Da recenti ricerche è emerso che la costruzione del Castello è da attribuirsi al vescovo Leone, che troviamo menzionato nella Carta Originale Cassinese n°5 del 30-10-839 (d.C.). Esso già faceva parte della Città di Traetto, costruita nel 590 d.C. La città fu cinta da una muraglia e da torri quadrate e circolari con tre porte d'accesso principali, "La Portella", "S. Stefano" e "Porta Nova": il Castello, adiacente a Porta Nova, rappresentò la residenza dei più nobili personaggi vissuti a Traetto. Il Castello Baronale nel 1105 passò a Riccardo I dell'Aquila e nel XIII secolo fu residenza dei Caetani. Nel 1452, per volere di Alfonso d'Aragona, vennero eseguiti notevoli lavori di restauro. Nel secolo XVI il maniero appartenne alla più bella donna d'Italia, Giulia Gonzaga, contessa di "Traetto" e di Fondi e, successivamente, ad Isabella Colonna. Il 7 gennaio 1689 morì don Nicola Guzman-Carafa, figlio primogenito di donn'Anna Carafa e del duca Medina de las Torres, vicerè di Napoli dal 1637 al 1644. Deceduto senza eredi, i beni del principe di Stigliano, Guzman, furono incamerati dalla Regia Camera e, successivamente banditi in pubblica asta. Dopo numerose offerte il ducato di Traetto, compreso il Castello Baronale, rimase aggiudicato, per 102 mila ducati, a don Adriano Carafa. Antonio Carafa, senza prole, prima di morire, lasciò, a favore del nipote Adriano Antonio I, un maggiorasco di 400 mila ducati. Nel testamento non venne menzionato il Castello Baronale di Minturno così, dall'albero genealogico dei Carafa di Napoli, risulta che il Castello fu acquistato da Adriano Carafa, fratello di Antonio. Il 26 maggio 1676 Adriano convolò a nozze con Lucrezia Caracciolo. Prima che la prima moglie morisse, Adriano Caracciolo sposò, nel 1693, Isabella Tomacelli. Da Adriano e da Isabella nacque Adriano Antonio I, a lui furono intestati il 17 dicembre 1699 i feudi paterni e nel 1712 gli fu concesso il titolo di duca di Traetto. Il Castello Baronale fu sede dei Caracciolo-Carafa dal 1693 al 1948. Successivamente, il Principe Giovanbattista Caracciolo-Carafa fu Francesco donò parte del Castello all' Ente Morale per gli Asili d'Infanzia (istituito il 27 marzo 1930 con R.D. n°372) di Minturno il 17 dicembre 1948, con rogito n°678 del notaio Cesare Castelli, affinché fosse adibito "a scopo veramente educativo di apostolato e di cultura". Il Comune di Minturno ha acquistato parte del Castello dal Principe Francesco Caracciolo-Carafa e parte dall'Ente Asili il 28 dicembre 1990 (repertorio n°631) per lire 15 milioni. La struttura si erge nella parte sud-ovest della cima, il cui impianto trapezoidale segue la conformazione naturale della rocca, costituito da un torrione cilindrico, un camminamento di ronda, e un porticato interno con archi ogivali che ricordano le strutture tardo-romaniche amalfitane. L’edificio appare oggi nelle forme architettoniche stratificatesi nei diversi secoli. La parte più antica è presumibilmente la torre a forma quadrata. Il castello era dotato di una torre alta 60 metri, semidistrutta da un fulmine nell’Ottocento. Nell’angolo sud-est dell’edificio si apre l’ingresso da cui si entra in un androne, il quale immette in un piccolo cortile con porticato a sesto acuto e finestre bifore. A sinistra è presente una comoda scalinata che dà accesso alle stanze ed alla grande sala dei baroni. Il castello venne rovinato nel 1799 dai francesi e subì gravi danni anche nell’ultimo conflitto mondiale, con la distruzione di tutte le strutture lignee. L'intera struttura, la secondo domenica di luglio, in occasione della Sagra delle Regne (manifestazione locale) viene “incendiata” con fuochi d’artificio, i quali con le loro lunghe abbondanti cascate dorate, argentate e policrome offrono uno spettacolo di indubbia bellezza. A tal proposito, ecco un video che mostra l'evento (di lucaenadia): https://www.youtube.com/watch?v=YRt6FD9eKCI. Il Castello Baronale Caracciolo-Carafa è oggi in parte sede dell'ISMEF (IStituto MEditerraneo di Formazione per le professionalità nautiche), centro permanente di formazione e ricerca finalizzato allo sviluppo del settore marittimo e della nautica da diporto; l'altra parte (sala baronale, corte centrale, altre stanze in restauro) è ancora in gestione del Comune di Minturno. Nel castello furono ospitati personaggi illustri, tra i quali S. Tommaso d'Aquino (1272).
Fonti: http://www.comune.minturno.lt.it/museo/museo_action.php?ACTION=tre&cod_museo=5&cod_aggiornamento=11, http://www.minturnoscauri.it/castello_baronale.htm, http://www.marketing.territoriale.it/moduli/cultura/scheda_cultura.html?COD_CULTURA=110
Foto: la prima è presa da http://www.mondodelgusto.it/gallery/4299.jpg, mentre la seconda è presa da http://web.tiscali.it/cristoforosparagna/Storia%20di%20Minturno/storia%20MinturnoI.htm
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