martedì 21 luglio 2015

Il castello di martedì 21 luglio






VENEZIA - Castello di Mestre (Torre dell'Orologio)

Con castello di Mestre si possono intendere due fortezze distinte, meglio note come Castelvecchio e Castelnuovo, erette a difesa del borgo e del porto di Mestre e oggi scomparsi. Eretto nell'XI secolo dai Vescovi di Treviso, signori del luogo, già feudo dei conti trevisani e poi della famiglia Collalto, Castelvecchio si ergeva la dove si separavano i due rami del fiume Marzenego, ad occidente del borgo di San Lorenzo, pressappoco dove oggi sorge l'ex ospedale Umberto I (l'accesso dal Terraglio era l'attuale via Castelvecchio). La funzione della fortezza era di controllare la zona in cui sorgeva l'importante porto di Cavergnago, lo scalo fluviale che garantiva gli scambi tra Treviso e Venezia e tra questa e l'intera terraferma. L'esistenza del castello in questo periodo è testimoniata anche dalla bolla pontificia "Justis fratrum" del 1152 con cui papa Eugenio III riconosceva al vescovo Bonifacio la proprietà del castello, del porto e del borgo. Già assalito nel 1237, il castello venne conquistato da Ezzelino da Romano verso il 1245 che lo occupò sino al 1250. Nel 1257, infine, il vescovo Adalberto III Ricco venne costretto a cederne la signoria al fratello di Ezzelino, Alberico da Romano, podestà di Treviso. Il comune trevisano prese allora ad inviare un capitano per il governo della fortezza e del borgo. Nel 1274 il vecchio castello venne quasi completamente distrutto da un furioso incendio. Nel 1317 Cangrande della Scala incominciò a minacciare Treviso, che come contromisure rinforzò tra l'altro il castello di Mestre. Nel 1318 gli Scaligeri tentarono a più riprese di conquistare la piazzaforte, che però resistette contro ogni aspettativa. Nel 1323, però, il castello passò, assieme a Treviso, sotto il dominio veronese. La signoria scaligera fu però breve, minacciata dalla crescente potenza dei veronesi sulla terraferma, Venezia reagì infatti avviando una fase di conquista destinata a renderla in breve tempo padrona dell'intero Veneto. Nel 1337, dunque, il castello venne conquistato corrompendone la guarnigione e, il 29 settembre, passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia, che avviò la costruzione del Castelnuovo. Ancora nel 1380 i Carraresi chiedevano a Venezia la concessione, assieme al Castelnuovo, dell'ancora esistente Castelvecchio. Questo venne comunque progressivamente abbandonato, fino a risultare completamente disabitato nel 1453, quando il doge Francesco Foscari concesse ai frati veneziani di San Salvador di costruire al suo posto un monastero, realizzato tra il 1468 e il 1470. Il Castelnuovo, cioè il nucleo primitivo dell'attuale città di Mestre, era caratterizzato dalla diramazione di tre grandi vie di terra: la strada Padovana (oggi Via Miranese) verso Padova, il Terraglio verso Treviso e la Castellana (oggi Strada statale 245 Castellana) verso Trento e il Tirolo. Dopo la conquista veneziana del 1337, le nuove necessità strategiche, dettate anche dalla creazione di un nuovo canale artificiale, la Fossa Gradeniga, che - congiungendo direttamente il borgo di Mestre alla laguna di Venezia - accresceva l'importanza della cittadina rispetto al vecchio porto di Cavergnago e al corso del Marzenego, spinsero a realizzare una nuova e più ampia fortezza. Il nuovo complesso difensivo sorse più a est del Castelvecchio (che era sul sito del Castrum romano) e a nord del borgo, la dove già esistevano precedenti torri difensive, delle case-torri appartenenti alle famiglie signorili della zona. Nel 1108 i Conti di Collalto eressero la Torre di Mestre dando così origine al nuovo sito (castello) della città. Il nuovo castello comprendeva in complesso undici torri (ma forse addirittura quindici o diciassette), con tre porte, costituite appunto dalle preesistenti torri: la Porta Altino o dei Molini, ad est, la Porta Belfredo, ad ovest, e la Porta di Borgo o della Loza ("della loggia"), a sud. Queste porte erano anche dette torri daziarie, giacché qui si riscuotevano i dazi dovuti sui commerci. La pianta era a forma di scudo ed il perimetro misurava più di un chilometro. Al centro si ergeva il Mastio, dove in seguito venne realizzata la Provvederia. Di fronte si trovava il Palazzo del Capitano, dove risiedeva il rettore veneziano, con titolo di Podestà e Capitano. Le torri principali erano poste all'estremità settentrionale, accogliendo alloggiamenti e depositi di armi. Il tutto era circondato da un fossato, alimentato con le acque del Marzenego. Nel 1509, durante la Guerra della Lega di Cambrai, le forze veneziane in ritirata dopo la sconfitta nella battaglia di Agnadello, si asserragliarono al comando del Pitigliano nel castello di Mestre, che divenne l'estremo baluardo sulla terraferma e da dove partirono le spedizioni in soccorso di Treviso, assediata, e alla riconquista di Padova, occupata dagli Imperiali. Nel 1513, però, il castello dovette nuovamente affrontare l'assalto nemico, questa volta da parte dei Francesi, che riuscirono a darlo alle fiamme, venendo però ugualmente respinti. A onore dell'eroica resistenza la città ricevette dalla Serenissima il titolo di Mestre Fidelissima. Nel Settecento, ormai gravemente indebolite e rese inutili dalle nuove tecniche belliche, le mura del castello furono demolite: di esse restarono solo la Torre dell'Orologio (l'antica Porta di Borgo) e la gemella Torre Belfredo. Quest'ultima venne poi a sua volta abbattuta nel XIX secolo. Nella via Torre Belfredo la pavimentazione stradale riporta i segni delle fondazioni nel sito dell'antica torre. I pochi resti del Castelnuovo attualmente visibili sono (dalla Torre Civica, in "senso orario" nella pianta del castello): lacerto di mura all'interno del cortile della "Cassa di Risparmio"; i giardini di Via Torre Belfredo (nell'ex alveo del fossato del castello) dove appaiono circa 150 mt. della Murata ed anche un "torricino" (successivamente modificato ad abitazione); i segni sulla pavimentazione della demolita Torre Belfredo nell'omonima via; la "Torre angolare" di via Spalti (all'interno dello spazio dell'autorimessa comunale), anch'essa nel 700 modificata ad abitazione; il disegno (nella pavimentazione stradale) del ponte prospiciente la "Torre Altinate" (la terza porta del Castello di Mestre, quella sulla strada per Altino, oggi "via Caneve") e le fondazioni di un torricino intermedio riscoperte ai primi anni 2000 e situate "proprio all'angolo" nell'odierno piazzale Parco Ponci. Alla fine del Cinquecento la torre civica fu dotata di un orologio che guardava verso Via Palazzo. All'inizio del XVII secolo l'edificio veniva rappresentato parzialmente diroccato, tuttavia in una mappa del 1614 appare già restaurato e parzialmente modificato con la costruzione al suo fianco di un'altra porta, che permetteva di transitare dalla Piazza Maggiore verso il borgo Mestre. Sempre in questo periodo alla torre furono addossate anche delle case e infine si realizzò un altro orologio per far vedere le ore anche dalla Piazza. Prima del 1796 fu abbattuto il muro di cinta del Castelnuovo di cui rimane traccia anche sul muro esterno del lato ovest della torre. Tra l'Ottocento e il Novecento l'edificio subì due interventi di restauro. Con il primo furono aperti tre passaggi al piano terra, per realizzare un porticato, e due piccole finestrelle sul lato ovest; si demolì la torricella che conteneva la campana collocata sul tetto, si costruirono i merli e fu installato un nuovo meccanismo per l'orologio. Chi si occupava di farlo funzionare poteva usare i locali della torre a suo piacimento; fu così che per un lungo periodo venne utilizzata come magazzino, bottega da caffè e abitazione privata. Tra il 1848 e il 1849 fu torre di avvistamento per l'esercito austriaco. Durante il secondo restauro furono asportati i resti degli affreschi antichi che ricoprivano le murature esterne e per l'ennesima volta fu sistemato il tetto e sostituito nuovamente l'orologio che non funzionava. All'inizio del XX secolo vennero aperte due finestrelle a fianco del quadrante dell'orologio rivolto alla Piazza, che dovevano indicare le ore, come quelle della torre di Piazza san Marco. Pochi anni dopo si avanzò l'ipotesi di trasformare la torre in acquedotto. Durante il Ventennio fascista si riunivano tra le sue mura le brigate nere della cui propaganda politica rimane traccia negli affreschi parzialmente visibili al piano terra. Fino al 1950 ripresero le affittanze e in seguito il Comune di Venezia adibì la torre a deposito dell'Archivio cittadino. Nel 1976 un forte terremoto mise a dura prova le strutture e per questo venne svuotata dagli incartamenti in attesa dell'ennesimo intervento di restauro. Nell'aprile 2009 sono cominciati i lavori per "liberare" la Torre dell'Orologio dagli edifici costruiti a ridosso della stessa durante l'espansione edilizia del secondo dopoguerra. La campana della torre dell'orologio o castello di Mestre è fissa ed è di nota La3. La campana viene percossa da un elettrobattente situato all'interno di quest'ultima. È da tanto che essa non suona più e non si sa il perché di ciò.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Mestre, http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9228

Foto: di rsvisual su http://wikimapia.org/10219486/it/Torre-dell-orologio e da http://www.steden.net/italie/mestre/torre-dellorologio/

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