CELLA MONTE (AL) - Castello Ardizzone
Il
toponimo deriva dalla capacità delle sue terre di mantenere a lungo i prodotti
alimentari, indicando il termine “cella” un ‘deposito di frutti campestri’. Le
attestazioni medievali testimoniano delle forme sia plurali sia singolari:
CELLARUM e CELLE; mentre la moderna denominazione deriva dalla forma singolare.
La seconda parte del toponimo moderno non è riscontrabile nella documentazione
antica, sebbene alcuni studiosi abbiano presupposto forme quali CELLA AD MONTEM
e AD CELLAM IM MONTE. Nel 1630, durante la terribile peste, quasi tutti i suoi
abitanti persero la vita. Sorta in epoca medievale, venne utilizzata in periodo
romano come luogo di conservazione delle derrate alimentari raccolte dalle
milizie. Fu possedimento dei marchesi di Ivrea, dei vescovi di Vercelli e
dei marchesi del
Monferrato, finché nel 1116, venne ceduta in feudo ai fratelli
Guido e Gherardo Cane, da parte dell’imperatore Enrico I. A partire dal XIII
secolo, e fino agli inizi del XVIII secolo, restò nelle mani di numerosi
signori della zona, tra cui i Marescalchi, i Pocaparte, gli Oglieri, i Francia,
gli Ardizzone e i Cocconato. Con l’entrata in scena dei Savoia anch’essa, come tanti altri comuni
circondanti, divenne possedimento sabaudo. Tra le vestigia del suo passato
figura, tra i vari monumenti, il castello degli Ardizzone, conservante tuttora
alcune delle antiche finestre romaniche in tufo. Eretto, secondo alcune fonti,
all'inizio del XII secolo, infeudato ai marchesi di Ivrea, venne trasformato in
epoca barocca in palazzo signorile. Delle originarie strutture rimangono una
torre cilindrica e resti delle merlature. Attualmente di proprietà privata, è
adibito ad abitazione.
Fonti:
http://www.monferratopaesaggi.org/portfolio/cella-monte/,
testo su pubblicazione "Castelli in Piemonte" di Rosella Seren Rosso
(1999)
Foto:
la prima è presa da http://www.marchesimonferrato.com/web2007/_resources/cella-monte.jpg,
la seconda è presa dal libro "Castelli in Piemonte" di Rosella Seren
Rosso (1999)
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