CASTELL’AZZARA (GR) – Rocca Aldobrandeschi in frazione
Selvena
Conosciuto sin dai tempi degli Etruschi e dei Romani che ne sfruttavano le
ricche miniere di cinabro, il paese di Selvena ha avuto un importante ruolo
durante l'età medievale. Il castello che vi sorge, l'imponente fortezza aldobrandesca
risalente al IX secolo (ricordato sin dall’anno 833), è stata teatro di
continue contese, battaglie e lunghissimi assedi. Il castello, ritenuto
inespugnabile, ha avuto il suo ultimo castellano nel XV secolo, il conte
Giacomo Aldobrandeschi autore di un testamento che impose ai selvignani «di
offrire in perpetuo la notte del giorno quattordicesimo d'agosto un cero votivo
del valore di 200 denari senesi alla Madonna assunta in cielo», tradizione che
venne col tempo abbandonata. Il castello, detto anche Rocca Silvana, era un
antico possedimento dell'abbazia di San Salvatore al Monte Amiata. Nei secoli
successivi divenne proprietà della famiglia Aldobrandeschi, assumendo un ruolo
strategico per il controllo e lo sfruttamento delle vicine miniere di cinabro e
mercurio ed entrando nelle mire espansionistiche di Siena, sotto la cui
giurisdizione passò attorno alla metà del XIV secolo. Tuttavia, il dominio
senese non fu molto lungo, in quanto gli Orsini di Pitigliano riuscirono ad
inglobare la fortificazione nella loro contea nei primi anni del XV secolo. La
rocca entrò a far parte del Granducato di Toscana attorno alla metà del XVII
secolo, assieme a tutti gli altri territori della Contea degli Orsini che,
proprio in quest'epoca, scompariva definitivamente dallo scenario politico. Da
allora, la fortificazione fu gradualmente dismessa, andando incontro ad un
lungo ed inesorabile declino che si è protratto fino agli ultimi anni del XX
secolo, quando una serie di campagne di scavo e di interventi di restauro hanno
permesso il recupero degli imponenti ruderi che testimoniano, ancora oggi,
l'importanza della rocca nei secoli passati. La Rocca Silvana si trova sulla
vetta di un monte, dal quale si domina la vasta area circostante. Nella parte
bassa si estendeva il borgo, di cui rimangono le strutture murarie dei vari
edifici, mentre nell'area sommitale si trova il palazzo signorile, a pianta
quadrangolare, disposto su due livelli, presso il quale vi sono i resti di una cisterna
per la raccolta e la distribuzione dell'acqua. Ancora oggi è facilmente
riconoscibile l'andamento della
doppia
cinta muraria, la prima racchiudeva l'abitato e la seconda interna a
protezione del
palazzo feudale,
con una forma semi trapezoidale. Al vertice orientale della seconda cerchia, in
corrispondenza della porta principale, si erge una splendida
torre di forma pentagonale che aveva
la funzione di
cassero. Detta
torre sembra sia stata aggiunta alla fortificazione per aumentarne le difese
subito dopo l'assedio del Barbarossa. Ancora oggi è riscontrabile la qualità
della costruzione, tutta eseguita con
pietre
a filaretto, testimonianza della ricchezza dei proprietari del castello.
Questo lato della fortificazione è anche l'unico non difeso naturalmente dal
dirupo e le mura formano qui il
vertice
del loro andamento trapezoidale, creando quasi un
rivellino a maggior difesa dell'ingresso. L'aspetto ricorda quello
della prua di una nave. Subito a lato della torre, quasi al centro del secondo
recinto, sorgono i resti del
palazzo
del signore, uno dei più alti esempi di dimora signorile duecentesca che
possiamo trovare in Toscana fuori dalle grandi città comunali. Tutto attorno si
trovano vari resti di
altri edifici
tra i quali si può individuare la
cisterna
e la
cappella. Il complesso
rimase in uso fino a tutto il XVII secolo e poi iniziò la sua lenta
rovina, in quanto dopo l'esaurimento delle miniere circostanti quella che fu la
sua forza, la sua posizione di
nido
d'aquila difficilmente attaccabile e di conseguenza anche mal
raggiungibile, divenne la sua condanna. Fino a prima del 1997 era rischioso
avventurarsi fra questi resti avvolti dalla vegetazione per pericoli di crolli,
la recente opera di restauro ha fermato il degrado, anche se non è possibile
poter godere liberamente dei suoi risultati [
i lavori alla torre del mastio
e le mura che la circondano sono completati, come quelli al palazzo signorile e
molte altre aree dell'area residenziale, liberate dalla vegetazione al punto
che sono tornate alla luce le pavimentazioni originarie in cotto]. Ancora nel
2007 Selvena era visibile solo
dall'esterno, da sotto le mura del mastio e dalle varie prospettive offerte dalla
strada panoramica che porta a Sovana o Roccalbegna, nonostante il completamento
dei restauri e la realizzazione di un'area di accoglienza visitatori. Qui
potete trovare la storia dettagliata della fortificazione:
http://selvena.altervista.org/doc/storia_selvena_rocca_silvana_aldobrandeschi.html
(e navigando nel sito tante altre informazioni utili). Altri link suggeriti:
http://www.fortezze.it/rocca_silvana_it.html,
http://iltirreno.gelocal.it/regione/2014/06/08/news/selvena-ogni-mattone-di-quella-rocca-racconta-una-storia-1.9387476,
http://www.monte-amiata.eu/italiano/amiata-cultura-cc-rocca-silvana.asp,
http://roccasilvana-maremma.blogspot.it/.
Ecco inoltre un interessantissimo video di Amiatavideo:
https://www.youtube.com/watch?v=flgtJWObCWI
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