martedì 26 aprile 2016

Il castello di martedì 26 aprile






PIMONTE (NA) - Castello di Pino


Le prime notizie documentarie del Paese si hanno a partire dal X secolo, epoca in cui le popolazioni della pianura, sconvolte da lotte ed incursioni saracene e longobarde, furono costrette a rifugiarsi sui monti e a costruire le prime strutture di avvistamento e difesa. Sorsero così le torri di Pimonte e di Pino, di Castellammare e di Lettere. Ma è con le fortune della Repubblica Amalfitana (siamo nel 987 circa) che Pimonte, Pino e i paesi circostanti, videro il loro periodo di maggiore importanza. La Repubblica, intuendo l’importanza strategico–militare della collinetta di Pino, fece fortificare il “Castrum Pini”, trasformandolo da semplice torre in castello inespugnabile a difesa del territorio. Ciò consentiva il controllo di tutta la Conca e si dimostrò valido centro di difesa, quando agli inizi dell’XI secolo schiere di Longobardi invasero il territorio rendendo incoltivabili le terre di pertinenza del castello. Solo successivamente con le incursioni saracene, sembra fu fatto erigere il castello di Gragnano per rafforzare la linea di difesa. Riparato nel 1241 su disposizione di Federico II, il castello di Pino fu infeudato nel 1283 e all' inizio del 1300 fu concesso alla moglie di re Roberto, la regina Sancia. Attorno al Castello di Pino, cinto di solide mura, guardiole e torricelle, costruirono le loro residenze numerose famiglie, in cerca di maggiore sicurezza, una di queste, la famiglia D’Angillano, edificò (su di una presistente cappella, alla quale si accedeva tramite una scala) nel 1317, la magnifica Chiesa di Santa Maria del Pino, un gotico a tre navi con astrico antico, gravemente danneggiata dal sisma del 1931 e, soprattutto dal quello del 1980. A causa della continua presenza di briganti nel corso del XIV secolo, alcune delle famiglie più in vista di Pino lasciarono la città: a decretare l'abbandono del villaggio la fine del ducato di Amalfi che nel 1398 re Ladislao concesse in feudo ai Senseverino. Da quel momento ebbe inizio il lento declino dell'insediamento, giunto allo stato di rudere fino a oggi. Solo la chiesa della Madonna di Pino sopravvisse e fu frequentata a fasi alterne. Recentemente restaurata, la chiesa di Pino viene riaperta una volta all' anno nel periodo pasquale. Su tutta la collinetta sono ancora oggi sparsi resti delle antiche costruzioni abbandonate, oltre a ruderi di chiese abbandonate da secoli un tempo mete di numerosissimi pellegrinaggi (quella di san Giacomo, di Santa Barbara, di Santa Margherita e più su quella del Salvatore a Lattara). La struttura difensiva del castello si componeva di una possente cinta muraria che proteggeva il nucleo abitato, di un fortilizio e annesso torrione. Le basse mura che scorgiamo sono quelle che, sia per la posizione addossata al pendio che per la fitta vegetazione che le ha in parte coperte si sono meglio conservate. Emergono, all’interno di quel che rimane del circuito murario, i resti di una possente muratura: il torrione, quello che intravediamo è l’angolo occidentale e parte del basamento perimetrale. Interessanti sono i resti di mura che individuano ambienti, cisterne e tratti di pavimento realizzato in cocciopesto. Grazie ad un finanziamento europeo veicolato dalla Regione Campania di 600.000,00 euro nell’ambito del PIRAP (progetto integrato rurale delle aree protette) del Parco dei Monti Lattari, e soprattutto all’impegno dell’Amministrazione comunale di Pimonte con il sindaco Michele Palummo e l’assessore Anna Ospizio, che hanno creduto in questo progetto, è stato avviato il restauro del castello di Pino. Nel settembre del 2015 è avvenuta l’inaugurazione ed il castello ha riaperto le sue porte per accogliere i visitatori e per farsi ammirare nel rinnovato aspetto e nella ambiziosa sua nuova funzione. Ad accompagnare l’evento la processione della madonna di Pino, balli e canti della tradizione popolare ed una degustazione di prodotti e piatti locali con vino e dolci.


Fonti:http://www.comune.pimonte.na.it/index.php?action=index&p=76, http://www.mondimedievali.net/Castelli/Campania/napoli/provincia000.htm#pimontk, articolo di Antonio Ferrara su http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/05/09/pino-ha-mille-anni-vivra-ancora.html, http://sport.ilmediano.it/rubriche/eventi/24979/il-castello-di-pino-riapre-le-sue-porte-dopo-700-anni-di-abbandono


Foto: la prima è una cartolina trovata sul web (www.delcampe.net), mentre la seconda è presa da http://lnx.collesalario.it/agerola/images/stories/agerolamedievale/castellodipimonte.jpg

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