domenica 15 maggio 2016

Il castello di domenica 15 maggio






CASTELLANETA (TA) – Palazzo Baronale
 
In seguito alla distruzione dell'insediamento di Minerva, presumibilmente durante il passaggio di Alarico I, la popolazione fuggì riparando nei centri vicini. Sulle ceneri dell'antico abitato, si sarebbe formato intorno al 550 il centro tardo antico di Castanea (Καστανέα in greco bizantino). Le scorrerie dei Saraceni fecero in modo che Castanea s'ingrandisse, dato che le sue mura fortificate ne fecero il rifugio degli abitanti dei centri vicini. In questo periodo la città cambiò nome divenendo prima Castellum Unitum e poi Castellanetum. Esiste però un'altra versione circa le radici di Castellaneta. Secondo lo storico Giacomo Arditi, Castanea era cosa ben diversa dall'attuale Castellaneta: Castanea era posta sul Lato, aveva origine magno-greca ed esistette fino alla fine dell'VIII secolo (secondo le carte topografiche di Carlo Magno). Nell'842 i Saraceni intensificarono i loro attacchi, saccheggiarono e distrussero quasi tutti gli insediamenti del circondario e probabilmente Castanea fu tra i centri devastati, che, quindi, si unirono, creando una città fortificata nel punto più difendibile: da questa unione avrebbe avuto origine il nome Castellum Unitum, poi trasformatosi nella forma attuale. In seguito alla conquista della città da parte dei Normanni nel 1064, la città divenne anche diocesi. Tre anni dopo il paese venne riconquistato dal generale greco Michele Mauricas e ritornò in mano bizantina. Questo dominio si rivelerà effimero, dato che Castellaneta ritornerà in mano ai Normanni. Nel 1200 Carlo I d’Angiò conquistò la cittadina che dapprima risultò un feudo e che successivamente venne trasformata in città Regia. Nel XIII secolo la città passò in mano agli Aragonesi, per poi ritornare nuovamente agli Angioini. Nel 1503 i cittadini di Castellaneta, con l'aiuto di una piccola schiera di soldati spagnoli, respinsero le truppe francesi guidate dal duca di Nemours: tale fatto prenderà il nome di "Sacco di Castellaneta". Grazie al coraggio dimostrato nell'occasione dai cittadini castellanetani, Ferdinando il Cattolico attribuì al paese il titolo di "Fidelissima Civitas". Nel 1519 gli spagnoli cedettero la città ai fiamminghi, la città entrò in rovina e subì un lungo periodo di dominazione da parte di più feudatari. Nel XVII secolo, infatti, Castellaneta fu acquistata per 70.000 ducati dal feudatario di Gioia e Acquaviva, il genovese Carlo de Mari, marchese di Assigliano. L'acquisto gli procurò il titolo di Principe e il governo del grosso feudo alla sua famiglia fino al 1806, anno dell'Alienazione del Feudalesimo decretato dal Re di Napoli Gioacchino Murat a seguito del Decreto Napoleonico sulla stessa materia dell'anno prima e che si estendeva su tutti i domini francesi, praticamente quasi tutta l'Europa continentale. Il Palazzo Baronale, sede storica del potere politico, è stato trasformato prima in seminario poi in convento delle suore di Santa Chiara. Si affaccia a strapiombo sulla gravina, e fu sede dei baroni che dal '500 alla fine del '700 dominarono su Castellaneta. Non si conosce con esattezza l'epoca di fondazione del palazzo che, probabilmente, sorge sul luogo ove era l'antico castello dei Normanni. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel XVI-XVII secolo, per esempio, fu ristrutturato ed ampliato forse ad opera dei principi Bartirotti. Un altro restauro si ebbe nell'Ottocento, dopo il 1829 anno in cui il vescovo mons. Pietro Lepore acquistò il palazzo dai De Mari, ultimi baroni della città, per adibirlo a Seminario diocesano, inaugurato nel 1838. Attualmente ospita le monache clarisse ivi trasferite dopo la chiusura del pericolante monastero di S. Chiara. L'edificio si presenta come un palazzotto fortificato, a pianta quadrata con poderoso basamento. La facciata è caratterizzata dal semplice portale; interessanti le finestre che si aprono sul fianco meridionale decorate da cornici con capitelli figurati. Si accede all'interno attraverso un breve androne a sinistra del quale è ubicata la Cappella, un semplice ambiente rettangolare con volta a botte. Al centro dell'edificio vi è un ampio cortile decorato da eleganti cornici marcapiano e da alcuni stemmi delle nobili famiglie che dominarono la città. Interessanti all'interno l'ampio salone di rappresentanza al piano nobile, con volta a padiglione sostenuta all'imposta da archetti peduli, e gli ambienti prospicienti la gravina in cui è possibile osservare elementi architettonici risalenti al Medioevo. La piazza antistante, dedicata a S.Maria Immacolata, è caratterizzata dalla presenza di palazzi con portale, sovrastato da balconi con balaustra in pietra e piccolo cortile interno (tipologia frequentemente attestata nell’architettura civile salentina). Di notevole interesse è la posizione del palazzo prospiciente la gravina, dove sono riconoscibili fortificazioni e membrature architettoniche medievali, fra le quali si distingue una ampia sala con volta a crociera sostenuta da costoloni riuniti in sommità. Ecco un interessante video di FotoperAria sul palazzo baronale: https://www.youtube.com/watch?v=oxzTSdz9LJg

Fonti: http://iltaccodibacco.it/puglia/guida/5725/, http://www.prolococastellaneta.it/storia-cultura-territorio/chiese-e-monumenti/palazzo-baronale/, https://it.wikipedia.org/wiki/Castellaneta#Architetture_civili, http://castellaneta.gov.it/centro-storico

Foto: la prima è di Pietro D’Ambrosio su https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7b/Palazzo_Baronale.jpg, la seconda è presa da http://www.fotoperaria.it/wp-content/uploads/2013/08/castefilmfest2.jpg

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