ABRIOLA (PZ) – Palazzo Baronale Marsico in frazione Arioso
La contrada dell’Arioso è un piccolo borgo agricolo di circa
un centinaio di abitanti per la maggior parte dediti alla pastorizia e
all’agricoltura che dista 21 km dal centro di Potenza ed è situato a 980 m.
s.l.m. in posizione di cerniera fra le zone turistiche della “Sellata”, della
“Maddalena” e di ‘Pierfaone’. Il complesso si trova in posizione dominante
rispetto all’edilizia minore del borgo agricolo. A pochi metri dall’edificio
una fonte d’acqua silvestre citata dall’abate Faggella nelle sue memorie. Tra
la fine del X secolo e l’inizio dell’XI l’edificio risultava abitato e nell’età
sveva subì numerosi saccheggi e distruzioni. In seguito il “Palazzo” venne
occupato da una congregazione di frati trinitari provenienti da Venosa. Le
altre notizie del nobile edificio si hanno nel 1712 quando, in occasione della
costruzione della Chiesa intitolata alla Madonna del Carmine, San Nicola e
Sant’Antonio, si stipulò un atto notarile. In esso si riferisce che Domenico
Caracciolo, feudatario dell’epoca, volle che la stessa chiesa venisse costruita
accanto al Palazzo baronale. In età borbonica il “Palazzo ,” tornò ad
assolvere la funzione per la quale era stato progettato; con la cacciata dei
frati da parte di un barone lombardo insediatosi nel “Castrum Gloriosum” (altro
edificio fortificato situato sulle pendici scoscese di una collina a circa un
chilometro a valle del Palazzo, oggi ridotto a pochi ruderi), esso tornò ad
essere palazzo baronale. Da ricordare nella prima metà dell’Ottocento una
lite fra i proprietari dell’edificio ed i baroni di Satriano che causò la
parziale distruzione della parte sud del Palazzo. Da allora l’edificio
conobbe una serie di interventi e di ulteriori espansioni: fino al 1910
circa. Il Palazzo dopo varie disavventure fu ceduto ai Marsico, i quali
utilizzarono solo alcune stanze e concessero in fitto ai propri coloni le
restanti stanze per uso abitativo. Fu cosi che quasi 50 famiglie trovarono
ricovero in quel maniero ed ecco perché nel linguaggio comune l’intero feudo di
Arioso venne indicato con l’appellativo de “Il Palazzo”. Nel primo Novecento le
parti sud ed est dell’edificio vennero adibite ad alloggio della servitù, a
piano terra, parte a stalle e parte a carceri. Dopo la seconda guerra
mondiale, con l’intervento della diocesi di Acerenza, al borgo agricolo venne
assegnato un parroco che consentì di riaprire al culto la chiesa. Dopo il
sisma del 1980 il fabbricato venne completamente abbandonato. Il complesso
è articolato in tre piani a valle (prospetto sud) e due a monte prospetto
principale, molte parti dei solai lignei sono crollati. Al primo piano sono
visibili le celle dei frati, collegate al cortile e al grande
refettorio. La chiesa annessa al complesso conserva un affresco della
“Vergine Ascendente” di Giacomo da Senise. Di particolare interesse
architettonico è la scala interna che collega i vari piani, caratterizzata da
una struttura a rampe poggianti su archi a tutto sesto. Tutti i balconi
esterni sono caratterizzati da soglie in pietra lavorata, la loggia principale
conserva quattro elementi in ferro battuto finemente lavorati. Gli interni
del piano terra, meglio conservati hanno la struttura caratterizzata da volte a
botte e alcuni da volte a crociera. Il complesso è in gravi condizioni
statiche e se ne auspica un recupero strutturale che scongiuri la perdita di
una importante testimonianza storica ed architettonica. Altre immagini dell’edificio
sono visibili al seguente link: http://wikimapia.org/32110763/it/Palazzo-Arioso
Fonti: http://sit.parcoappenninolucano.it/?page_id=2081,
http://castelglorioso.altervista.org/storiapalazzo.html
Foto: la prima è è di CaRo su http://lucania1.altervista.org/paesi_taddeo/t_601/p_fpag/10/420858.htm
mentre la seconda di GiTaddeo su http://lucania1.altervista.org/paesi_taddeo/t_601/p_fpag/10/01r20.htm
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