VENEZIA - Castello di Mestre (Torre dell'Orologio)
Con
castello di Mestre si
possono intendere due fortezze distinte, meglio note come
Castelvecchio e
Castelnuovo, erette a difesa del borgo
e del porto di Mestre e oggi scomparsi. Eretto nell'XI secolo dai Vescovi di
Treviso, signori del luogo, già feudo dei conti trevisani e poi della famiglia Collalto,
Castelvecchio si ergeva la dove si separavano i due rami del fiume Marzenego,
ad occidente del borgo di San Lorenzo, pressappoco dove oggi sorge l'ex
ospedale Umberto I (l'accesso dal Terraglio era l'attuale via Castelvecchio).
La funzione della fortezza era di controllare la zona in cui sorgeva
l'importante porto di Cavergnago, lo scalo fluviale che garantiva gli scambi tra
Treviso e Venezia e tra questa e l'intera terraferma. L'esistenza del castello
in questo periodo è testimoniata anche dalla bolla pontificia "Justis
fratrum" del 1152 con cui papa Eugenio III riconosceva al vescovo
Bonifacio la proprietà del castello, del porto e del borgo. Già assalito nel 1237,
il castello venne conquistato da Ezzelino da Romano verso il 1245 che lo occupò
sino al 1250. Nel 1257, infine, il vescovo Adalberto III Ricco venne costretto
a cederne la signoria al fratello di Ezzelino, Alberico da Romano, podestà di
Treviso. Il comune trevisano prese allora ad inviare un
capitano per il
governo della fortezza e del borgo. Nel 1274 il vecchio castello venne quasi
completamente distrutto da un furioso incendio. Nel 1317 Cangrande della Scala
incominciò a minacciare Treviso, che come contromisure rinforzò tra l'altro il
castello di Mestre. Nel 1318 gli Scaligeri tentarono a più riprese di
conquistare la piazzaforte, che però resistette contro ogni aspettativa. Nel 1323,
però, il castello passò, assieme a Treviso, sotto il dominio veronese. La
signoria scaligera fu però breve, minacciata dalla crescente potenza dei
veronesi sulla terraferma, Venezia reagì infatti avviando una fase di conquista
destinata a renderla in breve tempo padrona dell'intero Veneto. Nel 1337,
dunque, il castello venne conquistato corrompendone la guarnigione e, il 29
settembre, passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia, che avviò la
costruzione del
Castelnuovo. Ancora nel 1380 i Carraresi chiedevano a
Venezia la concessione, assieme al
Castelnuovo, dell'ancora esistente
Castelvecchio.
Questo venne comunque progressivamente abbandonato, fino a risultare
completamente disabitato nel 1453, quando il doge Francesco Foscari concesse ai
frati veneziani di San Salvador di costruire al suo posto un monastero,
realizzato tra il 1468 e il 1470. Il Castelnuovo, cioè il nucleo primitivo
dell'attuale città di Mestre, era caratterizzato dalla diramazione di tre
grandi vie di terra: la strada Padovana (oggi Via Miranese) verso Padova, il Terraglio
verso Treviso e la Castellana (oggi Strada statale 245 Castellana) verso Trento
e il Tirolo. Dopo la conquista veneziana del 1337, le nuove necessità
strategiche, dettate anche dalla creazione di un nuovo canale artificiale, la Fossa
Gradeniga, che - congiungendo direttamente il borgo di Mestre alla laguna di
Venezia - accresceva l'importanza della cittadina rispetto al vecchio porto di
Cavergnago e al corso del Marzenego, spinsero a realizzare una nuova e più
ampia fortezza. Il nuovo complesso difensivo sorse più a est del
Castelvecchio
(che era sul sito del Castrum romano) e a nord del borgo, la dove già
esistevano precedenti torri difensive, delle case-torri appartenenti alle
famiglie signorili della zona. Nel 1108 i Conti di Collalto eressero la Torre
di Mestre dando così origine al nuovo sito (castello) della città. Il nuovo
castello comprendeva in complesso undici torri (ma forse addirittura quindici o
diciassette), con tre porte, costituite appunto dalle preesistenti torri: la
Porta
Altino o
dei Molini, ad est, la
Porta Belfredo, ad ovest, e
la
Porta di Borgo o
della Loza ("della loggia"), a sud.
Queste porte erano anche dette
torri daziarie, giacché qui si
riscuotevano i dazi dovuti sui commerci. La pianta era a forma di scudo ed il
perimetro misurava più di un chilometro. Al centro si ergeva il Mastio, dove in
seguito venne realizzata la Provvederia. Di fronte si trovava il
Palazzo del
Capitano, dove risiedeva il rettore veneziano, con titolo di Podestà
e Capitano.
Le torri principali erano poste all'estremità settentrionale, accogliendo
alloggiamenti e depositi di armi. Il tutto era circondato da un fossato,
alimentato con le acque del Marzenego. Nel 1509, durante la Guerra della Lega
di Cambrai, le forze veneziane in ritirata dopo la sconfitta nella battaglia di
Agnadello, si asserragliarono al comando del Pitigliano nel castello di Mestre,
che divenne l'estremo baluardo sulla terraferma e da dove partirono le
spedizioni in soccorso di Treviso, assediata, e alla riconquista di Padova,
occupata dagli Imperiali. Nel 1513, però, il castello dovette nuovamente
affrontare l'assalto nemico, questa volta da parte dei Francesi, che riuscirono
a darlo alle fiamme, venendo però ugualmente respinti. A onore dell'eroica
resistenza la città ricevette dalla Serenissima il titolo di
Mestre
Fidelissima. Nel Settecento, ormai gravemente indebolite e rese inutili
dalle nuove tecniche belliche, le mura del castello furono demolite: di esse
restarono solo la Torre dell'Orologio (l'antica
Porta di Borgo) e la
gemella Torre Belfredo. Quest'ultima venne poi a sua volta abbattuta nel XIX
secolo. Nella via Torre Belfredo la pavimentazione stradale riporta i segni
delle fondazioni nel sito dell'antica torre. I pochi resti del Castelnuovo
attualmente visibili sono (dalla Torre Civica, in "senso orario"
nella pianta del castello): lacerto di mura all'interno del cortile della
"Cassa di Risparmio"; i giardini di Via Torre Belfredo (nell'ex alveo
del fossato del castello) dove appaiono circa 150 mt. della Murata ed anche un
"torricino" (successivamente modificato ad abitazione); i segni sulla
pavimentazione della demolita Torre Belfredo nell'omonima via; la "Torre
angolare" di via Spalti (all'interno dello spazio dell'autorimessa
comunale), anch'essa nel 700 modificata ad abitazione; il disegno (nella
pavimentazione stradale) del ponte prospiciente la "Torre Altinate"
(la terza porta del Castello di Mestre, quella sulla strada per Altino, oggi
"via Caneve") e le fondazioni di un torricino intermedio riscoperte
ai primi anni 2000 e situate "proprio all'angolo" nell'odierno
piazzale Parco Ponci.
Alla fine del Cinquecento la torre civica fu dotata di un
orologio che guardava verso Via Palazzo. All'inizio del XVII secolo l'edificio
veniva rappresentato parzialmente diroccato, tuttavia in una mappa del 1614
appare già restaurato e parzialmente modificato con la costruzione al suo fianco
di un'altra porta, che permetteva di transitare dalla Piazza Maggiore verso il
borgo Mestre. Sempre in questo periodo alla torre furono addossate anche delle
case e infine si realizzò un altro orologio per far vedere le ore anche dalla
Piazza. Prima del 1796 fu abbattuto il muro di cinta del Castelnuovo di cui
rimane traccia anche sul muro esterno del lato ovest della torre.
Tra l'Ottocento e il
Novecento l'edificio subì due interventi di restauro. Con il
primo furono aperti tre passaggi al piano terra, per realizzare un porticato, e
due piccole finestrelle sul lato ovest; si demolì la torricella che conteneva
la campana collocata sul tetto, si costruirono i merli e fu installato un nuovo
meccanismo per l'orologio. Chi si occupava di farlo funzionare poteva usare i
locali della torre a suo piacimento; fu così che per un lungo periodo venne
utilizzata come magazzino, bottega da caffè e abitazione privata. Tra il 1848 e
il 1849 fu torre di avvistamento per l'esercito austriaco. Durante il secondo
restauro furono asportati i resti degli affreschi antichi che ricoprivano le
murature esterne e per l'ennesima volta fu sistemato il tetto e sostituito
nuovamente l'orologio che non funzionava.
All'inizio del XX secolo
vennero aperte due finestrelle a fianco del quadrante dell'orologio rivolto
alla Piazza, che dovevano indicare le ore, come quelle della torre di Piazza
san Marco. Pochi anni dopo si avanzò l'ipotesi di trasformare la torre in
acquedotto. Durante il Ventennio fascista si riunivano tra le sue mura le
brigate nere della cui propaganda politica rimane traccia negli affreschi
parzialmente visibili al piano terra. Fino al 1950 ripresero le affittanze e in
seguito il Comune di Venezia adibì la torre a deposito dell'Archivio cittadino.
Nel 1976 un forte terremoto mise a dura prova le strutture e per questo venne
svuotata dagli incartamenti in attesa dell'ennesimo intervento di restauro. Nell'aprile
2009 sono cominciati i lavori per "liberare" la Torre dell'Orologio
dagli edifici costruiti a ridosso della stessa durante l'espansione edilizia
del secondo dopoguerra. La campana della torre dell'orologio o castello di
Mestre è fissa ed è di nota La3. La campana viene percossa da un
elettrobattente situato all'interno di quest'ultima. È da tanto che essa non
suona più e non si sa il perché di ciò.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Mestre, http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9228
Foto: di rsvisual su http://wikimapia.org/10219486/it/Torre-dell-orologio e da
http://www.steden.net/italie/mestre/torre-dellorologio/
Nessun commento:
Posta un commento