venerdì 19 febbraio 2016

Il castello di venerdì 19 febbraio






GALATONE (LE) - Palazzo Marchesale

Nel Medioevo il territorio di Galatone fu soggetto a occupazioni e scorrerie da parte di Saraceni, Ungari e Bizantini. Con la dominazione bizantina si svilupparono l'agricoltura e l'allevamento e si registrò un notevole incremento demografico. Sorsero piccole comunità rurali (Choría) dedite all'agricoltura, Tabelle, Tabelluccio, Fulcignano, San Cosma, Fumonegro Morice e Renda, le quali furono in seguito abbandonate e le popolazioni residenti si stanziarono nel casale di Galatone. Nel XV secolo subì l'assedio di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo che rase al suolo una parte della cinta muraria. Dopo la morte dell'Orsini, avvenuta nel 1463, per Galatone seguì un lungo periodo di pace, interrotta dall'invasione turca del 1480 e dall'invasione dei veneziani quattro anni più tardi. Agli Orsini successero i Castriota, con la scomparsa dei quali, il feudo passò nelle mani della Corona che lo vendette ad una facoltosa famiglia genovese. Dal 1556 appartenne ai Squarciafico i quali diedero prosperità e crescita culturale costruendo nel 1570 un ospedale per poveri gestito dal clero. Nel XVII secolo il feudo fu retto dai Pinelli. Il XVIII secolo fu caratterizzato da una vita politica poco vivace a causa delle frequenti elezioni di Sindaci, sistematicamente esautorati da un governatore prepotente e accentratore. Nel 1743 la storia di Galatone fu sconvolta da un terribile terremoto, che procurò il crollo di parte delle mura cittadine, di porta San Sebastiano, del palazzo marchesale e di molte abitazioni, ma portò anche nuova linfa nello sviluppo edilizio del paese. Il complesso architettonico del Palazzo Marchesale, insiste in un’area di circa tremila metri quadrati e si articola in tre bracci edificati disposti intorno ad un cortile centrale, chiuso verso la piazza da una torre di epoca angioina (che ha assolto al compito di difesa e di repressione) e da uno sfarzoso portale cinquecentesco con le insegne degli Squarciafico. La torre, a pianta tronco-piramidale alla base e cubica nella parte finale, non presenta importanti linee architettoniche in quanto le forme sono quelle essenziali dell'architettura militare romanica. Probabilmente fu edificata in periodo Angioino con feudatari i Bellotti. La struttura scarna non è adatta a resistere ai colpi delle armi da fuoco pesanti. Solo alcune caditoie assicuravano un contributo di difesa piombante. Unica concessione decorativa il cordolo posto alla fine della scarpa. Una perfetta similitudine formale si riscontra nella torre angioina inglobata nel castello cinquecentesco di Copertino. Come appare nei dipinti cinque-seicenteschi, conservati nei templi galatei e come descritto dell’ “Apprezzo della terra di Galatone” del 1734, la torre era dotata di merlatura e di quattro torrette d’angolo in pietra. Sino alla fine dell’ottocento, la Torre era contornata da un fossato e da un vallo. Al piano terra, sotto una volta a botte, le carceri. Questo piano inizialmente era raggiungibile solo dalla scaletta, ancora esistente, inserita all’interno della muraglia sud. Solo dopo la metà del 1500 si aprì una porticina sul lato ovest. Il piano superiore era raggiungibile attraverso il ponte levatoio a singola trave, di cui se ne vede ancora chiaramente la sagoma negli incassi murari sul lato ovest. Il ponte, aperto poggiava su di un battiponte, posto su un torrino munito di scala a chiocciola interna. La grande sala superiore, con la volta a crociera ogivale e camino alla romana, costituiva un rifugio sicuro in caso d’assedio. In epoca ottocentesca fu aperta la larga breccia sulla piazza ancora oggi usata come ingresso alla torre. Il piano terreno ha svolto anche funzioni di stalla e locanda. La Torre è stata restaurata nel 1969 e da allora ospita la Pro Loco. Molteplici sono le fasi di costruzione del palazzo. La genesi del complesso si deve far risalire al’XI secolo quando il casale galateo controllava il percorso istmico che collegava l’antico porto di Roca con Nardò ed il suo porto Nauna, l’odierna Santa Maria Al Bagno. Si conoscono i feudatari di Galatone solo dal 1192, anno in cui Galatone e Fulcignano furono donati al “milite Falcone”. Di questo periodo è la muratura che si nota nell’angolo sinistro del cortile. Alla famiglia Falcone successe in periodo svevo, prima metà del 1200, la famiglia Gentile da Nardò. A questa epoca si fanno risalire dei brani murari sulle facciate interne del Palazzo, caratterizzati dagli archi passanti a sesto acuto. Nel 1265 il Regno di Puglia passò agli Angioini. Nel feudo si successero svariati signori. Nei 1334  è accertata la prima estesa fortificazione urbana mentre risultano infeudati i baroni Bellotti. Nel 1407 Galatone è di Ottino De Cariis, detto il Malacarne. Nel 1486 si ha l’avvento del marchese macedone Giovanni Granai Castriota. Gli Squarciafico acquistarono Galatone nel 1556. Nel 1588 era di Cosimo Pinelli Junior. Poi Galeazzo Pinelli sposò Giustiniana Pignatelli. Furono i Pinelli-Pignatelli a edificare, negli anni a cavallo fra il Cinquecento ed il primo decennio del Seicento, la facciata monumentale. Il palazzo rimase di proprietà dei Belmonte sino al 1927, anno in cui la marchesa Anna Ravaschieri Fieschi Pinelli Pignatelli Granito ne fece dono all’ordine dei Frati Minori Terziari dell’Addolorata. A loro rimase sino al 1981 quando il palazzo venne acquisito dal Comune di Galatone. Il restauro iniziato nel 1985 si è protratto fino al 2009, con la necessità di ulteriori fondi per il definitivo completamento. Nella lesena all'angolo occidentale della facciata sono presenti gli stemmi araldici delle famiglie feudatarie degli Squarciafico, dei Pinelli, dei Pignatelli e dei Grillo. Gli ambienti interni, danneggiati e rimaneggiati in seguito al sisma del 1743 che causò il crollo della parte nord della struttura, comprendono le stalle e i locali della servitù al piano terra, le stanze della nobiltà al piano superiore. A testimonianza dell'antico splendore dell'edificio, rimangono il portale e le eleganti finestre decorate con motivi floreali e mascheroni - di gusto tardo-cinquecentesco - che guardano verso la piazza SS. Crocifisso e su via castello. Per approfondire, vi invito a leggere le schede di Giuseppe Resta su http://www.mondimedievali.net/castelli/Puglia/lecce/galatone.htm e su http://www.mondimedievali.net/castelli/Puglia/lecce/galatone2.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Galatone, http://www.comune.galatone.le.it/territorio/da-visitare/item/palazzo-marchesale, http://prolocogalatone.altervista.org/index.php/galatone/centro-storico/30-palazzo-marchesale-.html

Foto: la prima è presa da http://www.nelsalento.com/guide/galatone.html, la seconda è presa da http://www.salentoviaggi.it/public/localita/1_Torre-Pignatelli.jpg

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