lunedì 18 aprile 2016

Il castello di lunedì 18 aprile






FELITTO (SA) - Castello

Il paese è un borgo medievale che conserva ancora numerose torri di guardia e mura di cinta, tipiche dell'anno 1000. L'origine di Felitto è da ricondurre a qualche secolo prima dell'anno 1000. Strategicamente la posizione era straordinaria: sopraelevata, inaccessibile o accessibile con molta difficoltà dai quattro lati con la possibilità di controllare con facilità tutta la valle del Calore. Facile difesa naturale del posto, possibilità di avvistare con molto anticipo eventuali pericoli, presenza abbondante sul posto di ottima pietra da costruzione e da calce, nonché di sabbia in zona relativamente vicina (Casale), possibilità di rifornirsi d'acqua sia per la vicinanza del fiume Calore e sia per la presenza nel raggio di pochi chilometri di diverse piccole sorgenti, rendevano il posto ideale per un insediamento stabile e sicuro. Felitto era dotato di un notevole complesso murario fortificato, precisamente da 13 torrioni di cui tre di forma quadrata. Nel centro storico è ancora oggi conservato un antichissimo castello. Purtroppo la cinta muraria risulta intatta solo parzialmente, poiché demolita in alcune parti. Notizie successive e frammentate si riferiscono a coloro che ne furono signori e padroni. Dopo vari passaggi di mano tra personaggi più o meno ignoti, pervenne agli inizi del Cinquecento a due tra le famiglie più in vista del Regno di Napoli i Sanseverino e poi i Carafa, che ne esercitarono la supremazia fino ai primi dell’Ottocento. Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Roccadaspide, appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie. Il simbolo che maggiormente racconta i trascorsi medievali di Felitto, è sicuramente il castello feudale. Un esemplare perfetto di antico maniero, edificato probabilmente nel periodo angioino. Sviluppato su due livelli per un’altezza di circa 9 metri, il castello sorge nel punto più alto del paese. Per questo motivo, veniva utilizzato dalle guardie, come punto di osservazione per proteggere i cittadini in caso di attacco. Nell’area sud del palazzo aveva inizio la cinta muraria, che terminava con la Torre dei Pagani costruita subito dopo la porta occidentale, quest’ultima ancora oggi visibile. La cinta muraria non conosceva interruzioni ed era costituita da dieci torri di forma rotonda e tre di forma quadrata tutte dotate delle migliori armi da difesa. . In piazza De Augustinis era collocata la pietra chiatta, sulla quale era costretto col sedere nudo chi non pagava i debiti. Del castello feudale restano il Maschio, imponente torrione di 25 metri, i ruderi di altre torri, e alcuni curiosi sistemi di difesa e di tortura. Numerose sono le storie sul borgo di Felitto che negli anni si sono tramandate, una di esse è legata proprio al castello medievale. Si racconta che nel castello di Felitto vivesse un Barone che tranquillizzato dall’avere ai suoi ordini un corpo di guardia numeroso abusasse del suo potere comportandosi da vero e proprio tiranno. Tra le prerogative del suo potere c’era anche quella di esercitare lo IUS PRIMAE NOCTIS vale a dire il diritto di trascorrere la prima notte di nozze con ogni nuova sposa. La pena per chi si opponeva era un bel volo dal trabucco, un apertura che dal castello permetteva al barone di scaraventare i suoi oppositori direttamente nella profonda gola retrostante l’abitato di Felitto, dove tumultuose scorre il Calore. Molte furono le giovani coppie che dovettero sottostare a questa ignobile pratica finché un giorno lo sposo di turno decise che era arrivato il momento di porre fine a quest’ingiustizia. Il matrimonio venne celebrato con le guardie che aspettavano fuori dalla chiesa per prendere in consegna la giovane ed accompagnarla al castello. Dopo la benedizione finale il sacerdote, come al solito diede l’ordine al sagrestano di suonare le campane e si fece accompagnare dai novelli sposi in sagrestia per sistemare gli oggetti del cerimoniale. A questo punto il giovane diede un colpo in testa al sacerdote, si infilò in tutta fretta il velo ed il mantello della moglie, si calò sul volto il cappuccio e piegò un po’ le ginocchia per camuffare la sua effettiva statura, quindi raccomandò alla moglie di stare nascosta e uscì dalla chiesa. Durante il tragitto non proferì parola limitandosi a scuotere il capo con fare pauroso alle domande o agli scherzi della sua scorta. Giunto al castello fu portato direttamente nelle stanze del barone che attendeva con impazienza. Ma il sorriso di compiacimento del Barone si trasformò presto in stupore e paura. Accadde tutto talmente in fretta che il signorotto non fece in tempo neanche a gridare aiuto perché il giovane appena l’uomo si era avvicinato aveva estratto il pugnale per colpirlo al cuore. Dopodiché si caricò il cadavere sulle spalle e gli fece fare un bel volo fino nel fiume. A quel punto le guardie si accorsero dell’inganno ma ormai era troppo tardi perché la popolazione incitata dalla giovane sposa preoccupata per il suo amore riuscì facilmente a penetrare nel castello e a bloccare le guardie che si arresero senza colpo ferire. A quel punto grande fu la gioia dei felittesi che festeggiarono l’avvenimento e la riconquistata indipendenza con canti, balli, musiche e canzoni, qualcuno compose addirittura una ballata per ricordare l’avvenimento. Altra pagina consigliata: http://www.felitto.net/it_iti_paecast1.html

Fonti: http://www.prolocofelitto.it/leggenda-sul-castello/, https://it.wikipedia.org/wiki/Felitto, http://www.visitcilento.com/it/scheda_localita/103-felitto.html, http://www.ecampania.it/salerno/itinerari/felitto-e-leggenda-suo-castello, http://alvicolodelcilento.it/felitto/

Foto: la prima è presa da http://www.felitto.net/img/involo/volo_cast02.jpg, mentre la seconda è presa dahttp://www.comune.felitto.sa.it/UserFiles/Image/Felitto/Castello.jpg

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