giovedì 19 maggio 2016

Il castello di giovedì 19 maggio






PAMPARATO (CN) - Castello dei marchesi Cordero

Sull'origine del toponimo di Pamparato si danno due possibili spiegazioni: la prima legata alla fertilità del terreno, tanto ricco da consentire il panis paratus, ossia il "pane pronto", senza eccessiva fatica; la seconda collegata alla leggenda secondo la quale gli abitanti del luogo, anticamente chiamato Mongiardino, assediati dai saraceni intorno all'anno 920 e ridotti ormai alla fame, avrebbero escogitato un ultimo espediente per allontanare gli assalitori: l'invio fuori dalle mura del Castelluccio di un cane con in bocca un pane (forse l'ultimo) intriso di vino, per far credere ai nemici di avere abbondanza di viveri, inducendoli all'abbandono dell'assedio. Questi, visto arrivare il cane col pane, avrebbero esclamato: "Habent panem paratum!", cioè: "Hanno il pane condito!" e, delusi, si sarebbero allontanati dal paese. Da panem paratum sarebbe derivato l'attuale nome, Pamparato. Proprio da questa leggenda prende spunto lo stemma del comune, che raffigura un cane con in bocca una pagnotta, accompagnato da una colomba bianca con un ramoscello di ulivo nel becco, simbolo della pace e della libertà riconquistate. Divenuto possesso del marchesato di Ceva, Pamparato venne ceduto dal marchese Guglielmo di Ceva ad Asti il 5 maggio 1214, per tornare successivamente sotto giurisdizione cebana. Per l'intero XIII secolo l'area di Pamparato, come quelle circostanti, subì l'influenza astigiana, resistendo inoltre con le armi alle mire espansionistiche della famiglia Bersani. Successivamente venne annesso assieme al cuneese ed al monregalese ai possedimenti di Carlo I d'Angiò. Nel XIV secolo la zona di Pamparato venne contesa fra Savoia, Angiò, Visconti, Acaja e Monferrato, passando di mano più volte e subendo le lotte interne fra i fautori di una o di un'altra fazione. Notevole è comunque il fatto che i primi statuti di Pamparato vennero scritti proprio in questo periodo, nel 1391. Con la morte dell'ultimo Acaja, nel 1418 Pamparato passò sotto il dominio dei Savoia con Amedeo VIII. Degna di nota è la presenza di un rappresentante della famiglia Cordero, avo dei futuri marchesi, nella delegazione di Mondovì inviata a trattare con il duca savoiardo le condizioni della sottomissione. Successivamente un Cordero, Baldassarre, fu il primo a creare una stamperia in territorio piemontese, a Mondovì, nel 1472. Il feudo di Pamparato era diviso in zone dette parcelle, controllate dalle famiglie Bonarda Mongarda, Beccaria ed in parte dal cardinale Maurizio di Savoia. I Cordero, presenti a Pamparato dal Seicento e chiamati signori iniziarono la loro ascesa ereditando le parcelle dei Bonarda Mongarda e dei Beccaria per vie matrimoniali, mentre la parte di Maurizio di Savoia venne ceduta ai Giannazzo che ottennero il titolo di conti. La famiglia Cordero ottenne infine il titolo marchionale, confermato ufficialmente sul finire del XVIII secolo. Pamparato fu coinvolto nelle guerre del sale contro la corona sabauda, durante le quali probabilmente venne distrutto l'antico castello che sorgeva dove ora si trova quello eretto dai Cordero. Il castello dei Marchesi Cordero di Pamparato, risalente al XV secolo, venne ricostruito a fine Settecento e oggi si presenta come un palazzo signorile costituito da una cortina laterizia, intonacata al piano terreno e caratterizzata da fasce marcapiano superiori. E' sede del Municipio, ma viene anche utilizzato come sede per mostre, convegni e concerti di musica medievale nell'ambito del Festival dei Saraceni.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Pamparato, scheda su testo "Castelli in Piemonte" di Rosella Seren Rosso (1999), http://www.galmongioie.it/2015-02-24-08-09-46/6-autunno/detail/133-88-medium.html, http://www.dcia.it/sezione/index.php/attivita/71-attivazione-2011-08-10-dci-cn190-dci-cn191-pamparato

Foto: la prima è di Georgius LXXXIX su https://it.wikipedia.org/wiki/Pamparato#/media/File:Pamparato1.JPG, la seconda è di PiGi'Franco su http://www.panoramio.com/photo/14474356

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