venerdì 22 aprile 2016

Il castello di venerdì 22 aprile





CARSOLI (AQ) – Castello di Sant’Angelo
L'antica Carseoli (o Carsioli) era situata sulla via Tiburtina Valeria a circa 63 km da Roma, 3 km ad ovest rispetto all'attuale centro urbano di Carsoli, probabilmente in località "Civita", dove sono stati rinvenuti numerosi resti dell'antica città. Carseoli fu sottomessa dai Romani alla fine del IV secolo a.C. e rappresentò, insieme ad Alba Fucens, un importante avamposto fortificato, in area equa, contro gli attacchi degli italici Marsi. All'inizio del II secolo d.C., con la divisione dell'Italia in 17 province e la riorganizzazione amministrativa voluta da Adriano, Carseoli entrò a far parte della provincia dei Marsi nella Samnium regio. La caduta dell’Impero Romano d’Occidente portò Carseoli, con tutta l'area della Valeria, sotto il controllo dei Longobardi: le loro continue incursioni, anche qui, provocarono devastazioni e distruzioni. Nonostante ciò ancora nel VII secolo, Paolo Diacono nell'opera “Historia Langobardorum”, parla del paese di "Carseoli" come di una delle città principali della provincia Valeria, zona annessa al Ducato di Spoleto. La successiva comparsa dei Franchi sul territorio italiano causò una forte riduzione dei possedimenti dei Longobardi; in particolare il Ducato di Spoleto fu notevolmente ridimensionato. Si costituì così la Contea dei Marsi, tra la fine del IX e l'inizio del X secolo. Tra il X e l'XI secolo Carseoli venne indicata anche con il nome di "Sala", per concessione fatta dalla allora potente abbazia Sublacense di Subiaco. Nel 993 quando il conte dei Marsi Rainaldo scelse di risiedere a Carseoli, con il figlio Berardo ed il fratello Gualtiero, donò al monastero di Subiaco notevoli territori carseolani fra cui la chiesa di S.Maria, più tardi detta "in Cellis". Molto probabilmente è al Conte dei MArsi che si deve un rafforzamento ed un più forte impulso alla costruzione del castello di S. Angelo, che domina il colle sopra l'attuale Carsoli. Il toponimo Cellis, rimasto solo alla chiesa di Santa Maria, nella forma di Celle Carsolarum o più semplicemente, Celle, è riportato dai documenti più antichi che riguardano l'aggregato urbano che si andava formando sulle pendici di Colle Sant'Angelo intorno al castello-recinto. Il colle più tardi avrebbe definitivamente preso il nome di Carsoli. I successori di Berardo e Odorisio si spartirono il territorio, abitando uno nel castello di Oricola, un altro a Colli di Monte Bove, il terzo nel castello di S.Angelo alle Celle. Pian piano molte terre vennero donate, dagli stessi conti, ai principali monasteri del centro-Italia, in particolare Farfa, Subiaco e Montecassino. I monaci si sostituirono così ai legittimi feudatari, almeno fino all'epoca sveva, quando, sotto il Barbarossa, Celle venne assediata e di nuovo occupata militarmente. Nel XII secolo Carsoli, secondo una tradizione del luogo, ospitò San Francesco. Verso la fine del secolo, il paese vide il passaggio di Corradino di Svevia e di Carlo I d’Angiò. A quest'ultimo sarebbe da attribuirsi, secondo alcuni studiosi, la costruzione della chiesa di Santa Vittoria (che, però, secondo altri, sarebbe più antica). Passata sotto la contea di Albe e Tagliacozzo, anche Carsoli divenne feudo prima degli Orsini e poi dei Colonna. Fu sede di baronia e rimase a loro soggetta fino al 1806, anno dell'abolizione dei feudi. L’antica fortezza del castello angioino di Colle Sant'Angelo di Carsoli fu costruita, con ogni probabilità, intorno all'anno mille dai Conti dei Marsi. Nel XIV secolo passò prima sotto il dominio degli Orsini e poi fu dei Colonna. Posta in posizione strategica su tutta l'area della Piana del Cavaliere e del Turano e in comunicazione con il castello di Oricola, rappresenta bene il sistema difensivo attuato in zona dagli Angioni nel XIII secolo. Si possono ammirare i resti dell'antico castello nel cuore del borgo di Colle Sant'Angelo, la parte più antica di Carsoli. E' ancora riconoscibile il tracciato di pianta del castello-recinto, la cui conformazione ad L risulta essere piuttosto inconsueta. L'elemento architettonico più antico è, probabilmente, l'alta torre cimata posta all'angolo tra le due mura di cinta, attorno alla quale si è poi sviluppato il resto del complesso difensivo con le altre torri quadrangolari. Oggi non sono più visibili le mura del versante sud-orientale e parte di quelle del versante nord-orientale, fiancheggiato dalla rampa d'accesso. I ruderi del castello sono facilmente visitabili data la vicinanza al borgo. Un'epigrafe, risalente al XIV secolo, ricorda il restauro condotto da Rainaldo Orsini prima di essere costretto a cedere Carsoli ai Colonna. Altre notizie certe del castello si hanno solo nel 1678 quando il Febonio lo descrive già allo stadio di rudere. Un ultimo intervento conservativo di una qualche rilevanza fu compiuto nel 1906-1910 dal proprietario, Giovanni Battista De Leoni; una targa in marmo, posta al di sopra di un ingresso del castello, ricorda tale intervento. In data 15 maggio 2013 la comunità di Carsoli ha acquisito al proprio patrimonio l’immobile della Fortezza. Gli eredi di Antonio De Leoni hanno infatti stipulato davanti al notaio la donazione della Fortezza, simbolo storico di Carsoli.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Carsoli, http://www.regione.abruzzo.it/xcultura/index.asp?modello=castelloaq&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuCast2151&tom=151, http://www.vacanzeitinerari.it/schede/visita_al_centro_storico_di_carsoli_sc_2538.htm, http://www.carsoliturismo.it/archivio2_notizie-ed-eventi_0_365_3_1.html

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da http://www.marsicalive.it/wp-content/uploads/2014/04/castello-carsoli-001.jpg

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