martedì 1 novembre 2016

Il castello di martedì 1 novembre






CAPRANICA PRENESTINA (RM) – Palazzo Capranica Barberini

Il primo agglomerato da cui ebbe origine Capranica Prenestina sorse presumibilmente sul finire del X secolo e si consolidò in forma organizzata quando papa Giovanni XIII concesse in enfiteusi alla sorella Stefania, senatrice, le regioni di Preneste, ma a patto che vi s’introducessero miglioramenti e vi si erigessero fortificazioni contro gli Ungheri e i Saraceni allora invasori. In quella zona cominciarono così a sorgere le prime torri e fortificazioni. La mancanza di documentazioni storiche impedisce di fissare una data certa sull’origine di Capranica: alcune fonti fanno infatti pensare che ebbe origine sotto il pontificato di Onorio II (1124 – 1130), divenendo poi feudo dei Colonna. La prima citazione storica del paese si riscontra in un documento del 1252, atto di divisione dei feudi tra i colonnesi, secondo il quale Capranica Prenestina veniva assegnata ad Oddone Colonna. Capranica rimase feudo dei Colonna per oltre quattro secoli e i suoi abitanti subirono direttamente le ripercussioni delle storiche contese che opposero la grande casata al potere della Santa Sede. Nel 1298 papa Bonifacio VI, sconfitti i Colonna, li privò di tutti i loro beni e ordinò, tra l’altro, la distruzione di Palestrina e dei feudi limitrofi: devastazioni e saccheggi si abbatterono anche su Capranica Prenestina. L’elezione di Benedetto IX, segnò il risorgere della potenza dei Colonna e per la famiglia iniziò un periodo di particolare splendore che fece registrare, tra l’altro, con il Concilio di Costanza del 1417, l’ascesa al soglio pontificio di Oddone Colonna. Assunto il nome di Martino V, si rivelò uno dei grandi papi della storia. Martino V cominciò ad arricchire, abbellire ed ingrandire i feudi colonnesi; è proprio a questo periodo che risale l’erezione della Torre campanaria di Capranica Prenestina (1426-1431). Proprio grazie a questo pontefice Capranica Prenestina ha potuto ascendere agli onori della storia: Martino V infatti, il 24 maggio 1426, nominò cardinale Domenico Capranica, uomo di raffinata cultura e di notevoli capacità politiche e diplomatiche. Fu il più illustre esponente della casata che prende il nome dal paese. Il cardinale fondò il prestigioso Collegio Capranica con l’insigne biblioteca e fu collezionista di codici che raccolse nel proprio palazzo romano, uno dei primi realizzati nel ‘400. Durante la malattia mortale di papa Callisto III , il cardinale Capranica appariva il più probabile successore al soglio pontificio, ma morì prima del Conclave a 58 anni. Il XV secolo si chiuse con l’elevazione al soglio pontificio nel 1492 di Rodrigo Borgia che assunse il nome di Alessandro VI. Papa Borgia iniziò la sua politica nepotistica e usurpò tutti i feudi prenestini dei Colonna, tra cui Capranica, assegnandoli al figlio Cesare Borgia. Nel 1503 papa Giulio II, fermamente deciso a risollevare la Chiesa dall’orrore in cui era stata gettata dai Borgia, reintegrò nei loro possedimenti i Colonna. Nel 1563 il feudo di Capranica venne venduto dai Colonna ai Massimo e a sua volta, Domenico Massimo, nel 1568, lo cedette ad Angelo Capranica. Nel 1654 Luigi Capranica vendette il feudo a Carlo Barberini, fratello di papa Urbano VIII, a causa dei forti debiti. I Barberini, nel 1665, concessero il primo statuto e solo nel 1870 rinunciarono ai diritti feudali concedendoli in enfiteusi perpetua al Comune di Capranica Prenestina che, poco dopo, corrispondendo il capitale enfiteutico, ne rimase libero ed assoluto padrone. Il capoluogo comunale sorge in posizione panoramica ed è costituito dal nucleo storico del castello di pianta circolare, in cui le vecchie case e le antiche costruzioni (chiese e palazzi) si stringono sugli stretti viottoli e le gradinate del borgo, e da poche altre abitazioni in stile moderno che sono in prossimità della circolare piazza Pietro Baccelli o leggermente fuori dall'abitato in direzione della via Capranica Prenestina. Il Palazzo Capranica-Barberini spicca per imponenza sulla compatta struttura edilizia del borgo. Esso sorge su antiche preesistenze medioevali di cui ancora si conservano testimonianze nella struttura interna. Alcuni locali del primo piano, tra cui la cosiddetta “legnara”, conservano infatti delle mensole lignee che sorreggono le travi e una porticina in pietra con mensolina appartenenti presumibilmente ad una più modesta costruzione risalente al XIV-XV secolo. In questi ambienti si vuole che abbia avuto i natali il cardinale Domenico Capranica (1400-1458), umanista e mecenate, fondatore a Roma dell’Almo Collegio Capranica, la cui memoria è conservata nell’iscrizione posta all’interno della chiesa di S. Maria Maddalena. L’edificio attuale sorse, quindi, sovrapponendosi alle antiche strutture e inglobandole al suo interno nel secolo XVI, in due fasi edilizie distanti tra loro trenta o quaranta anni. La prima fase risalirebbe a Giuliano II Capranica, pronipote del cardinale Domenico, cui si deve anche l’erezione della chiesa parrocchiale nel 1520. Al secondo-terzo decennio del XVI secolo vanno riferite le finestre, che nella loro nitida compostezza formale risentono del più genuino stile rinascimentale e che nelle mensole a voluta sorreggenti le cornici aggettanti si richiamano direttamente all’opera di Donato Bramante, come del resto il progetto della cupola e del tiburio di S. Maria Maddalena. La seconda fase costruttiva del Palazzo fu condotta, probabilmente, da Angelo Capranica, pronipote di Giuliano II, il primo a divenire signore feudale del luogo quando, nel 1568, lo acquistò dal principe Domenico Massimo. Egli trasformò l’edificio dando unità al nuovo corpo di fabbrica e alle preesistenze fino all’altezza di un terzo ordine di finestre. Con l’occasione si terminò la decorazione seguendo lo stile del primo periodo, si definì il grande ingresso bugnato sormontato da un balcone, si rifinirono con grossi conci squadrati gli spigoli laterali e si realizzò la gradinata di accesso. All’interno i lavori riguardarono la costruzione dello scalone e del grande salone rettangolare. All’esterno il Palazzo conserva ancora intatta la sua nobile struttura cinquecentesca che si articola tra la fitta tessitura a opera incerta in pietra calcarea bianca locale e le membrature architettoniche nitidamente definite. La facciata trova la sua imponenza nella grande scalinata che permette di raggiungere il grande portale bugnato affiancato da due finestroni rettangolari per lato. Due i marcapiano ravvicinati tra loro: il primo, corre sotto l’unico balcone aggettante sul predetto portale, mentre l’altro si snoda sotto i davanzali delle finestre del piano nobile (quattro in tutto più una portafinestra che dà sul balcone). Belle le riquadrature e gli architravi che delimitano dette aperture. In alto sotto la copertura a tetto spiovente, all’ultimo piano si aprono nella facciata cinque piccole finestre. Da notare la bugnatura degli spigoli laterali. All’interno esso è stato quasi totalmente ristrutturato; mantiene, tuttavia, alcune strutture originarie con volte a crociera nei locali dei piani inferiori. La massiccia torre che si addossa al Palazzo sulla destra dovrebbe essere coeva alla prima fase edilizia di quest’ultimo.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Capranica_Prenestina, http://api.culturalazio.it/montiprenestini/capranica-prenestina.aspx, http://www.tibursuperbum.it/ita/escursioni/capranicaprenestina/PalazzoBarberini.htm


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