BARI - Castello di Carbonara
Carbonara di Bari
(Carvnár in dialetto barese) è un quartiere di Bari, appartenente al IV
municipio, che conserva i resti di un piccolo castello medievale. Secondo fonti
storiche più attendibili le origini di Carbonara risalgono all'alto Medio Evo,
nel XII secolo, quando Guglielmo il Malo, nel 1156, decretò la distruzione di
Bari e alcuni baresi si rifugiarono a Carbonara dando vita all'ampliamento del
Casale. Nella bolla di Papa Alessandro III a Rinaldo, Arcivescovo di Bari, il
28 Giugno 1172, cita fra gli altri Casali sottoposti alla sua giurisdizione,
quello di Carbonara (Carbonarium). Per lungo tempo Carbonara fu soggetta al
dominio feudale degli Arcivescovi di Bari. Il suo primo feudatario fu Caderisio
nel 1282, su investitura di Carlo d'Angiò. Nel novembre 1347, si ebbe
l'invasione degli Ungheresi, guidati dal loro Re Luigi I che discese in Italia
e giunse a Napoli per vendicare l'uccisione di suo fratello Andrea, strangolato
in Aversa il 18 Settembre 1345 da sicari, mentre dormiva con la regina. Questa,
sospettata di complicità, passò subito a seconde nozze col cugino Luigi di
Taranto. Gli Ungheresi, discesi in Puglia nel 1348, devastarono e
spadroneggiarono un po' dappertutto, fino a provocare lo scoppio di una peste.
Re Luigi ritornò in Ungheria, lasciando parte delle sue truppe al comandante
Palatino, il quale nel 1349 pose l'assedio a Bitonto. Bitonto resistette a
lungo, per cui si addivenne a una tregua. Gli Ungheresi allora si allearono con
i Bitontini, cui fecero capo i casalini di Carbonara, Ceglie ed altri paesi,
assediando Bari senza riuscirvi ad espugnarla. Allora si dettero a distruggere
nei dintorni saccheggiando altri paesi limitrofi, tra cui Rutigliano. Nel
Settembre del 1349, i Baresi approfittando che gli Ungheresi stavano assediando
Corato, si vendicarono di Carbonara che aveva partecipato all'assedio di Bari,
devastandola completamente. Molti Carbonaresi fuggirono, ma dieci sicari
rimasero a difendere il castello, i quali vennero alfine catturati ed uccisi.
Dopo questi avvenimenti Carbonara riprese la sua vita sotto gli altri
feudatari. Il 22 Maggio 1464 il Re Ferdinando I d'Aragona confermò
l'investitura di Barone del casale di Carbonara a Giovanni de Affatatis. Grazie
a questo Barone, Carbonara si distaccò dal dominio del Regio Fisco e si
sottrasse dalle dipendenze di Bari, perché il Barone amava e si faceva amare
dai Carbonaresi e riuscì a risollevare il paese dalla miseria - come descrive
il De Marinis nella sua opera "Memorie Storiche di Carbonara". Nel
1548 finì il Casato dei de Affatatis con Emilia, figlia di Antonio, che si sposò
con Marcantonio Rogadeo di Bitonto. Iniziò il Casato dei Rogadeo, che terminò
nel 1560, anno in cui Pietro Rogadeo, figlio di Francesco Giacomo Rogadeo, perse
al gioco il Feudo di Carbonara che fu venduto all'asta, successivamente, al
Barone Sigismondo de Rubeis (detto pure de Rossi) per la somma di £. 7.200
ducati. Nel 1564, dopo la morte di Sigismondo de Rubeis, il Feudo passò alla
figlia Beatrice, che nel 1569 lo vendette a suo zio Gianfranco Caracciolo per
la stessa somma. Nel 1576 terminò il Casato dei Caracciolo con Beatrice, figlia
di Antonio Caracciolo che si sposò con Giovanni Antonio de Angelis. Ebbe inizio
il Casato dei de Angelis che terminò nel 1729 con Benedetta de Angelis, sorella
di Carmine de Angelis, che si sposò con Nicola Pappacoda. Il casato dei
Pappacoda durò fino al 1775, con la figlia Anna che si sposò con Giambattista
Filomarino, il cui casato durò fino al 1799. L'ultimo feudatario di Carbonara
fu Giacomo Filomarino. Nel 1798 i noti avvenimenti rivoluzionari francesi
portarono ad invadere anche l'Italia. I Francesi riuscirono in poco tempo a
travolgere le truppe del Re Ferdinando IV che, visto l'estremo caos, il 21
dicembre 1798 abbandonò Napoli, rifugiandosi in Sicilia. Della fortificazione
di Carbonara (un castello o una torre baronale), di cui oggi rimangono labili
tracce, poco o nulla è dato conoscere. Si è ipotizzato che la struttura,
orientata con la facciata principale ad est, avesse tre piani: la base doveva
essere costituita probabilmente da un alto zoccolo a scarpata. La sua
storia potrebbe risalire all'XI secolo quando Boemondo, principe di Taranto, ne
portò a compimento la costruzione unitamente ad altre strutture murarie. A tal
proposito si dice che lo stesso principe avesse dato ordine ad un patrizio
romano, certo Arrigo Tancredi, che fosse apposta una lapide commemorativa
sull'ingresso del castello. Di tale iscrizione, come di una trascrizione
documentaria del 1465, è andata persa ogni traccia, ed il tutto appare
circondato da un alone di dubbi ed incertezze. Stessi dubbi valgono per un
episodio che si sarebbe verificato il 3 settembre del 1097, quando papa Urbano
II avrebbe presenziato alla consacrazione di una chiesa nei pressi del
castello. Una certezza sembra il fatto che, come afferma il Beatillo
riportandone la fonte, nel 1117 a Carbonara risultava esserci un castello con
annessi monastero e chiesa sotterranea. Le prime notizie sicure sulla
fortificazione risalgono invece alla metà del XIV secolo: nel 1348, ad opera di
soldati baresi e ungheresi - questi ultimi venuti in Italia per vendicare
l'assassinio di Andrea d'Angiò, re d'Ungheria e marito di Giovanna I,
distruttrice del castello - dagli spalti fu gettato giù l'ultimo gruppo di
strenui difensori locali, comandati dal signore di Carbonara, un certo
Macciotta. Dopo di ciò il silenzio.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Carbonara_di_Bari#Storia,
scheda di Luigi Bressan su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/carbonara.htm,
http://carbonara.weebly.com/storia-di-carbonara.html
Foto: prese da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/01/carbon01.jpg
e da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/01/carbon14.jpg
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