RUDA (UD) – Castello in frazione Saciletto
Il toponimo “Saciletto” ha a che vedere con le
rogge di risorgiva
che ne solcano il territorio. L’ipotesi più recente è che il nome derivi da
Sac,
ovvero ansa di fiume. Infatti, se osserviamo il luogo dove sorgeva l’antico
abitato di Saciletto, è possibile vedere come il percorso di numerose rogge di
risorgiva lo circondava come in una conca. La storia di Saciletto si confonde
con la storia del suo
celebre castello: alcuni storici suppongono sia già
esistito in epoca longobarda con funzioni di vedetta, facente parte della
linea difensiva della Bassa friulana. Un longobardo,
Andreas de Zazil,
citato nel 1139, avrebbe posto la prima pietra del “Castrum Zazilet”. Sin dal 1263
è documentata la presenza di una struttura fortilizia, il
Castrum Zazilet.
A partire dal XIII secolo, il
castrum Zazilét fungeva da postazione di
controllo dell'antica strada che collegava Aquileia a Cividale del Friuli.
Proprio a causa della sua strategicità logistica, il castello fu più volte
oggetto di contesa fra i conti di Gorizia ed il patriarca d'Aquileia. Acquistato
nel 1303 dal Patriarca di Aquileia Ottobuono di Razzi per contestare le mire sulla
Bassa friulana dei Conti di Gorizia, fu da questi ultimi attaccato e distrutto
nel 1309. E così rimase a lungo in rovina, tanto che da tutti la località
veniva ricordata come "Sacilettum Castrum Desolatum", sino al XV
secolo. Il 16 maggio 1491 venne venduto dalla Repubblica di Venezia a
Bernardino Floriano Antonini che lo ristrutturò e destinò ad usi residenziali. Gli
Antonini rimasero proprietari sino alla fine del XIX secolo, quando poi passò
al Conte Roma. Nei primi giorni di guerra del 1915 l’Italia conquistò
rapidamente le terre a destra dell’Isonzo, tra cui Ruda. Questa venne a
trovarsi presso il fronte e il castello divenne sede del Tribunale
militare. Dopo il conflitto, il castello di Saciletto venne acquistato nel
1923 da Enrico Paolo Salem, futuro podestà di Trieste, che lo ristrutturò con
linee romantiche, tra cui spicca la torre. Venne requisito dai Tedeschi nella
II Guerra Mondiale e molte suppellettili andarono perse. Venne quindi
acquistato dai marchesi D' Angeri-Pilo di Boyl sino alla fine del Novecento,
quando venne acquistato dal sig. Volpato, che ha proceduto a ristrutturarlo. Oggi
è un'abitazione privata. Il complesso architettonico, racchiuso in una cinta
muraria di stile neogotico, è costituito dalla villa, dalla cappella gentilizia
dedicata a Sant’Antonio da Padova e dagli annessi rustici. La pianta ha un
andamento poligonale irregolare. Un ampio giardino paesaggistico con piante di
alto fusto e arbustive di varie e raffinate essenze si sviluppa all'interno
della recinzione neogotica che racchiude anche l'edificio principale. Il corpo
gentilizio, fortemente condizionato dall'assetto del fortilizio preesistente,
si presenta come un palazzetto: un elemento a torre caratterizza la parte
centrale e su una delle facciate interne è collocata una meridiana.La cappella
gentilizia è una costruzione che viene fatta risalire ad anni compresi tra il
tardo XVII secolo e i primi del secolo successivo. Altro link consigliato:
http://www.consorziocastelli.it/icastelli/udine/saciletto
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