CHIURO (SO) - Torre di Castionetto
La massiccia torre che sorge a Chiuro in contrada
Castionetto ad una altitudine di 689 mt s.l.m. Alcune caratteristiche
costruttive hanno portato degli studiosi a collocare la sua edificazione attorno
al XIV secolo, mentre invece appare accertata con maggiore sicurezza l'appartenenza
dell'edificio al nobiluomo Stefano Quadrio, fedele dei Visconti, e vincitore
della battaglia di Delebio nel corso della quale, fra il 18 e il 19 novembre
1432, le truppe viscontee ebbero ragione dell'esercito della Repubblica di
Venezia che aveva occupata buona parte della Valtellina. La torre sorge in
posizione importante, sulla soglia del versante sinistro idrografico della Val
Fontana, lunga vallata la cui testata fa da spartiacque con la Val Poschiavo in
territorio elvetico. Considerata la solidità della struttura, con muri che alla
base raggiungono i 2,5 m di larghezza, la torre aveva certamente un ruolo non
solo di avvistamento ma anche difensivo. Infatti, nel 1487 la torre, difesa da
Zenone Groppello, fu un valido baluardo contro la tentata invasione dei
Grigioni. Edificata con grossi blocchi di pietra, ha pianta quadrangolare di
circa undici metri per lato. Al suo interno una scala mette in comunicazione i
vari piani. La torre non si è ben conservata in tutta la sua altezza e quindi
non è stato possibile risalire alla tipologia della copertura. La facciata più
importante è quella rivolta a Sud che presenta tre aperture: a piano terreno è
il moderno ingresso, ricavato durante le opere di restauro da una preesistente
sbrecciatura aperta in epoche recenti. La porta di accesso originaria è invece
situata all'altezza del primo piano, spostata un poco sulla destra, mentre al
piano superiore s'apre una finestra in posizione centrale. La posizione
dell'antico ingresso non deve stupirci perché, per ovvie ragioni e come in
tutte le altre torri, l'accesso avveniva tramite una scala di legno o un
camminamento retraibile. Alcuni particolari costruttivi e le due fessure
sovrastanti l'apertura, fanno pensare che in questo caso la scala di legno
potesse essere stata sostituita da un piccolo ponte levatoio. La porticina si
presenta particolarmente curata nei perfetti conci di pietra di cui mancavano
un tempo solo quelli di sinistra, ora recuperati durante il recente restauro.
Appena entrati, un passaggio a volta nella muratura permette di scendere a
sinistra, al piano sottostante. Altrettanto bella e curata è la finestra del
piano superiore, anch'essa arcuata e bene inquadrata da conci in pietra
lavorati a regola d'arte. Piano terreno e primo piano, entrambi di un unico
vano, sono ricoperti da magnifiche volte a botte. Senza finestre si presentano
i lati orientale e settentrionale, mentre quello occidentale, affacciato sulla
media Valtellina, reca un'altra finestra. La massiccia costruzione
quadrangolare della torre offre un'impressione di forza e compattezza notevoli,
impressione ancor più accentuata dai grossi conci angolari che sono stati
lavorati ottenendo delle sporgenze, tondeggianti sul lato corto del masso, che
si alternano conferendo un senso di maggiore unitarietà al manufatto. La costruzione
è stata recentemente restaurata dopo secoli di abbandono e riaperta al pubblico
nel maggio del 2003. Prima che il restauro ne rinfrancasse l’aspetto, sul lato
destro della facciata d’ingresso c’era un possente squarcio di cui non si
conoscono le origini. Ma a questa carenza storica, come spesso accade, viene in
soccorso la leggenda popolare. Dovete sapere che, dopo che la torre fu
abbandonata dagli uomini, un diavolo di ragguardevoli dimensioni ne fece la sua
dimora. Di mole e bruttezza straordinarie incuteva timore nelle genti che se ne
stavano ben lontane da quell’edificio. Se non che, un giorno, un gruppo di
giovani spavaldi decise di entrare nella torre per vedere il demone e
verificare di persona se fosse veramente così grosso e sgraziato. Arrivati sul
posto non vi trovarono nessuno. D’un tratto un tetro rumore uscì dalle mura.
Era il mostro. Cosa incredibile: s’era nascosto perché aveva paura dei
visitatori. Appena capì d’esser stato scoperto, uscì dalla torre e, preso dal
panico, si mise a correre all’impazzata. Nella foga, sbattè il suo grosso naso
contro lo spigolo dell’edificio e lo squarciò. Vistane la paura, gli uomini
divennero più intrepidi e si misero a inseguirlo. Il diavolo si vide costretto
a rientrare nella torre per sottrarsi ai suoi cacciatori, ma fu così facile
bersaglio dei giovani che cominciarono a scagliargli contro delle pietre. Tanti
furono i massi lanciati che il piano terra dell’edificio ne fu sommerso. Allora
il diavolo, per non essere sepolto vivo, scavò una galleria sotto la torre con
cui si mise in salvo e scomparve per sempre.
Fonti: http://nonsolobanca.popso.it/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/164,
http://www.waltellina.com/valtellina_valchiavenna/dalla_storia/torre_di_castionetto/torre_di_castionetto.html,
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiuro, post di demon quaid su http://unmondoaccanto.blogfree.net/?t=2550053
Foto: la prima è di Franco Folini su https://it.wikipedia.org/wiki/Chiuro#/media/File:Torre_di_Castionetto.jpg,
la seconda è di Malli&Dario su https://s3.amazonaws.com/gs-geo-images/79353ade-c54c-4cd9-8a37-617f98b79495_l.jpg
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