SOVERE (BG) - Castello Foresti
Il castello dei Foresti a Sovere era molto importante perché
era posizionato in un punto nodale dei traffici commerciali in epoca
medioevale. Sovere era infatti un passaggio obbligatorio che congiungeva la val
Seriana con val Cavallina e il Sebino, attraverso la strada che passava sulla
sponda destra del Borlezza. A Sovere, questa strada, si divideva in tre parti:
una costeggiava i paesi di Rovetta, Fino del Monte e Castione fino ad arrivare
alla valle di Scalve, importante per le sue miniere di ferro; un'altra parte,
arrivava a Lovere dopo aver attraversato il torrente Borlezza con un ponte in
pietra, di cui non sono restate tracce e che poi, nell'Ottocento, fu sostituito
da un altro ponte che univa le due rocciose rive opposte del fiume; la terza
via andava ad allacciarsi con la val Cavallina fino a giungere alla strada che
costeggiava il lato sud del lago, passando per Castro e per gli altri paesi
rivieraschi. La strada per la val Borlezza era una facile via commerciale che
collegava l'alta valle Seriana alla valle di Scalve fino a giungere in
territorio di Brescia; per questo i traffici lungo di essa furono sempre
ostacolati da Bergamo che nel XIII secolo costruì la strada che collegava la
città alla val Seriana, riattivando gran parte dell'antico tracciato romano. In
seguito Bergamo proibì che le merci prodotte nei paesi della valle Seriana
venissero mandate nel territori bresciano, concedendo solo che le merci
bresciane venissero vendute nel mercato di Castro. Per rafforzare il potere
commerciale di Bergamo, Ludovico Moianoni nel 1571 progettò la costruzione di
un canale navigabile da Sovere fino a Bergamo attraversando tutta la valle
Cavallina, appoggiandosi al lago di Gaiano, quello di Endine e al fiume Cherio.
L'intenzione era quella di contrapporsi alla via di comunicazione che da Lovere
portava a Brescia stabilendo a Sovere un porto che evitasse quello più antico
di Lovere. Il castello nacque per ragioni militari imposte dalle continue lotte
tra Guelfi e Ghibellini. La torre, a base quadrangolare, sorse nel XIII secolo
sulla sponda destra del torrente Borlezza verso la chiesa di san Martino lungo
la strada per la valle Borlezza. Il castello venne costruito in un posizione
favorevole da cui si poteva controllare tutta la zona. Le mura sono
caratterizzate da grossi conci quadrati di pietra calcarea locale, disposti
simmetricamente, le cui dimensioni diminuiscono gradualmente nella parte
superiore. In corrispondenza degli spigoli vi sono blocchi di maggiore
dimensione. Sui vari lati vi sono varie aperture rettangolari: quelle al piano
terra sono protette da inferriate. Il castello fu ampliato nel '550 affiancando
alla torre un palazzetto rinascimentale caratterizzato da un porticato formato
da quattro grandi archi a tutto sesto, poggianti su eleganti colonne in pietra.
Tutto l'edificio è stato costruito i tempi diversi pertanto lo stile non è
armonico. Gli interni del castello e della torre sono stati adattati più volte
a residenza in varie epoche, anche recenti, e di fatto è stata modificata
l'originaria disposizione degli spazi. Oggi il castello di Sovere appare in un
preoccupante stato di degrado e solo un serio intervento di restauro
conservativo potrebbe assicurarne la sopravvivenza e restituirlo alle esigenze
quotidiane dell'intera comunità senza alterare la storia della costruzione. La
torre ha sulla facciata una meridiana ottocentesca ora restaurata, ed è oggi
sotto la tutela della Sovraintendenza delle Belle Arti. La famiglia Foresti
arrivò a Sovere nel '300 da Solto Collina e si estinse nel 1700.
Fonti: http://www.ettoremajorana.gov.it/progetti/castelli/sovere00.htm,
http://www.comune.sovere.bg.it/schede.aspx?azione=schede&id_sottosezione=10&id_sezione=2,
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A060-00153/
Foto: entrambe di Lucia Morandini su http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A060-00153/
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