ZIANO PIACENTINO (PC) - Castello in frazione Seminò
A causa della presenza di un castello di fondamentale importanza strategica al confine naturale e amministrativo con la Lombardia, gli abitanti di questa piccola località si sono trovati spesso al centro di assedi ad opera dei Pavesi. Non di rado Seminò è stato annesso al territorio lombardo dopo aver ceduto alle scorribande nemiche. Il fortilizio, di origini addirittura precedenti all'anno 1000, insieme alle altre fortificazioni della zona, si è ritrovato spesso in mani "nemiche", ma le sue alterne vicende non gli hanno impedito di arrivare al giorno d'oggi in così buone condizioni. Numerosi sono i resti di innumerevoli strutture scomparse, come un esteso recinto murario totalmente scomparso che circondava il colle. La muraglia nel XVII secolo fu abbattuta dalla famiglia Scotti per reimpiegarne i materiali in una nuova chiesa vicino Montalbo. Il castello è già segnalato come esistente nel 1027; in un documento di quell'anno, inerente la scomparsa chiesa di Santa Mustiola, si afferma che questa sorgeva nei pressi del fortilizio. Sicuramente la collocazione su un colle del maniero permetteva, come per altre fortezze della Val Tidone, di assolvere le funzioni di caposaldo strategico contro le numerose incursioni dei Pavesi. Dal testo dello studioso Andrea Corna, il quale esamina il Registro del Comune di Piacenza, emerge, nel 1199, l'impegno di Seminò per aggiungere, in accordo con Piacenza, un dongione al castello. Nel 1249, il maniero era in possesso di Federico II di Svevia, che ne fece luogo di prigionia di diversi dignitari ecclesiastici ed ambasciatori pontifici in viaggio verso il Concilio di Lione. Nel 1347 il fortilizio ed il feudo di Seminò appartenevano ai Leccacorvi, il cui capostipite venne ricordato per essersi distinto nella battaglia di Mortasa, al fianco di Carlo Magno: a loro Semino' rimase fino al 1597, anno in cui la famiglia si estinse con la morte del marchese Lodovico. Ospite dei Leccacorvi fu la duchessa Margherita d’Austria moglie di Ottavio Farnese. Altri proprietari dell'edificio furono i marchesi Paveri Fontana. Dal 1971 la famiglia Vercesi ha iniziato un graduale restauro sotto le direttive della Soprintendenza. Attualmente, il castello ha una forma assai particolare, data da due corpi di fabbrica paralleli, uno ad oriente e l'altro ad occidente. Il primo, verso il cortile, ospita il portico al piano terreno e una loggia al piano superiore, entrambi a sette fornici; il secondo appare molto meno profondo. Lo studioso Carlo Perogalli, ipotizza che verso il lato meridionale, dovesse esserci un terzo volume che avrebbe conferito all'edificio una pianta ad U con torri angolari. Originariamente si accedeva all'interno tramite il ponte levatoio, di cui resta traccia sulla muratura, oggi sostituito da una scalinata in laterizio. A settentrione, inoltre, era presente una muraglia abbattuta dalla famiglia Scotti nel secolo XVII per ottenere materiale da utilizzare nella costruzione di una nuova chiesa nei pressi di Montalbo. Il castello viene aperto al pubblico solo in occasione di eventi e concerti. La strada, che conduce al colle sui cui sorge il castello si sviluppa in un paesaggio geometrizzato da estesi vigneti, disposti in filari e su terreni calcareo-argillosi che si protendono fino al Rio Lora e al Torrente Bardonezza. Qui potete trovare foto molto belle del monumento: http://www.preboggion.it/Castello_di_Semino.htm
Fonti: http://www.comune.ziano.pc.it/cgi-bin/CSA/tw1/I/it/Comune/Semin%C3%B2, http://www.visitvaltidone.it/castello-di-semin%C3%B2.html?interessi%5B%5D=3, http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/11/104, http://www.valtidoneluretta.it/castello-e-rocca-di-agazzano-2-3-2-2-2-2/
Foto: la prima è presa da http://www.visitvaltidone.it/castello-di-semin%C3%B2.html?interessi%5B%5D=3, la seconda è presa da http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/11/104
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