PAMPARATO (CN) - Castello dei marchesi Cordero
Sull'origine del toponimo di Pamparato si danno due possibili spiegazioni:
la prima legata alla fertilità del terreno, tanto ricco da consentire il
panis
paratus, ossia il "pane pronto", senza eccessiva fatica; la
seconda collegata alla leggenda secondo la quale gli abitanti del luogo,
anticamente chiamato Mongiardino, assediati dai saraceni intorno all'anno 920 e
ridotti ormai alla fame, avrebbero escogitato un ultimo espediente per
allontanare gli assalitori: l'invio fuori dalle mura del Castelluccio di un
cane con in bocca un pane (forse l'ultimo) intriso di vino, per far credere ai
nemici di avere abbondanza di viveri, inducendoli all'abbandono dell'assedio.
Questi, visto arrivare il cane col pane, avrebbero esclamato:
"Habent
panem paratum!", cioè: "Hanno il pane condito!" e, delusi,
si sarebbero allontanati dal paese. Da
panem paratum sarebbe derivato
l'attuale nome, Pamparato. Proprio da questa leggenda prende spunto lo stemma
del comune, che raffigura un cane con in bocca una pagnotta, accompagnato da
una colomba bianca con un ramoscello di ulivo nel becco, simbolo della pace e
della libertà riconquistate
. Divenuto possesso del marchesato di Ceva, Pamparato
venne ceduto dal marchese Guglielmo di Ceva ad Asti il 5 maggio 1214, per
tornare successivamente sotto giurisdizione cebana. Per l'intero XIII secolo
l'area di Pamparato, come quelle circostanti, subì l'influenza astigiana,
resistendo inoltre con le armi alle mire espansionistiche della famiglia
Bersani. Successivamente venne annesso assieme al cuneese ed al monregalese ai
possedimenti di Carlo I d'Angiò. Nel XIV secolo la zona di Pamparato venne
contesa fra Savoia, Angiò, Visconti, Acaja e Monferrato, passando di mano più
volte e subendo le lotte interne fra i fautori di una o di un'altra fazione.
Notevole è comunque il fatto che i primi statuti di Pamparato vennero scritti
proprio in questo periodo, nel 1391. Con la morte dell'ultimo Acaja, nel 1418
Pamparato passò sotto il dominio dei Savoia con Amedeo VIII. Degna di nota è la
presenza di un rappresentante della famiglia Cordero, avo dei futuri marchesi,
nella delegazione di Mondovì inviata a trattare con il duca savoiardo le
condizioni della sottomissione. Successivamente un Cordero, Baldassarre, fu il
primo a creare una stamperia in territorio piemontese, a Mondovì, nel 1472. Il feudo
di Pamparato era diviso in zone dette
parcelle, controllate dalle
famiglie Bonarda Mongarda, Beccaria ed in parte dal cardinale Maurizio di
Savoia. I Cordero, presenti a Pamparato dal Seicento e chiamati
signori
iniziarono la loro ascesa ereditando le
parcelle dei Bonarda Mongarda e
dei Beccaria per vie matrimoniali, mentre la parte di Maurizio di Savoia venne
ceduta ai Giannazzo che ottennero il titolo di conti. La famiglia Cordero
ottenne infine il titolo marchionale, confermato ufficialmente sul finire del XVIII
secolo. Pamparato fu coinvolto nelle guerre del sale contro la corona sabauda,
durante le quali probabilmente venne distrutto l'antico castello che sorgeva
dove ora si trova quello eretto dai Cordero. Il castello dei Marchesi Cordero
di Pamparato, risalente al XV secolo, venne ricostruito a fine Settecento e
oggi si presenta come un palazzo signorile costituito da una cortina laterizia,
intonacata al piano terreno e caratterizzata da fasce marcapiano superiori. E'
sede del Municipio, ma viene anche utilizzato come sede per mostre, convegni e
concerti di musica medievale nell'ambito del
Festival dei Saraceni.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Pamparato, scheda su testo
"Castelli in Piemonte" di Rosella Seren Rosso (1999), http://www.galmongioie.it/2015-02-24-08-09-46/6-autunno/detail/133-88-medium.html,
http://www.dcia.it/sezione/index.php/attivita/71-attivazione-2011-08-10-dci-cn190-dci-cn191-pamparato
Foto: la prima è di Georgius LXXXIX su https://it.wikipedia.org/wiki/Pamparato#/media/File:Pamparato1.JPG,
la seconda è di PiGi'Franco su http://www.panoramio.com/photo/14474356
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