martedì 10 gennaio 2017

Il castello di martedì 10 gennaio







SOMMA LOMBARDO (VA) - Castello Visconti di San Vito

Sicuramente  il monumento di maggior rilievo nella città , trattasi di un complesso fortificato tra i più ampi e importanti della Lombardia. Il Castello Visconti di San Vito, la cui antichissima origine risale al IX secolo, è citato in un testamento rogato a Gallarate il 22 giugno 1251 dal notaio Marcellino de Angleria. Testimonianza della presenza viscontea, attestata in Somma fin dal 1250, nacque come rocca di difesa ai confini col territorio di Milano. Il maggior sviluppo della fortezza viscontea lo si ebbe a partire dall'anno 1448 quando i fratelli Francesco e Guido Visconti, per sfuggire ai contrasti con la Repubblica Ambrosiana, succeduta a Milano alla signoria viscontea, si rifugiarono nella loro antica proprietà di Somma. In pochi anni la nobile dimora venne quindi in gran parte ricostruita, ampliata e contornata da fossati. L'antica rocca di difesa assunse così il ruolo di castello fortificato eletto a stabile dimora dei Visconti. Nell'anno 1473 i dissapori emersi tra i fratelli Visconti culminarono nella divisione tra i due dei loro beni. Al fratello maggiore, Francesco, da cui discenderanno i Visconti di San Vito, spettò la parte rinnovata del castello e quindi la porzione nord del borgo; a Guido, da cui discenderanno i Visconti di Modrone, la parte più antica del castello e quella bassa di Somma. Gli ampliamenti e le stratificazioni portarono alla conseguente demolizione dell’antica pieve di S. Agnese, che occupava il sedime dell’attuale lato Sud-orientale del Castello. Oggi il castello, che durante gli anni '50 è ritornato ad essere un'unica proprietà  in mano al marchese don Alberto Visconti di San Vito dopo la suddetta divisione dei beni, si presenta come un grande quadrilatero che racchiude tre castelli con tre ampi cortili ciascuno con suo porticato ed ingresso indipendente. La parte più antica del castello quella assegnata al tempo della divisione, a Guido, comprende un elegante porticato ad archi, sostenuto da pilastri ottogonali in granito i cui capitelli portano scolpito gli stemmi gentilizi. Sotto il portico si possono ammirare carrozze d'epoca. Le torri permettono di godere di un magnifico panorama che va dalla parte bassa della città ai boschi nella valle del Ticino, dalla pianura Novarese alle maestose Alpi dominate dal massiccio del monte Rosa. La parte del castello che toccò al fratello Francesco è preceduta da un vasto giardino. Sotto l'ampio porticato, troneggia il colossale ceppo capovolto di quello che fu il "Cipresso millenario". Uno scalone porta al piano di sopra. Le sue pareti sono ricche di affreschi del XVII secolo. Anche il salone delle feste è tappezato di affreschi che rappresentano scene mitologiche e religiose. L'elegante salone è ancora arredato con mobili del XVII secolo, quadri ad olio, bronzi e sculture di marmo. Al centro si accede ad una cappella consacrata sul cui altare di marmo si trova un meraviglioso quadro attribuito al Cerano e che rappresenta l'Apparizione dell'Angelo alla Vergine Maria. La parte del castello visitabile è quella posta a est, chiamata castello d'estate. Già residenza della famiglia Visconti di San Vito, oltre agli arredi originali, conserva affreschi attribuiti alla scuola di Camillo Procaccini (1551 ca-1629) e una pala d'altare del Cerano (1567/68-1632), nonché tre epigrafi funerarie romane e materiale archeologico della cultura di Golasecca. Al Castello di Somma è custodita la più grande collezione esistente di piatti da barba. Iniziata nella metà dell'Ottocento dal marchese Carlo Ermes, continuata dal marchese Roberto, fu portata al suo livello principe in questo secolo dal marchese Alberto. I piatti sono di forma circolare con un incavo a mezzaluna da una parte, per un miglior accostamento alla gola. Il cliente teneva in equilibrio il piatto con entrambe le mani sotto la barba da fare, mentre il barbiere insaponava, radeva e sciacquava. Probabilmente comparsi alla metà del Seicento per esigenze d'igiene, i piatti da barba hanno avuto il periodo di massimo splendore fra il Settecento e l'Ottocento. Se ne trovano di legno, alabastro, ottone, rame, peltro, argento, ceramica, porcellana di Ginori, Lodi, Faenza, Limoges, Strasburgo e della Compagnia delle Indie inglese e francese. La collezione conta più di 500 pezzi diversi. Il Castello visconteo è stato inoltre usato come luogo delle riprese (per gli interni del Castello dell'Innominato) dello sceneggiato Rai "I promessi sposi" girato nel 1989 e diretto da Salvatore Nocita (gli esterni sono stati girati presso la Rocca d'Angera). Il Castello è sede, nel periodo estivo, della "Festa Medievale", che rievoca la vittoria di Ottone Visconti sulle truppe dei Della Torre nella battaglia di Desio, che si svolse il 21 gennaio del 1277 e grazie alla quale ebbe origine il Ducato di Milano. Il castello ha un sito web che consiglio di visitare per cercare approfondimenti: http://www.castelloviscontidisanvito.it/. Ecco un paio di video in cui poter ammirare il maniero visconteo: https://www.youtube.com/watch?v=8-Jv3D--dj4 (di Castelli Ducato di Milano) e https://www.youtube.com/watch?v=8-Jv3D--dj4 (di Agora Futura).
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Somma_Lombardo, http://www.prolocosommalombardo.com/208-2/, http://www.icastelli.it/it/lombardia/varese/somma-lombardo/castello-visconti-di-san-vito

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è di Andrea Perotti su http://ticinoriverpark.blogspot.it/2012/04/somma-lombardo-castello-visconti-di-san_06.html

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