SAN CASCIANO IN VAL DI PESA (FI) – Castello di Gabbiano
Le prime notizie storiche su Gabbiano risalgono all'XI secolo quando fu
incominciata la costruzione della torre quadrata a difesa di una delle più
importanti vie di comunicazione tra Firenze e Siena. La costruzione delle
cantine, la cui struttura a volte testimonia l'utilizzazione vinicola delle
stesse, fu iniziata nel 1124. A quell'epoca il castello apparteneva ad una
delle più importanti famiglie di banchieri di Firenze, i Bardi, che nella
seconda metà del 1200 iniziarono i lavori di ampliamento della fortezza
costruendo le mura perimetrali, merlate, secondo la tendenza tipicamente guelfa
dell'epoca. Il castello rimase in possesso dei Bardi fino ai primi del
Quattrocento quando, passò alla famiglia Soderini, una delle famiglie
politicamente più influenti di Firenze. L’acquisto fu compiuto da Tommaso
Soderini, padre del Gonfaloniere della Repubblica fiorentina, Pier Soderini. Nel
corso del secolo dovettero essere aggiunti, in più tempi, altri corpi di fabbrica,
come si desume dalla muratura, che denunzia diversi fasi di accrescimento, fino
ad essere trasformato in un'ampia costruzione quadrilatera che costituì anche
una sorta di fortilizio privato, poiché venne dotato di quattro torrette
cilindriche che ne rinforzarono gli angoli. Fu durante il possesso dei Soderini
che il Castello fu trasformato nella struttura più simile all'attuale, le torri
tonde di influenza architettonica francese poste ai quattro angoli del castello
furono costruite nel 1505. Al ritorno al potere della famiglia Medici i
Soderini vennero dichiarati ribelli e banditi da Firenze, di conseguenza il
castello rimase abbandonato fino al 1623 quando venne restituito ai vecchi
proprietari. Il maniero era in pessimo stato come ricorda la lapide posta sopra
la porta d'ingresso « Franc.Soderinus
Senat. Gasp F. Ruris Huius in Famiglia restituita Sub. A MDCXXV ». Sopra
gli stemmi è riportato il motto dettato da Pier Soderini in occasione della sua
elezione a gonfaloniere a a che recita "IUS UT PALMA FLO"
("Iustus ut palma florebit"). Dal XIX secolo le famiglie che si
succedettero nella proprietà vi eseguirono vari restauri rispettando appieno le
caratteristiche del complesso architettonico del Castello. Nel XIX secolo era
di proprietà della famiglia Rosselli Del Turco a cui si deve la realizzazione
di una cappella di carattere neoclassico. Successivamente passò alla famiglia
Lemmi e da loro venne pesantemente restaurato. Nel Novecento divenne di
proprietà dello scrittore Arnaldo La Cagnina, poi della famiglia Arcaini e oggi
è sede di un'azienda viti-vinicola di proprietà della famiglia Beringer Blass
(a tal proposito esiste il sito web http://www.castellogabbiano.it).
Esternamente si presenta come un blocco quadrangolare con quattro torri
cilindriche poste agli angoli. Furono aggiunte dopo la metà del XV secolo, come
nel castello di Meleto situato nei pressi di Gaiole in Chianti. Oltre ad
assolvere ad una funzione difensiva costituiscono un motivo estetico di
notevole effetto. La torre centrale posta sulla facciata principale è a pianta
quadrata e probabilmente costituisce il nucleo originario del complesso come
sembra apparire dalla diversa muratura che la contraddistingue dal resto della
cortina muraria. Nel XIX secolo i locali ricavati all'interno delle torri
angolari vennero affrescati con dipinti di soggetto idilliaco e arcadico. Nel
salone principale è stato ripristinato il soffitto a cassettoni. Nel 1506 la
città di Bologna richiese insistentemente alla Signoria di Firenze, di
inviargli l'artista Michelangelo per realizzare una statua in bronzo del Papa
Giulio II. Alla fine di Novembre dello stesso anno Michelangelo accondiscese
alla richiesta e partì alla volta di Bologna munito di un salvacondotto di Pier
Soderini, eletto Gonfaloniere a vita nel 1502, col quale si diceva "Il
latore della presente è lo scultore Michelangelo, che viene spedito per far
cosa grata a Sua Santità, nostro Signore. Noi attestiamo ch'egli è un giovane
di ottime qualità e nell'arte sua a nessuno secondo in Italia e forse in tutto
il mondo. Noi non sappiamo raccomandalo abbastanza caldamente ; egli è di tal
carattere che, con buone parole e colla mitezza tutto si può ottenere da Lui.
Bisogna dimostrargli affetto e benevolenza, ed egli farà cose, da far stupire
ognuno che lo vegga.”. Samuel Eliot Morison, nel suo libro pubblicato negli
Stati Uniti nel 1974 col titolo "The European discovery of America",
ricorda come Amerigo Vespucci avesse indirizzata proprio a Pier Soderini, al
Castello di Gabbiano, la sua prima lettera al ritorno dal suo viaggio nelle
Americhe. I due avevano sempre conservato i migliori rapporti dopo essere stati
entrambi allievi, al convento di S. Marco, del Padre Giorgio Antonio Vespucci,
zio di Amerigo. Ecco un bel video sul castello di Gabbiano: https://www.youtube.com/watch?v=Bd-_kDca1WE
Foto: la prima è di Aggi su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/367074,
la seconda è presa da http://www.fiaforever.com/wp-content/uploads/2013/06/020-Florence-Destination-Wedding-Castello-di-Gabbiano-Castle-Wedding-1-Fia-Forever-Charleston.jpg
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