ROTTOFRENO (PC) - Castello di Santimento
L’elegante sagoma del Castello di Santimento, a pianta
rettangolare, si staglia netta sulla pianura circostante. La data precisa di
fondazione di questo fortalizio è sconosciuta, tuttavia le prime notizie
relative ad esso risalgono al 1291, data in cui si iniziò ad edificare la
chiesa. A quel tempo i proprietari erano i "Toscani", ovvero Giovanni
e Umberto Palmieri che le cronache del tempo vogliono valenti mercanti di fiera
nonché mecenati edificatori della chiesa. Ritroviamo menzione del Castello con
Alberto (Scoto) Scotti di Giovanni, uomo ardito nelle imprese guerresche che
riuscì a farsi creare Signore di Piacenza dominandola per 14 anni. Antichi
manoscritti annotano che nell’aprile del 1299 egli comprò dai “Toscani”, che
avevano un debito nei suoi confronti, il Castello ed i poderi di Santimento. Qui
i documenti che raccontano la storia del Castello si soffermano su una curioso
e complicato passaggio di proprietà che cercheremo di sintetizzare in modo
semplice per renderlo comprensibile: Alberto (Scoto) Scotti di Giovanni
vantava un credito di nove lire anche nei confronti di un canonico piacentino,
Guglielmo Aghinoni. Anni innanzi lo Scoto, a nome della società per cui
lavorava, aveva venduto i poderi ed il Castello di Santimento a Giovanni Scotti
di Rinaldo, il quale non era “interessato” a suddetto castello bensì alla Rocca
di Varsi e ai poderi annessi che erano però mensa vescovile coperti da un
divieto papale di alienazione. Grazie all’intercessione del vescovo Alberico il
divieto venne annullato e si procedette ad un cambio di proprietà utile e
vantaggioso per il vescovado. Il 13 ottobre 1303, davanti al notaio Manuello
degli Orlandi Alberto Scotti di Giovanni ricevette dal vescovo la Rocca
di Varsi con le sue possessioni e pertinenze, che davano una rendita di 75
monete piacentine annue. In cambio cedeva al vescovo Ugo il Castello di Santimento,
3000 pertiche piacentine, molte regioni di decime, alcuni vassallaggi e le
ville di Troia, Soprarivo, Calendasco e Rottofreno. Inoltre c’era l’importante
rinuncia al diritto di patronato sulla chiesa parrocchiale di Santimento.
Troviamo nuovamente menzionato il fortilizio di Santimento nel 1313, per un
motivo drammatico; infatti Galeazzo Visconti, duca di Milano, al fine di
prevenire una minacciosa azione dei guelfi locali, occupò Piacenza e ne assunse
la Signoria. Purtroppo la città venne saccheggiata dai mercenari che
fecero scempio in molti edifici religiosi e persino nel Castello di
Santimento. Questa chiara violazione della sacralità dei luoghi di culto fece
insorgere il vescovo Ugo Pillori che volendo riavere il maltolto il 9 settembre
1314 minacciò di scomunica il Duca Galeazzo ingiungendogli la consegna del
bottino. Ma il Visconti, per nulla spaventato, ordinò che chiunque avesse osato
portare la lettera del Vescovo in città avrebbe subito l’amputazione di un
piede. Allora il vescovo, per sfida, fece appendere il suo monito a
Fiorenzuola, alle porte del Tempio di San Fiorenzo. Alla fine il prelato venne
costretto ad allontanarsi da Piacenza e a trasferirsi ad Avignone, in Francia,
dove morì nel 1317. La Sede Episcopale Piacentina rimase vacante per ben sei
anni. Nel 1449, il fortilizio di Santimento divenne feudo della potente
famiglia degli Arcelli, cui fu tolto non molto tempo dopo dal Senato Milanese,
in seguito ad una congiura tramata dal conte Francesco ai danni del Vescovo di
Piacenza. Entrato fra i beni del Vescovado di Piacenza nell'agosto 1482, ne
fece parte fino al tardo Ottocento, quando fu venduto a privati. Nel tempo il
castello è stato sottoposto a varie alterazioni specie nei locali interni, ma
conserva all'esterno molti elementi originali. Sul fronte principale si trova
un solido mastio a sezione quadrata, impostato a filo della facciata e
fronteggiato da un'altra torre più bassa con funzione di pusterla. Alla sua
base si apriva l'ingresso con il ponte e il ponticello levatoi che superavano
il fosso che circondava tutt'attorno l'edificio; sopra gli incastri del ponte
levatoio si nota un caratteristico fregio di mattoni in rilievo disposti a
dente di sega. Il Castello di Santimento, oltre alle trasformazioni nel corso
dei secoli subì anche numerosi passaggi di proprietà. Il giardino del castello
è aperto solo in occasioni di concerti. Ulteriori notizie le trovate qui: http://www.santimento.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=7:il-castello-di-santimento&catid=35&Itemid=125&showall=1&limitstart=
Fonti: http://www.visitvaltidone.it/percorsi-tematici/♖-arte-e-cultura/castelli-rocche-ville/castello-di-santimento.html,
http://www.turismoapiacenza.it/castello_di_santimento.html, http://www.altavaltrebbia.net/castelli/val-tidone/2127-castello-di-santimento.html
Foto: la prima è di Solaxart 2011 su http://www.preboggion.it/Castello_di_Santimento.htm,
la seconda è presa da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Emilia/piacenza/santiment01.jpg
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