ANTICOLI CORRADO (RM) – Palazzo Brancaccio
Anticoli è posto su uno sperone roccioso a 508 metri di altitudine, sulle
pendici settentrionali dei monti Ruffi che dominano la Valle dell’Aniene. Nasce
come "castellum" cioè come un villaggio fortificato, quando le
popolazioni, dopo la fine dell’Impero Romano, si attestavano sui monti e sui
colli in posizione di difesa. Il nome Anticoli si fa risalire da
Antikuis
da un’iscrizione greca databile intorno al VII-VIII sec. La proprietà del
"castellum" anticolano passò, attraverso i secoli, nelle mani di diverse
nobili famiglie a cominciare dai signori di Poli nell’XI sec. Alla famiglia
Conti dalla fine del sec. XII agli Antiochia nel sec. XIII i quali
probabilmente modificarono il nome del paese aggiungendo Corrado dal nome del
figlio e successore di Federico di Antiochia. Dal XV sec. Anticoli divenne
proprietà dei Colonna e con alterne vicende passò agli Sciarra Colonna, Massimo
e Barberini. Il primo insediamento si trovava nella parte alta del colle su una
roccia, come una fortezza naturale e le costruzioni si allineavano lungo il
ciglio del costone roccioso per migliorare la difesa; queste ultime formavano
la "Rocca" che costituisce il nucleo storico, oggi definibile dal
Palazzo baronale, dalla chiesa parrocchiale di Santa Vittoria, dal palazzetto
Brancaccio e dalla piazza antistante. Tutte le costruzioni della
"Rocca" sono mutate nel tempo, trasformate per interventi edilizi
soprattutto del periodo barocco. Da rilevamenti effettuati fanno sicuramente
parte del nucleo originario le strutture del piano scantinato del palazzo
baronale e la torre del palazzetto Brancaccio, sotto la quale si trovano degli
spazi probabilmente utilizzati come carceri, mentre la chiesa di Santa Vittoria
come si presenta a noi oggi è una ricostruzione della fine del XVIII sec. Su
quella medievale che esisteva sulla "Rocca" fortificata. Del XIV sec.
è la chiesa cimiteriale di San Pietro, di origine romanica, edificata
all’esterno della "Rocca". Intorno a questo punto centrale
fortificato si espandeva il paese nel passaggio dal Medioevo al Rinascimento La
via Maggiore costituiva un accesso alla "Rocca" attraverso una
scalinata che nasce da questa strada subito dopo la Porta omonima, diventando
asse di riferimento e di strutturazione della prima espansione residenziale ai
piedi del castello; un secondo accesso si ricavava nella costruzione del
Palazzo baronale attraversato per intero e un terzo nasceva dallo spazio tra il
Palazzo e la Chiesa di Santa Vittoria dove, poco più giù, sorge un palazzo
patrizio
Majoli che reca la data 1520. L’espansione del paese nel XVI
sec. avvenne a valle della via Maggiore in avvolgimento della "Rocca"
verso est in direzione di via Olivella e verso ovest in direzione dell’attuale
via Adolfo De Carolis, più in basso. Nel corso del XVII e XVIII sec. la nuova
espansione edilizia si sviluppò da via Adolfo De Carolis in basso verso Porta
Priaterra lungo un sentiero che ha lo stesso nome e quindi lungo lo sperone
collinare, articolandosi lungo le curve di livello. Il Palazzo fortificato
venne trasformato in Palazzo baronale residenza di campagna e all’esterno della
cittadina si costruirono le chiese di San Rocco sulla via dei colli, di Santa
Caterina nei pressi di San Pietro, della SS Trinità in basso, al capo esterno
dell’insediamento. Palazzo Brancaccio, oggi sede del Museo Civico d'Arte
Moderna di Anticoli Corrado, è un antico palazzo baronale del XVII secolo.
Esso nacque nell'area dell'antico castello, situato nel luogo dove sorgeva la
Rocca del castellum altomedievale. L'aspetto attuale dell'edificio è frutto di
interventi susseguitisi dal XVI al XVIII secolo. Al piano terra, è ancora
visibile un ambiente delle antiche carceri, utilizzate probabilmente fino alla
seconda metà dell'Ottocento. Il palazzo fu poi donato dal principe
Marcantonio Brancaccio al Comune. La struttura attuale del Palazzo adibito a
Museo è frutto di opere di restauro a partire dagli anni '80 per volere del
direttore Parricchi che curò i lavori (con i fondi della Regione e della
Provincia) affidandone il progetto all’arch. Sergio Rappino.
Il progetto nello specifico prevedeva l’utilizzazione delle
ex-carceri al piano terra e dei locali adiacenti del Municipio. Parricchi aveva
in mente un piano ambizioso solo in parte realizzato dopo la sua scomparsa e cioè
l’ampliamento e ristrutturazione del Museo per un ordinamento critico delle
opere esistenti in vista anche del recupero di materiali sparsi nel mondo e la
creazione di un centro culturale polivalente e polifunzionale avviando in
questo modo il processo di modernizzazione del Museo. Qui c’è una storia
particolareggiata del museo:
https://it.wikipedia.org/wiki/Civico_museo_di_arte_moderna.
Fonti:
http://www.associazionedeicomuniaster.it/beni/scheda_bene.html?cod_bene=69,
http://www.anticoli-corrado.it/Paese.htm
Foto: la prima è presa da http://www.tibursuperbum.it/foto/escursioni/anticoli/smallPalazzoBaronale.jpg,
la seconda è di M.Pesci su
http://www.tesoridellazio.it/public/anticoli_corrado_(rm)_piazza_santa_vittoria_foto_m._pesci_(09_2013).jpg
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