MARANO DI NAPOLI (NA) – Castello svevo Belvedere in frazione
Monteleone
Dopo i Romani a Marano si avvicendarono Bizantini, Normanni, Svevi e Angioini.
In questi secoli sorsero i nuclei originari della città: un villaggio
denominato Balisano (o Vallesana), un altro che era il vero è proprio casale di
Marano (e quindi identificabile nel centro storico) e il casale di Turris
Marano (o Marano delle Torri) nei pressi di Monteleone. Proprio nella zona di
Monteleone l'imperatore Federico II fece edificare un castello adibito a
residenza di caccia che, tuttavia, alla sua morte fu incendiato a causa di una
sollevazione popolare; fu fatto ricostruire dal re Carlo I D’Angiò nel 1275, il
quale costrinse sessanta famiglie a risiedere nelle vicinanze dello stesso,
fondando di fatto la frazione denominata San Rocco. Con la venuta a Napoli
degli Spagnoli, Marano si trasformò in un cantiere cambiando il proprio volto.
Nel 1630, oltre a comprendere il suo storico territorio, la città inglobava Quarto
e il territorio dell'attuale Monterusciello. Inoltre sino a questa data Marano
faceva parte dei casali demaniali di Napoli; tuttavia gli organi di governo, a
causa delle difficoltà finanziarie dello Stato, decisero di alienare il casale,
insieme ad altri, per ingrossare le casse. Il casale fu dunque venduto ad
Antonio Manriquez, marchese di Cirella, al quale successe il figlio Diego nel
1631. A Diego successe la sorella Caterina (nel 1637) e alla sua morte, nel
1690, ad Eufrasia Serbellone (figlia di Caterina Manriquez). Dal 1704 Marano
passò ai nobili Caracciolo. Noto anche come Monteleone, il castello Belvedere
sorge sulle pendici orientali del cratere di Quarto. L'ingresso è rivolto verso
sud-ovest e da qui lo sguardo si affaccia sull'intera conca di Quarto, per
giungere poi alla lascia litoranea, ed oltre ancora all'isola di Ischia. La
struttura della fortezza si presenta meno alterata rispetto al gemello castello
Scilla. L'impianto rettangolare, con i lati di 37 e 40 metri, si sviluppa
intorno ad un unico cortile centrale e mostra sei torri rettangolari ai lati;
la fabbrica si sviluppa su due piani ed è completamente in tufo. Notevoli sono
le finestre che corrono lungo il perimetro esterno del castello: difatti,
accanto ad aperture chiaramente moderne (il castello è attualmente abitato), si
incontrano monofore e una bifora a sesto acuto. Particolare è il riscontro di
quattro aperture circolari (oculi), murate, dal raggio piuttosto ampio che
corrono lungo il fronte nord-ovest e la facciata, poco più in alto del portale
in tufo modanato. L'interno del castello è profondamente modificato dalla
continuità di vita ed è difficile oggi riconoscere le funzioni dei vari locali,
ma può ipotizzarsi un'organizzazione simile a quella del castello Scilla. Si
accede al cortile interno dove,in posizione centrale, troviamo un pozzo che
raccoglie le acque piovane tramite un articolato sistema di canali. Di fronte è
un doppio forno, unico nel suo genere. Sulla destra, attraverso un arco acuto,
si accede alla scala in piperno che, per mezzo di un ballatoio (originariamente
in legno) conduce al primo piano. Certa è la destinazione del piano superiore
agli alloggi del signore, mentre il piano inferiore doveva ospitare gli ambienti
di servizio ed infine i sotterranei servivano da magazzini. Ecco un gruppo
Facebook dedicato al recupero e alla valorizzazione di questo castello
(consiglio la sua visita perché potrete trovare molte altre notizie e foto del monumento):
https://www.facebook.com/pages/Federico-II-a-Marano-di-Napoli-1227-Castello-di-Belvedere/191004674938
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