sabato 26 novembre 2016

Il castello di sabato 26 novembre






ANTICOLI CORRADO (RM) – Palazzo Brancaccio

Anticoli è posto su uno sperone roccioso a 508 metri di altitudine, sulle pendici settentrionali dei monti Ruffi che dominano la Valle dell’Aniene. Nasce come "castellum" cioè come un villaggio fortificato, quando le popolazioni, dopo la fine dell’Impero Romano, si attestavano sui monti e sui colli in posizione di difesa. Il nome Anticoli si fa risalire da Antikuis da un’iscrizione greca databile intorno al VII-VIII sec. La proprietà del "castellum" anticolano passò, attraverso i secoli, nelle mani di diverse nobili famiglie a cominciare dai signori di Poli nell’XI sec. Alla famiglia Conti dalla fine del sec. XII agli Antiochia nel sec. XIII i quali probabilmente modificarono il nome del paese aggiungendo Corrado dal nome del figlio e successore di Federico di Antiochia. Dal XV sec. Anticoli divenne proprietà dei Colonna e con alterne vicende passò agli Sciarra Colonna, Massimo e Barberini. Il primo insediamento si trovava nella parte alta del colle su una roccia, come una fortezza naturale e le costruzioni si allineavano lungo il ciglio del costone roccioso per migliorare la difesa; queste ultime formavano la "Rocca" che costituisce il nucleo storico, oggi definibile dal Palazzo baronale, dalla chiesa parrocchiale di Santa Vittoria, dal palazzetto Brancaccio e dalla piazza antistante. Tutte le costruzioni della "Rocca" sono mutate nel tempo, trasformate per interventi edilizi soprattutto del periodo barocco. Da rilevamenti effettuati fanno sicuramente parte del nucleo originario le strutture del piano scantinato del palazzo baronale e la torre del palazzetto Brancaccio, sotto la quale si trovano degli spazi probabilmente utilizzati come carceri, mentre la chiesa di Santa Vittoria come si presenta a noi oggi è una ricostruzione della fine del XVIII sec. Su quella medievale che esisteva sulla "Rocca" fortificata. Del XIV sec. è la chiesa cimiteriale di San Pietro, di origine romanica, edificata all’esterno della "Rocca". Intorno a questo punto centrale fortificato si espandeva il paese nel passaggio dal Medioevo al Rinascimento La via Maggiore costituiva un accesso alla "Rocca" attraverso una scalinata che nasce da questa strada subito dopo la Porta omonima, diventando asse di riferimento e di strutturazione della prima espansione residenziale ai piedi del castello; un secondo accesso si ricavava nella costruzione del Palazzo baronale attraversato per intero e un terzo nasceva dallo spazio tra il Palazzo e la Chiesa di Santa Vittoria dove, poco più giù, sorge un palazzo patrizio Majoli che reca la data 1520. L’espansione del paese nel XVI sec. avvenne a valle della via Maggiore in avvolgimento della "Rocca" verso est in direzione di via Olivella e verso ovest in direzione dell’attuale via Adolfo De Carolis, più in basso. Nel corso del XVII e XVIII sec. la nuova espansione edilizia si sviluppò da via Adolfo De Carolis in basso verso Porta Priaterra lungo un sentiero che ha lo stesso nome e quindi lungo lo sperone collinare, articolandosi lungo le curve di livello. Il Palazzo fortificato venne trasformato in Palazzo baronale residenza di campagna e all’esterno della cittadina si costruirono le chiese di San Rocco sulla via dei colli, di Santa Caterina nei pressi di San Pietro, della SS Trinità in basso, al capo esterno dell’insediamento. Palazzo Brancaccio, oggi sede del Museo Civico d'Arte Moderna di Anticoli Corrado, è un antico palazzo baronale del XVII secolo. Esso nacque nell'area dell'antico castello, situato nel luogo dove sorgeva la Rocca del castellum altomedievale. L'aspetto attuale dell'edificio è frutto di interventi susseguitisi dal XVI al XVIII secolo. Al piano terra, è ancora visibile un ambiente delle antiche carceri, utilizzate probabilmente fino alla seconda metà dell'Ottocento. Il palazzo fu poi donato dal principe Marcantonio Brancaccio al Comune. La struttura attuale del Palazzo adibito a Museo è frutto di opere di restauro a partire dagli anni '80 per volere del direttore Parricchi che curò i lavori (con i fondi della Regione e della Provincia) affidandone il progetto all’arch. Sergio Rappino. Il progetto nello specifico prevedeva l’utilizzazione delle ex-carceri al piano terra e dei locali adiacenti del Municipio. Parricchi aveva in mente un piano ambizioso solo in parte realizzato dopo la sua scomparsa e cioè l’ampliamento e ristrutturazione del Museo per un ordinamento critico delle opere esistenti in vista anche del recupero di materiali sparsi nel mondo e la creazione di un centro culturale polivalente e polifunzionale avviando in questo modo il processo di modernizzazione del Museo. Qui c’è una storia particolareggiata del museo: https://it.wikipedia.org/wiki/Civico_museo_di_arte_moderna.

Fonti: http://www.associazionedeicomuniaster.it/beni/scheda_bene.html?cod_bene=69, http://www.anticoli-corrado.it/Paese.htm
Foto: la prima è presa da http://www.tibursuperbum.it/foto/escursioni/anticoli/smallPalazzoBaronale.jpg, la seconda è di M.Pesci su http://www.tesoridellazio.it/public/anticoli_corrado_(rm)_piazza_santa_vittoria_foto_m._pesci_(09_2013).jpg

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