NAPOLI – Castello Spagnolo di Nisida
Il Castello di Nisida si trova sull’omonimo isolotto del golfo di Napoli,
appartenente amministrativamente alla frazione di Bagnoli. La costruzione
dell’edificio risale probabilmente al periodo angioino, quando regnava la
Regina Giovanna, nipote di Roberto d’Angiò. Siamo quindi intorno alla seconda
metà del XIV secolo, ed è appunto in questo periodo storico che viene data la
realizzazione della Torre di Guardia, adibita a casino di caccia e a residenza
della sovrana. Successivamente, nel XVI secolo, il vicerè Don Pedro de Toledo
ne ordinò un restauro e un riadattamento per farne uno dei baluardi difensivi
della città, soprattutto per contrastare le scorribande del pirata Barbarossa,
molto attivo in quel periodo tra la Calabria e Ischia. La proprietà del
castello, così come quello dell'intero isolotto, appartenne alla famiglia
napoletana dei Macedonio, duchi di Grottolella. Più avanti, nel XVII secolo
(1626), durante la drammatica epidemia di peste che colpì la capitale del
regno, il Vicerè Antonio Álvarez de Toledo decise di adibire il castello a
lazzaretto per accogliere i malati. Nel XVIII secolo, invece, sotto il dominio
borbonico, l’edificio perse la sua utilità difensiva e fu utilizzato come
prigione nella quale venivano rinchiusi criminali e prigionieri politici. Le
tribolate vicende che caratterizzano tali mutamenti furono arricchite da
episodi più o meno eclatanti come ad esempio nel 1851 quando il conte di
Gladstone denunciò le disumane condizioni in cui versavano i detenuti. Ironia
della sorte volle che, nel periodo post-unitario, il castello divenne luogo di
detenzione per gli ex funzionari borbonici a seguito dell'epurazione avviata
dai Savoia nella Pubblica Amministrazione. Nel ventennio fascista il
penitenziario fu convertito a riformatorio giudiziario, diventando, a partire
dal 1934, uno dei pochi Penitenziari Minorili d’Italia. Lo stabilimento sorge
sul versante sud-orientale dell'isola e comprende l'insenatura di Porto Paone.
Abbattuto il vecchio pericolante torrione che dava un aspetto lugubre, nel 1933
i locali sottostanti sono stati riattati al reparto cellulare di osservazione,
accanto all'infermeria e i locali di quarantena sanitaria. Ai piani superiori
si accede agli uffici amministrativi, gli alloggi del direttore penitenziario e
degli agenti di polizia penitenziaria. Dirimpetto all'ingresso dell'edifizio si
apre un ampio viale ai quali margini sono collocati i padiglioni adibiti ai
servizi del penitenziario: dormitorio, scuola, refettorio, aiuole e campi da
giuoco. Ad un livello inferiore è posto un grande campo sportivo. La fabbrica
delle arti è aperta anche ai residenti del quartiere. Altro link interessante:
http://nisida.napoli.com/storia.php,
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