corte milanese è altresì
certificata dal suo matrimonio con Orsina Visconti, cugina dei duchi lombardi. L’atto
di infeudazione è datato 3 ottobre 1406. Il castello di Montechiarugolo si erge
sulla riva sinistra del torrente Enza, nella strategica posizione di confine
tra il parmense ed il reggiano e poggia le fondamenta su un terrazzo naturale
da cui deriva il toponimo del suo nome Monticulus Rivoli. L’attuale
struttura, costruita sui resti di un vecchio nucleo duecentesco distrutto nel
1313, mostra l’impronta quattrocentesca conferitagli da Guido Torelli in
quella che lo storico cinquecentesco Bonaventura Angeli definisce come “una
rocca per quei tempi reputata fortissima e inespugnabile fabbrica”.
Successivamente, nel corso del Cinquecento, quando il castello venne vissuto da
illustri ospiti come Papa Paolo III e il re di Francia Francesco I, Pomponio Torelli, umanista e
letterato, gli diede nuovo splendore chiamandovi artisti e pittori dell’epoca. Con
la morte del figlio Pio (coinvolto nella congiura dei feudatari nel 1612 e
decapitato) finì l’illuminata signoria dei Torelli su Montechiarugolo e la
fortezza fu confiscata dalla Camera Ducale. Un piccolo fatto d’armi del 1796,
passato alla storia come il primo combattimento dell’Indipendenza italiana, fu
ricordato da Napoleone in una sua lettera e da Carducci nella sua orazione del
"I Centenario del Tricolore". Lo Stato Italiano lo vendette nel 1867
e venne acquistato da Antonio Marchi. E’ tuttora proprietà privata della famiglia.
Confinante con la strada che porta al Passo di Lagastrello verso la Toscana e
la Liguria, il castello ha perso una cerchia di mura ma ha conservato il
carattere di luogo ben fortificato nonostante la pianta irregolare. Oggi è
visitabile il cammino di ronda ad angoli smussati, coperto da un tetto in legno
a capriate, il salone decorato a grottesche, la fila di stanze di abitazione e
la splendida loggia con sottili colonne in pietra che reggono il soffitto a
travi di legno, quattrocentesco. Elegante il motivo a losanghe verdi e rosse
entro cui sono dipinti lo stemma dei Torelli e quello dei Visconti, che decora
la parete e il parapetto. Si accede alla struttura merlata dal ponte levatoio,
accolti da splendide sale affrescate, dove leggenda vuole ancora si aggiri il
fantasma della Fata Bema. Arrivata per la prima volta a Montechiarugolo nel
1593, durante una visita che Ranuccio I fece ai conti Torelli, gli propose di
leggergli la mano. La Bema vagava accompagnata da due fedeli servitori,
predicendo il futuro ai vari signorotti e popolani che incontrava. Ranuccio,
che aveva un vero terrore per tutto ciò che riguardava l'occulto, ordinò
immediatamente l'arresto della ragazza e la sua reclusione nel carcere della
Rocchetta, dando inizio a una serie di fughe e peregrinazioni della poveretta
per sfuggire alla persecuzione del Duca. Bema finì comunque la sua vita a
Montechiarugolo, amata e ben voluta dalla gente del borgo, tanto che oggi è
ricordata come un gentile fantasma, che appare alle giovani donne alla vigilia
delle nozze per istruirle sulla loro nuova vita. Si dice che nella notte del 18
maggio, nelle stanze private del castello appaia il Fantasma della fata Bema.
La bella fanciulla torna nel suo castello sperando di rivedere l'uomo amato. Nel
castello di Montechiarugolo sono state girate alcune scene della terza stagione
della serie televisiva "I Borgia".
Fonti: http://www.castellodimontechiarugolo.it/
(sito ufficiale che merita una visita apposita per approfondire), http://turismo.comune.parma.it/it/canali-tematici/scopri-il-territorio/personaggi-storia-tradizioni/riti-leggende/il-fantasma-del-castello-di-montechiarugolo,
http://www.castellidelducato.it/castellidelducato/castello.asp?el=castello-di-montechiarugolo-regno-fata-bema,
http://turismo.comune.parma.it/it/canali-tematici/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/castello-di-montechiarugolo,
scheda del Dott. Andrea Orlando su http://www.icastelli.it/castle-1235754910-castello_di_montechiarugolo-it.php
(anche in questo caso suggerisco una visita del link per raccogliere altre
notizie)
Foto: la prima è una cartolina
della mia collezione, mentre la seconda è di Sebastiano Minniti su http://www.minniti.info/main/php/0669.php
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