VALLEFOGLIA (PU) - Castello di Montefabbri
Nel corso del XIII sec. le sorti del castello furono
legate a quelle delle più potenti Urbino e Rimini, e delle famiglie ghibelline
(Montefeltro)
e guelfe
(Malatesta)
che guidavano le due città. Scomparsa la famiglia feudale dominante per
circostanze sconosciute, in epoca rinascimentale Montefabbri fu sempre più
legato alla città feltresca, di cui rappresenta un avamposto difensivo
strategico lungo la strada verso il mare, ed era spesso teatro di cruente
battaglie come vero e proprio territorio di frontiera tra romagna e pesarese.
Nonostante le battaglie, le campagne mercenarie, l’alternanza di potere tra
Montefeltro e Chiesa, all’inizio del ‘400 la vita della popolazione era
accompagnata da discreta attività economica - artigianale e di scambio
all’interno del castello, agricola nelle campagne circostanti dove erano sorti
anche villaggi e case sparse - che si consolidò sul finire del secolo,
beneficiando del buon momento urbinate sotto la guida di Federico da Montefeltro.
La contemporanea realizzazione del Mulino Idraulico di Pontevecchio
testimonia che, come gli altri castelli della zona, Montefabbri conobbe un
lungo periodo di tranquillità in cui si intensificarono gli scambi e gli arrivi
di maestranze e artigiani provenienti da altre zone italiane. Durante questo
periodo un architetto civile e militare della scuola urbinate, allievo del Genga e noto in tutte le corti del tempo, Francesco Paciotti
originario di Colbordolo per via paterna, acquistò svariate proprietà in
Montefabbri che poi, nel 1578 fu ceduta in feudo dal duca di Urbino Francesco Maria II Della
Rovere al Paciotti stesso, allora 57enne, che fu signore di
Montefabbri fino alla morte (1591). Dopo di lui, i suoi discendenti legarono
il nome della famiglia Paciotti al feudo di Montefabbri per un lungo periodo (fino al 1744)
durante il quale il ducato di Urbino passò alla Chiesa. Sotto i Paciotti
nonostante le difficoltà e la carestia, si attivò una fabbrica di ceramiche,
vennero avviati lavori di miglioramento della chiesa di San Gaudenzio,
effettuati quelli di ampliamento del palazzo del signore, istituito un
archivio, acquisito il mulino di Pontevecchio attraverso il quale venne dato un
generale impulso all’economia e alle attività artigianali, soprattutto sotto il
Conte
Guidubaldo. Estinta la famiglia Paciotti Montefabbri fu riunito
alla città di Urbino. Nel 1868 perse
l'autonomia amministrativa e fu definitivamente annesso al Comune di Colbordolo,
oggi Comune
di Vallefoglia dopo la fusione con il Comune di Sant'Angelo in
Lizzola avvenuta nel 2014. Il Castello di Montefabbri svetta
solitario, protetto dalle sue mura che hanno contribuito a mantenere nel tempo
gli antichi caratteri e un ritmo di vita scandito dalle stagioni. La sua
struttura originaria, di stampo medievale, è completamente intatta come pur
incontaminato è l’ambiente circostante, a tal punto da avere l’impressione che
a Montefabbri il tempo si sia fermato. Ai visitatori sembra di fare un bel
viaggio nel passato. Dal 2006 fa parte del club “I Borghi più Belli
d’Italia” e nel 2008 è stato proclamato “Borgo
dei Sogni” da parte della provincia di Pesaro e Urbino. Sorge su un
colle posto a 319 metri s.l.m. a 14 chilometri da Urbino, 20 da Pesaro e
40 da Rimini . All'interno del borgo, dentro la cinta muraria del XII secolo,
tante meraviglie... Sopra l’arco d'ingresso fa bella mostra di sé la Madonna del latte,
in pietra arenaria del XV secolo. Ma la vera sorpresa è la Pieve di San Gaudenzio che conserva le più antiche opere
decorative in stucco delle Marche, scagliole in bianco e nero del medesimo
autore: paliotti, pannelli e lapidi risalenti alla fine del XVII secolo.
La chiesa è ricca di marmi, ha una cripta del XII secolo dove sono
custodite le spoglie di Santa Marcellina (patrona del borgo) e una
quattrocentesca torre campanaria alta 25 m. Si racconta che sul catino del
battistero, ricavato da un cippo marmoreo romano, sia stato battezzato il Beato Giansante
Brancorsini di Montefabbri.
Il castello visse la sua rinascita economico-sociale dalla metà del XVI secolo
fino al 1744
con il conte del feudo, l’architetto civile e militare Francesco Paciotti
e la sua famiglia. Dopo svariati utilizzi nel tempo, legati alle funzioni
dell'ente pubblico, la porta d'accesso al borgo storico di Montefabbri è stata definitivamente
ristrutturata nel 2008 con un contributo provinciale legato al progetto “Centoborghi”.
Gli interventi di restauro conservativo della porta con le sue opere lapidee e
la costruzione di una scala esterna per un più agevole accesso al locale
sovrastante, consentono oggi di utilizzare la costruzione per incontri ed
esposizioni.
Fonti: http://www.avventuramarche.it/dettaglio_scheda.asp?id_scheda=387,
http://www.terrediurbino.it/it/db/13665/colbordolo/luogo-o-citt%C3%A0/borgo/montefabbri-un-borgo-incantevole.aspx
Foto: la prima è presa da http://www.bitn.it/l196/centro_italia/marche/montefabbri,
la seconda è presa da http://viaggiesorrisi.com/2015/03/07/montefabbri-un-borgo-da-riscoprire/
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