ALBINEA (RE) – Castello di Montericco
Sorge su un piccolo poggio che inizia anticamente chiamato Bazzano (sul
quale ora è eretta la nuova chiesa di Montericco)e va a innestarsi alla catena
preappenninica fra Albinea e Borzano. Il castello poteva dominare a
settentrione e a levante su un ampio tratto di pianura. Osservando la
configurazione attuale del territorio e i resti esistenti, si può facilmente
conoscere come le difese del castello fossero disposte in due ordini: uno più
basso era formato dalla scarpata del poggio, tagliata a picco, in modo da
evitare una facile scalata. Questa difesa circondava tutto intorno il castello.
La seconda era una vera e propria cortina in muratura di pietra medello
spessore di oltre un metro, probabilmente merlata. L'accesso principale alla
rocca era sul lato di mezzogiorno chiuso da torre e ponte levatoio; le
fondazioni di questa costruzione si osservano tuttora. Le origini del castello
di Montericco o forse solo della Torre, non sono molto precise, alcuni studiosi
lo danno come luogo dove il Vescovo di Reggio vi teneva un presidio di militi
dopo il X secolo. Nel 1243 risulta di proprietà della potente famiglia reggiana
dei Fogliani assieme al Castello di Albinea dove il Vescovo Guglielmo stabilì
la sua residenza abbandonando Reggio a seguito di contrasti politici. Nel 1329
il castello subì un primo assalto e la ricostruzione del 1353 è documentata
dalla pietra ritrovata a Borzano. Su questa pietra compare scritta per la prima
volta la parola “Montericco”, in sostituzione dei vecchi toponimi di Vergnano,
Bazzano e Pissignano che figurano nei precedenti documenti. Altri assedi sono
riportati nel 1367 e nella guerra del 1371/74 combattuta dai Visconti contro i
Manfredi sostenitori degli Estensi. Usciti vittoriosi, i Manfredi consolidarono
il loro dominio con Giovanni, Conte di Montericco. In tal periodo il castello
comprendeva le ville di Caselle, Casematte, Borzano, Strada Corticelle, Razzola
e Poiano. Il dominio dei Manfredi durò fino al 1618 quando il loro Ercole vendette
parte della proprietà al Cardinale Domenico Toschi e parte al Conte Francesco
Vezzani. Al Cardinale Domenico Toschi, altra figura importante del clero
reggiano che rischiò nel precedente Conclave del 1605 di diventare Papa, fu
venduto anche il titolo di Conte. Al feudo Toschi dipendevano metà della villa
di Fogliano, Borzano ed il Querciolese mentre al feudo Vezzani era soggetta la
parte verso villa Canali. Lo stemma dei Toschi, presente anche nella omonima
Cappella, nella parte destra del Duomo di Reggio, è parzialmente visibile anche
nel pavimento della chiesa di S. Maria dell’Oliveto dove probabilmente segnala
delle sepolture della famiglia. E’ scolpito in un marmo rosso di Verona con una
mano sormontata da tre stelle a sei punte. Estintasi casa Manfredi del ramo di
Montericco, il 5 agosto 1738 il Duca di Modena Francesco III investì il
Marchese Alessandro Frosini della rimanenza dei beni di Montericco. Soppressi i
feudi Estensi durante la Rivoluzione Francese, i Frosini perdettero i privilegi
sulle loro terre, mentre i Toschi continuarono ad avere la proprietà del
Castello fino al 1901 quando la Contessa Matilde Cagliari, vedova del Conte
Antonio Toschi, vendette l'immobile ai Conti Rinaldo e Giulia del fu Conte
Francesco Casoli con rogito del Notaio Rubertelli del 2. 1. 1901. In seguito fu
proprietà degli Arduini, dei Gallinari ed infine dei Bertani. Nel 1927 fu
restaurato sotto la direzione dell'Ing. Otello Siliprandi. L'antico castello di
Montericco (oggi residenza privata) ha subito estesi rifacimenti e pur
presentandosi imponente e ben conservato, ha perduto in buona parte l'aspetto
originario. Il maniero è a pianta trapezoidale e solo la torre – posta nell'angolo
di nord-ovest - è merlata, provvista di piombatoi; in origine tutto l’edificio
doveva essere con i merli che si notano, tamponati, nella facciata che guarda
la pianura. La torre, di poco più alta del resto, è costituita da solida
muratura, l'uso di essa si limita alla piccola piattaforma di cima. L'accesso
avviene attraverso una scala di pietra. La sala di ingresso è ampia e alta con
soffitto a cassettoni, ancora in buono stato di conservazione; conserva una
botola difesa da un robusto coperchio ferrato che porta ad un sotterraneo
adibito a prigioni. Diversi sono gli ambienti con volta a botte. Il primo piano
è composto da alcune stanze, residenza delle guardie e dei servi, mentre il
secondo con una grande sala (illuminata da quattro grandi finestre ) con
soffitto a cassettoni e un grande camino - con cappa di scagliola ornata di
stemmi - era per le feste e i ricevimenti. Rimangono pure frammenti di fregio
del XVII secolo. Nel XV secolo vi è segnalata l'esistenza di una cappella. In
tempi moderni venne costruita una strada detta castellana che dal basso portava
alla “colombara” Questa strada proseguendo si innesta all'altra dell'oliveto e
porta alla chiesa vecchia. Il restauro recente ha permesso di ripristinare
completamente il castello nella sua forma primitiva, liberandone da aggiunte
interne e consolidandolo all'esterno, nelle fondazioni e nella muratura.
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