SALUSSOLA (BI) - Resti castello e Torre Nigra
In epoca romana, Salussola divenne un avamposto strategico e
fortificato; veniva utilizzato come riserva aurifera delle estrazioni dei
torrenti Olobbia e Elvo, nella vicina Riserva della Bessa. Tuttavia, finite le
riserve aurifere, il borgo perse parzialmente di interesse. Dominato dalle
scorribande longobarde nel V-VII secolo, in questo periodo spiccò la figura del
Beato Pietro Levita, originario di Salussola, ma trasferitosi in
Sicilia. Annessa quindi al Sacro Romano Impero, Salussola fu poi ceduta da Carlo
III il Grosso a favore del Capitolo di Vercelli e, nel XII secolo, spartita tra
i Conti di Biandrate e gli Avogadro di Cerrione, che la amministrarono sotto il
Ducato dei Savoia. Poiché la posizione su cui sorgeva
l’agglomerato di Salussola era ritenuta, all’epoca, di rilevanza strategica, in
particolare delle fortificazioni di cui disponeva il castello, nel 1375 il
Vescovo di Vercelli ordinò al tesoriere del Comune di Biella, certo Bartolomeo
Scaglia, di elargire 540 fiorini d’oro, per l’impegno del Comune di Salussola
nel fortificare le bastie del castello, per aver ricostruito le mura cadute in
rovina, nonché per la costruzione di due porte, una verso nord-est e la seconda
verso sud-est. Il borgo fu munito dal vescovo Giovanni Fieschi di un castello
con tre torri, ora semidistrutto, e di una cinta muraria che circondava il
borgo. Essa aveva due porte d'accesso, di cui è ancora in piedi solo quella di
sud. La porta rimasta sorge sulla salita anticamente detta "Crosa"; è
stata restaurata negli anni settanta, visto che il lato verso il paese era in
parte crollato. L'esterno, verso la pianura ha, una zona inferiore di pietre
squadrate e, più in su, di ciottoli a spina di pesce con due corsi orizzontali
di mattoni; l'apertura principale, a sesto acuto, è sormontata da un'altra
apertura quadrata. La zona superiore, di mattoni, ha una finestra a tutto sesto
e sei beccattelli triplici in pietra sostenenti cinque caditoie. Come nota il
Conti, queste caditoie hanno una caratteristica insolita: a partire da quella
centrale, più larga, diventano più strette verso i lati. Secondo l'autore i tre
tipi di muratura che si vedono in questa porta segnano tre distinte fasi
costruttive. Ancora più in su, una decorazione in mattoni (dentelli su mensole
e dente di sega) è sormontata da tre merli guelfi. Nel Biellese la merlatura è
quasi sempre ghibellina; questa è un'eccezione. La spiegazione va ricercata
nell'elargizione in denaro che il Vescovo " Guelfo " di Vercelli
Giovanni Fieschi fece al Comune di Salussola nel 1375 per l'edificazione delle
fortificazioni. L'esterno verso monte presenta nella zona inferiore, in
mattoni, l'arco leggermente acuto dell'apertura principale, e nella zona
superiore un'ampia apertura. Una decorazione in mattoni simile a quella del
lato verso valle orna il breve tratto di muro ai lati dell'apertura stessa.
L'insieme non ha un aspetto solido, nonostante la trave orizzontale di
rinforzo: non stupisce se da questa parte si sia verificato il crollo. Anche il
vano interno è aperto verso l'alto. Per il Conti questa tipologia " a vela " non è primitiva,
ma frutto di interventi posteriori. L'arco verso valle è sormontato da un altro
arco, di rinforzo, poggiante su mensole di pietra; ha un profilo a tutto sesto
alquanto irregolare. Le pareti laterali del vano interno hanno ognuna una
finestra a pieno centro, molto in alto; quella verso valle è a doppia ghiera. Qui
la muratura è di ciottoli a spina di pesce. La parete verso monte presenta, al
di sopra dell'apertura principale, tre corsi orizzontali di mattoni. Ancora
oggi, del castello si possono vedere i ruderi di una delle tre torri
originarie, dei resti di mura e parti di un fossato. La
torre Nigra, che ora domina la collina di Salussola, non è un restauro del
mastio del castello, bensì una ricostruzione romantica, dato che di questo
mastio - che già il Gabotto vide "mozzo e
scoperto" restava poco più delle fondamenta.
Ferdinando Gabotto a metà dl 1800, scriveva che i resti del castello ancora
visibili erano costituiti "da un mozzicone
di torre quadra, massiccia che era il rudere del mastio, e da larghe camere che
si sprofondano nel suolo, elevatosi per i rottami. In mezzo una pietra chiude
la discesa di un'ampia rotonda donde si diramano sotterranei fino alle porte
del borgo". La torre fu fatta costruire
dalla famiglia del geometra Antonio Bocca, Cavaliere Mauriziano e Commendatore
della Corona d'Italia, su un progetto della fine degli anni '30 dell'architetto
Carlo Nigra, già collaboratore nella costruzione del borgo medievale del Parco
del Valentino a Torino e del castello nuovo di Rovasenda. Le opere murarie sono
state eseguite dai Salussolesi Giovanni Maffeo ed Edoardo Mosca. Da notare la
merlatura " ghibellina ", mentre quello che rimane della torre della
cortina è di fattura " guelfa ", così come la merlatura della Porta
Urbica Inferiore. L'inaugurazione dell'opera avvenne nel 1941 nel giorno della
festa del Beato Pietro Levita, alla presenza del prevosto don Lino Loro e al
suono della banda musicale di Trivero. Una lapide ne ricorda l'avvenimento:
" Regnando Vittorio Emanuele III nell'anno
1941 durante la II Guerra Mondiale sulle gloriose vestigia del passato il
geometra Antonio Bocca Cavaliere Mauriziano Commendatore della Corona d'Italia
erigeva questa torre in auspicio ai grandi destini della Patria nei secoli
venturi". Altro link utile: http://archeocarta.org/salussola-bi-porta-urbica-e-resti-medievali/.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Salussola, http://www.salussola.net/salussola_-_la_porta_urbica.html,
http://www.museolaboratoriosalussola.org/storia.html, http://www.salussola.net/salussola_-_il_castello_fortificato.html
Foto: la prima è presa da http://www.salussola.net/af/063.JPG,
la seconda è di max37 su http://fotobiellese.blogspot.it/2011_08_01_archive.html,
infine la terza (con la torre Nigra) è una cartolina in vendita su
www.delcampe.net
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