venerdì 8 aprile 2016

Il castello di sabato 9 aprile






MONTE URANO (FM) – Castello

Monte Urano è una piacevole cittadina adagiata tra le verdi e riposanti colline marchigiane, a dieci minuti dal mare Adriatico ed a pochi chilometri dai magici Monti Sibillini. Il suo nome deriva dall'antico toponimo Monteriano, attestato nei documenti farfensi dell'XI secolo ed in quelli del vescovo di Fermo del XII secolo: il territorio è indicato infatti fra le proprietà perdute dall'Abbazia imperiale di Farfa e passate al vescovo fermano che le assegnò al Monastero di San Savino sul Colle Vìssiano. Il feudo dell'Abbazia di Farfa (VII-XIII secolo) era costituito da proprietà e privilegi ottenuti dai duchi, imperatori e papi in varie regioni dell'Italia Centrale: nelle Marche la loro sede era a Santa Vittoria in Matenano. "Nel loro territorio si evidenziano chiese e monasteri, curtes e fondi di proprietà dell'Abbazia che avviano la rinascita economica e demografica". "L'occupazione del territorio persegue due indirizzi: da una parte le grandi proprietà suddivise vengono date con contratti enfiteutici ad meliorandun ai piccoli signori che ne fanno richiesta precaria; dall'altra la messa a coltura delle terre avviene mediante contratti livellari, stipulati direttamente dall'Abbazia con i lavoratori che si impegnano a dissodare ed a mettere a produzione il terreno senza l'obbligo della consegna di porzioni elevate di raccolto. Dal X-XII secolo la presenza farfense ricompone il tessuto connettivo dell'economia picena con controllo parallelo dei centri urbani sottoposti e delle aree rurali ad esso afferenfi, e con una cura particolare nel ricucire i rapporti fra il rurale e l'urbano. La storia di Monte Urano corre successivamente parallela a quella del centro maggiore da cui dipendeva, con alterne vicende. Nel XII secolo assieme ad altri castelli si schierò contro Fermo con Marcovaldo di Annwiler, creato nel 1195 marchese della Marca di Ancona, che tentava di sottomettere la città e l'episcopio fermano. Nel 1202 il castello di Monte Urano compare invece assieme ai comuni schieratisi con Fermo che muove guerra ad Ancona ed a quanti si sono affiancati a quest'ultima, come Sant'Elpidio che, dopo la sconfitta subita e l'accordo di pace firmato a Polverigi, dovette riedificare parte delle mura del Castello di Monte Urano che aveva distrutte. Le mura della città risalivano infatti alla metà del XII secolo ed in seguito, durante il periodo del dominio di Federico di Svevia, per ordine di Onorio III tutte le località marchigiane iniziarono a fabbricarne. Il termine Castello indica un insediamento fortificato attorno al quale si stabilisce e va a risiedere, incastellandosi per necessità difensive, una popolazione di coloni e piccoli proprietari terrieri. A quest'epoca risale il nucleo compatto e densamente edificato sulla parte più alta del colle, dove sono ancora visibili resti delle antiche mura ed il torrione esagonale (XIII-XIV secolo) inglobato in una chiesa. Al castello si accedeva attraverso la Porta da Sole, unico accesso, aperto a sud. Nel 1252 stipulando patti con il podestà di Fermo Raniero Zeno, doge di Venezia successivamente, Monte Urano si sottopose alla sua legislazione, conservando i propri diritti e statuti. Infatti Raniero Zeno "ampliò il predominio di Fermo sul territorio circostante favorendo l'inurbamento delle famiglie feudali dei castelli con un'abile manovra politica che mirava ad assicurare, con la sottomissione del contado, il rifornimento del grano e di olio necessario a Venezia". Fermo infine acquistò in enfiteusi Monte Urano, assieme ad altri castelli, dal capitolo metropolitano. Con l'intervento del Cardinale Egidio Albornoz teso a riportare sotto il controllo della Santa Sede il suo territorio, riorganizzando lo Stato della Chiesa, anche Monte Urano, assieme ai castelli dipendenti da Fermo, fu convocato a prestare giuramento di fedeltà. I Castelli indicati dall'Albornoz si mantennero, tranne pochi cambiamenti con le stesse caratteristiche per alcuni secoli sino all'avvio della legislazione napoleonica quando, nell'ambito dell'organizzazione in dipartimenti, furono indicati come Comuni. Negli statuti di Fermo i vari castelli furono divisi, secondo le capacità contributive, in Maiores, Mediocres, Minores: tra quest'ultimi era annoverato anche Monte Urano. Nei secoli successivi l'antico abitato si è esteso con l'ampliamento dei borghi connessi alle tre chiese esterne al perimetro della cinta muraria e uniti all'originario nucleo del castello nel secolo scorso: essendo ormai dimensionalmente insufficiente l'antica chiesa parrocchiale, si decise la riedificazione della chiesa di San Michele Arcangelo, elaborata su disegno dell'architetto Giovan Battista Carducci e modificata dal celebre architetto Giuseppe Sacconi, al quale fu affidato il proseguimento dei lavori. La nuova chiesa e la piazza antistante, attuale centro della città, determinarono il raccordo con il vecchio nucleo castellano al quale è possibile accedere, su questo lato, dalla Porta Nova (XVIII secolo). Come tanti altri Comuni della Provincia di Ascoli Piceno, Monte Urano è edificato su un colle da cui si domina la costa del mare Adriatico. Il Castello, a pianta triangolare, ha due soli accessi: La Porta dell'Orologio (detta anche Porta Nova) ela Porta del Sole, quest'ultimo esclusivamente pedonale. Alla sommità del nucleo storico del Castello sorge la Torre civica, detta anche Torrione. La sua struttura poligonale risale al XIII-XIV secolo, ed è addossata alle costruzioni che sono state edificate sui resti dell'antica cinta muraria. Conclusa la funzione militare, fu adibita a campanile dell'attigua vecchia chiesa di San Michele Arcangelo, (poi sostituita alla fine dell'Ottocento come chiesa parrocchiale, dal "nuovo" sacro edificio in piazza) che ora ospita i locali della Scuola Media "G. Leopardi". Nel 1943 il campanile della chiesa di San Michele Arcangelo subì il crollo a causa di un terremoto e venne poi ricostruito nel 1975. L'arco gotico della Porta del sole, sovrastato dai resti della merlatura, dai beccatelli e dalle caditoie; il ripido tornante, potente bastione di difesa ed oggi unica via pedonale d'accesso al Castello oltre al Ponte di Piazza; la toponomastica con la lapide che indica via del Baluardo; tutto contribuisce alla spiegazione dell'appellativo "lu macellu", che i cittadini monturanesi attribuiscono a quest'angolo di antico sapore medievale, il solo che fa riandare l'immaginazione alle antiche e spesso sanguinose lotte con i Comuni vicini. L'orologio di fine Ottocento con meccanismo manuale funziona perfettamente ancora oggi e giorno dopo giorno scandisce il tempo dei cittadini del centro storico, il suo regolare funzionamento avviene grazie alle quotidiane cure di un cittadino monturanese che, dietro ad un simbolico compenso, ogni sera, salendo le ripide ed anguste scale della torre, ne carica a mano il delicato meccanismo.


Foto: la prima è presa da http://mapio.net/a/84910754/, la seconda è di Giancarlo De Carolis su http://fotoalbum.virgilio.it/alice/dardo11/monte-uranio-in-car/dsc06522.html

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