CARSOLI (AQ) – Castello di Sant’Angelo
L'antica Carseoli (o Carsioli) era situata sulla via Tiburtina Valeria
a circa 63 km da Roma, 3 km ad ovest rispetto all'attuale centro
urbano di Carsoli, probabilmente in località "Civita", dove sono
stati rinvenuti numerosi resti dell'antica città. Carseoli fu sottomessa dai
Romani alla fine del IV secolo a.C. e rappresentò, insieme ad Alba Fucens, un
importante avamposto fortificato, in area equa, contro gli attacchi degli
italici Marsi. All'inizio del II secolo d.C., con la divisione dell'Italia in
17 province e la riorganizzazione amministrativa voluta da Adriano, Carseoli
entrò a far parte della provincia dei Marsi nella Samnium regio. La caduta dell’Impero
Romano d’Occidente portò Carseoli, con tutta l'area della Valeria, sotto il
controllo dei Longobardi: le loro continue incursioni, anche qui, provocarono
devastazioni e distruzioni. Nonostante ciò ancora nel VII secolo, Paolo Diacono
nell'opera “Historia Langobardorum”, parla del paese di "Carseoli"
come di una delle città principali della provincia Valeria, zona annessa al Ducato
di Spoleto. La successiva comparsa dei Franchi sul territorio italiano causò
una forte riduzione dei possedimenti dei Longobardi; in particolare il Ducato
di Spoleto fu notevolmente ridimensionato. Si costituì così la Contea dei
Marsi, tra la fine del IX e l'inizio del X secolo. Tra il X e l'XI secolo
Carseoli venne indicata anche con il nome di "Sala", per concessione
fatta dalla allora potente abbazia Sublacense di Subiaco. Nel 993 quando il
conte dei Marsi Rainaldo scelse di risiedere a Carseoli, con il figlio Berardo
ed il fratello Gualtiero, donò al monastero di Subiaco notevoli territori
carseolani fra cui la chiesa di S.Maria, più tardi detta "in Cellis".
Molto probabilmente è al Conte dei MArsi che si deve un rafforzamento ed un più
forte impulso alla costruzione del castello di S. Angelo, che domina il colle
sopra l'attuale Carsoli. Il toponimo Cellis, rimasto solo alla chiesa di
Santa Maria, nella forma di Celle Carsolarum o più semplicemente, Celle, è
riportato dai documenti più antichi che riguardano l'aggregato urbano che si
andava formando sulle pendici di Colle Sant'Angelo intorno al castello-recinto.
Il colle più tardi avrebbe definitivamente preso il nome di Carsoli. I
successori di Berardo e Odorisio si spartirono il territorio, abitando uno nel castello
di Oricola, un altro a Colli di Monte Bove, il terzo nel castello di S.Angelo alle
Celle. Pian piano molte terre vennero donate, dagli stessi conti, ai principali
monasteri del centro-Italia, in particolare Farfa, Subiaco e Montecassino. I
monaci si sostituirono così ai legittimi feudatari, almeno fino all'epoca
sveva, quando, sotto il Barbarossa, Celle venne assediata e di nuovo occupata
militarmente. Nel XII secolo Carsoli, secondo una tradizione del luogo, ospitò San
Francesco. Verso la fine del secolo, il paese vide il passaggio di Corradino di
Svevia e di Carlo I d’Angiò. A quest'ultimo sarebbe da attribuirsi, secondo
alcuni studiosi, la costruzione della chiesa di Santa Vittoria (che, però,
secondo altri, sarebbe più antica). Passata sotto la contea di Albe e
Tagliacozzo, anche Carsoli divenne feudo prima degli Orsini e poi dei Colonna.
Fu sede di baronia e rimase a loro soggetta fino al 1806, anno dell'abolizione
dei feudi. L’antica fortezza del castello angioino di Colle Sant'Angelo di
Carsoli fu costruita, con ogni probabilità, intorno all'anno mille dai Conti
dei Marsi. Nel XIV secolo passò prima sotto il dominio degli Orsini e poi fu
dei Colonna. Posta in posizione strategica su tutta l'area della Piana del
Cavaliere e del Turano e in comunicazione con il castello di Oricola,
rappresenta bene il sistema difensivo attuato in zona dagli Angioni nel XIII
secolo. Si possono ammirare i resti dell'antico castello nel cuore del borgo di
Colle Sant'Angelo, la parte più antica di Carsoli. E' ancora riconoscibile il
tracciato di pianta del castello-recinto, la cui conformazione ad L risulta
essere piuttosto inconsueta. L'elemento architettonico più antico è,
probabilmente, l'alta torre cimata posta all'angolo tra le due mura di cinta,
attorno alla quale si è poi sviluppato il resto del complesso difensivo con le
altre torri quadrangolari. Oggi non sono più visibili le mura del versante
sud-orientale e parte di quelle del versante nord-orientale, fiancheggiato
dalla rampa d'accesso. I ruderi del castello sono facilmente visitabili data la
vicinanza al borgo. Un'epigrafe, risalente al XIV secolo, ricorda il restauro
condotto da Rainaldo Orsini prima di essere costretto a cedere Carsoli ai
Colonna. Altre notizie certe del castello si hanno solo nel 1678 quando il Febonio
lo descrive già allo stadio di rudere. Un ultimo intervento conservativo di una
qualche rilevanza fu compiuto nel 1906-1910 dal proprietario, Giovanni Battista
De Leoni; una targa in marmo, posta al di sopra di un ingresso del castello,
ricorda tale intervento. In data 15 maggio 2013 la comunità di Carsoli ha
acquisito al proprio patrimonio l’immobile della Fortezza. Gli eredi di Antonio
De Leoni hanno infatti stipulato davanti al notaio la donazione della Fortezza,
simbolo storico di Carsoli.Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Carsoli, http://www.regione.abruzzo.it/xcultura/index.asp?modello=castelloaq&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuCast2151&tom=151, http://www.vacanzeitinerari.it/schede/visita_al_centro_storico_di_carsoli_sc_2538.htm, http://www.carsoliturismo.it/archivio2_notizie-ed-eventi_0_365_3_1.html
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da http://www.marsicalive.it/wp-content/uploads/2014/04/castello-carsoli-001.jpg
Nessun commento:
Posta un commento