CAPRANICA PRENESTINA (RM) – Palazzo Capranica Barberini
Il primo agglomerato da cui ebbe origine Capranica
Prenestina sorse presumibilmente sul finire del X secolo e si consolidò in
forma organizzata quando papa Giovanni XIII concesse in enfiteusi alla sorella
Stefania, senatrice, le regioni di Preneste, ma a patto che vi s’introducessero
miglioramenti e vi si erigessero fortificazioni contro gli Ungheri e i Saraceni
allora invasori. In quella zona cominciarono così a sorgere le prime torri e
fortificazioni. La mancanza di documentazioni storiche impedisce di fissare una
data certa sull’origine di Capranica: alcune fonti fanno infatti pensare che
ebbe origine sotto il pontificato di Onorio II (1124 – 1130), divenendo poi
feudo dei Colonna. La prima citazione storica del paese si riscontra in un
documento del 1252, atto di divisione dei feudi tra i colonnesi, secondo il
quale Capranica Prenestina veniva assegnata ad Oddone Colonna. Capranica rimase
feudo dei Colonna per oltre quattro secoli e i suoi abitanti subirono
direttamente le ripercussioni delle storiche contese che opposero la grande
casata al potere della Santa Sede. Nel 1298 papa Bonifacio VI, sconfitti i
Colonna, li privò di tutti i loro beni e ordinò, tra l’altro, la distruzione di
Palestrina e dei feudi limitrofi: devastazioni e saccheggi si abbatterono anche
su Capranica Prenestina. L’elezione di Benedetto IX, segnò il risorgere della
potenza dei Colonna e per la famiglia iniziò un periodo di particolare
splendore che fece registrare, tra l’altro, con il Concilio di Costanza del
1417, l’ascesa al soglio pontificio di Oddone Colonna. Assunto il nome di
Martino V, si rivelò uno dei grandi papi della storia. Martino V cominciò ad
arricchire, abbellire ed ingrandire i feudi colonnesi; è proprio a questo
periodo che risale l’erezione della Torre campanaria di Capranica Prenestina
(1426-1431). Proprio grazie a questo pontefice Capranica Prenestina ha potuto
ascendere agli onori della storia: Martino V infatti, il 24 maggio 1426, nominò
cardinale Domenico Capranica, uomo di raffinata cultura e di notevoli capacità
politiche e diplomatiche. Fu il più illustre esponente della casata che prende
il nome dal paese. Il cardinale fondò il prestigioso Collegio Capranica con
l’insigne biblioteca e fu collezionista di codici che raccolse nel proprio
palazzo romano, uno dei primi realizzati nel ‘400. Durante la malattia mortale
di papa Callisto III , il cardinale Capranica appariva il più probabile
successore al soglio pontificio, ma morì prima del Conclave a 58 anni. Il XV
secolo si chiuse con l’elevazione al soglio pontificio nel 1492 di Rodrigo
Borgia che assunse il nome di Alessandro VI. Papa Borgia iniziò la sua politica
nepotistica e usurpò tutti i feudi prenestini dei Colonna, tra cui Capranica,
assegnandoli al figlio Cesare Borgia. Nel 1503 papa Giulio II, fermamente
deciso a risollevare la Chiesa dall’orrore in cui era stata gettata dai Borgia,
reintegrò nei loro possedimenti i Colonna. Nel 1563 il feudo di Capranica venne
venduto dai Colonna ai Massimo e a sua volta, Domenico Massimo, nel 1568, lo
cedette ad Angelo Capranica. Nel 1654 Luigi Capranica vendette il feudo a Carlo
Barberini, fratello di papa Urbano VIII, a causa dei forti debiti. I Barberini,
nel 1665, concessero il primo statuto e solo nel 1870 rinunciarono ai diritti
feudali concedendoli in enfiteusi perpetua al Comune di Capranica Prenestina
che, poco dopo, corrispondendo il capitale enfiteutico, ne rimase libero ed
assoluto padrone. Il capoluogo comunale sorge in posizione panoramica ed è
costituito dal nucleo storico del castello di pianta circolare, in cui le
vecchie case e le antiche costruzioni (chiese e palazzi) si stringono sugli
stretti viottoli e le gradinate del borgo, e da poche altre abitazioni in stile
moderno che sono in prossimità della circolare piazza Pietro Baccelli o
leggermente fuori dall'abitato in direzione della via Capranica Prenestina. Il
Palazzo Capranica-Barberini spicca per imponenza sulla compatta struttura
edilizia del borgo. Esso sorge su antiche preesistenze medioevali di cui ancora
si conservano testimonianze nella struttura interna. Alcuni locali del primo
piano, tra cui la cosiddetta “legnara”, conservano infatti delle mensole lignee
che sorreggono le travi e una porticina in pietra con mensolina appartenenti
presumibilmente ad una più modesta costruzione risalente al XIV-XV secolo. In
questi ambienti si vuole che abbia avuto i natali il cardinale Domenico
Capranica (1400-1458), umanista e mecenate, fondatore a Roma dell’Almo Collegio
Capranica, la cui memoria è conservata nell’iscrizione posta all’interno della
chiesa di S. Maria Maddalena. L’edificio attuale sorse, quindi, sovrapponendosi
alle antiche strutture e inglobandole al suo interno nel secolo XVI, in due
fasi edilizie distanti tra loro trenta o quaranta anni. La prima fase risalirebbe
a Giuliano II Capranica, pronipote del cardinale Domenico, cui si deve anche
l’erezione della chiesa parrocchiale nel 1520. Al secondo-terzo decennio del
XVI secolo vanno riferite le finestre, che nella loro nitida compostezza
formale risentono del più genuino stile rinascimentale e che nelle mensole a
voluta sorreggenti le cornici aggettanti si richiamano direttamente all’opera
di Donato Bramante, come del resto il progetto della cupola e del tiburio di S.
Maria Maddalena. La seconda fase costruttiva del Palazzo fu condotta,
probabilmente, da Angelo Capranica, pronipote di Giuliano II, il primo a
divenire signore feudale del luogo quando, nel 1568, lo acquistò dal principe
Domenico Massimo. Egli trasformò l’edificio dando unità al nuovo corpo di
fabbrica e alle preesistenze fino all’altezza di un terzo ordine di finestre.
Con l’occasione si terminò la decorazione seguendo lo stile del primo periodo,
si definì il grande ingresso bugnato sormontato da un balcone, si rifinirono
con grossi conci squadrati gli spigoli laterali e si realizzò la gradinata di
accesso. All’interno i lavori riguardarono la costruzione dello scalone e del
grande salone rettangolare. All’esterno il Palazzo conserva ancora intatta la
sua nobile struttura cinquecentesca che si articola tra la fitta tessitura a
opera incerta in pietra calcarea bianca locale e le membrature architettoniche
nitidamente definite. La facciata trova la sua imponenza nella grande scalinata
che permette di raggiungere il grande portale bugnato affiancato da due
finestroni rettangolari per lato. Due i marcapiano ravvicinati tra loro: il
primo, corre sotto l’unico balcone aggettante sul predetto portale, mentre l’altro
si snoda sotto i davanzali delle finestre del piano nobile (quattro in tutto
più una portafinestra che dà sul balcone). Belle le riquadrature e gli
architravi che delimitano dette aperture. In alto sotto la copertura a tetto
spiovente, all’ultimo piano si aprono nella facciata cinque piccole finestre. Da
notare la bugnatura degli spigoli laterali. All’interno esso è stato quasi
totalmente ristrutturato; mantiene, tuttavia, alcune strutture originarie con
volte a crociera nei locali dei piani inferiori. La massiccia torre che si
addossa al Palazzo sulla destra dovrebbe essere coeva alla prima fase edilizia
di quest’ultimo.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Capranica_Prenestina,
http://api.culturalazio.it/montiprenestini/capranica-prenestina.aspx,
http://www.tibursuperbum.it/ita/escursioni/capranicaprenestina/PalazzoBarberini.htm
Foto: la prima è presa da http://www.pregio.org/wordpress/wp-content/uploads/2016/05/Capranica-Prenestina_Palazzo-Barberini-Sede-del-Museo.jpg,
la seconda è presa da http://api.culturalazio.it/Data/Sites/7/capranicaprenestina/capranica-5.jpg
Nessun commento:
Posta un commento