lunedì 30 gennaio 2017

Il castello di lunedì 30 gennaio







SALUSSOLA (BI) - Resti castello e Torre Nigra

In epoca romana, Salussola divenne un avamposto strategico e fortificato; veniva utilizzato come riserva aurifera delle estrazioni dei torrenti Olobbia e Elvo, nella vicina Riserva della Bessa. Tuttavia, finite le riserve aurifere, il borgo perse parzialmente di interesse. Dominato dalle scorribande longobarde nel V-VII secolo, in questo periodo spiccò la figura del Beato Pietro Levita, originario di Salussola, ma trasferitosi in Sicilia. Annessa quindi al Sacro Romano Impero, Salussola fu poi ceduta da Carlo III il Grosso a favore del Capitolo di Vercelli e, nel XII secolo, spartita tra i Conti di Biandrate e gli Avogadro di Cerrione, che la amministrarono sotto il Ducato dei Savoia. Poiché la posizione su cui sorgeva l’agglomerato di Salussola era ritenuta, all’epoca, di rilevanza strategica, in particolare delle fortificazioni di cui disponeva il castello, nel 1375 il Vescovo di Vercelli ordinò al tesoriere del Comune di Biella, certo Bartolomeo Scaglia, di elargire 540 fiorini d’oro, per l’impegno del Comune di Salussola nel fortificare le bastie del castello, per aver ricostruito le mura cadute in rovina, nonché per la costruzione di due porte, una verso nord-est e la seconda verso sud-est. Il borgo fu munito dal vescovo Giovanni Fieschi di un castello con tre torri, ora semidistrutto, e di una cinta muraria che circondava il borgo. Essa aveva due porte d'accesso, di cui è ancora in piedi solo quella di sud. La porta rimasta sorge sulla salita anticamente detta "Crosa"; è stata restaurata negli anni settanta, visto che il lato verso il paese era in parte crollato. L'esterno, verso la pianura ha, una zona inferiore di pietre squadrate e, più in su, di ciottoli a spina di pesce con due corsi orizzontali di mattoni; l'apertura principale, a sesto acuto, è sormontata da un'altra apertura quadrata. La zona superiore, di mattoni, ha una finestra a tutto sesto e sei beccattelli triplici in pietra sostenenti cinque caditoie. Come nota il Conti, queste caditoie hanno una caratteristica insolita: a partire da quella centrale, più larga, diventano più strette verso i lati. Secondo l'autore i tre tipi di muratura che si vedono in questa porta segnano tre distinte fasi costruttive. Ancora più in su, una decorazione in mattoni (dentelli su mensole e dente di sega) è sormontata da tre merli guelfi. Nel Biellese la merlatura è quasi sempre ghibellina; questa è un'eccezione. La spiegazione va ricercata nell'elargizione in denaro che il Vescovo " Guelfo " di Vercelli Giovanni Fieschi fece al Comune di Salussola nel 1375 per l'edificazione delle fortificazioni. L'esterno verso monte presenta nella zona inferiore, in mattoni, l'arco leggermente acuto dell'apertura principale, e nella zona superiore un'ampia apertura. Una decorazione in mattoni simile a quella del lato verso valle orna il breve tratto di muro ai lati dell'apertura stessa. L'insieme non ha un aspetto solido, nonostante la trave orizzontale di rinforzo: non stupisce se da questa parte si sia verificato il crollo. Anche il vano interno è aperto verso l'alto. Per il Conti questa tipologia " a vela " non è primitiva, ma frutto di interventi posteriori. L'arco verso valle è sormontato da un altro arco, di rinforzo, poggiante su mensole di pietra; ha un profilo a tutto sesto alquanto irregolare. Le pareti laterali del vano interno hanno ognuna una finestra a pieno centro, molto in alto; quella verso valle è a doppia ghiera. Qui la muratura è di ciottoli a spina di pesce. La parete verso monte presenta, al di sopra dell'apertura principale, tre corsi orizzontali di mattoni. Ancora oggi, del castello si possono vedere i ruderi di una delle tre torri originarie, dei resti di mura e parti di un fossato. La torre Nigra, che ora domina la collina di Salussola, non è un restauro del mastio del castello, bensì una ricostruzione romantica, dato che di questo mastio - che già il Gabotto vide "mozzo e scoperto" restava poco più delle fondamenta. Ferdinando Gabotto a metà dl 1800, scriveva che i resti del castello ancora visibili erano costituiti "da un mozzicone di torre quadra, massiccia che era il rudere del mastio, e da larghe camere che si sprofondano nel suolo, elevatosi per i rottami. In mezzo una pietra chiude la discesa di un'ampia rotonda donde si diramano sotterranei fino alle porte del borgo". La torre fu fatta costruire dalla famiglia del geometra Antonio Bocca, Cavaliere Mauriziano e Commendatore della Corona d'Italia, su un progetto della fine degli anni '30 dell'architetto Carlo Nigra, già collaboratore nella costruzione del borgo medievale del Parco del Valentino a Torino e del castello nuovo di Rovasenda. Le opere murarie sono state eseguite dai Salussolesi Giovanni Maffeo ed Edoardo Mosca. Da notare la merlatura " ghibellina ", mentre quello che rimane della torre della cortina è di fattura " guelfa ", così come la merlatura della Porta Urbica Inferiore. L'inaugurazione dell'opera avvenne nel 1941 nel giorno della festa del Beato Pietro Levita, alla presenza del prevosto don Lino Loro e al suono della banda musicale di Trivero. Una lapide ne ricorda l'avvenimento: " Regnando Vittorio Emanuele III nell'anno 1941 durante la II Guerra Mondiale sulle gloriose vestigia del passato il geometra Antonio Bocca Cavaliere Mauriziano Commendatore della Corona d'Italia erigeva questa torre in auspicio ai grandi destini della Patria nei secoli venturi". Altro link utile: http://archeocarta.org/salussola-bi-porta-urbica-e-resti-medievali/.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Salussola, http://www.salussola.net/salussola_-_la_porta_urbica.html, http://www.museolaboratoriosalussola.org/storia.html, http://www.salussola.net/salussola_-_il_castello_fortificato.html

Foto: la prima è presa da http://www.salussola.net/af/063.JPG, la seconda è di max37 su http://fotobiellese.blogspot.it/2011_08_01_archive.html, infine la terza (con la torre Nigra) è una cartolina in vendita su www.delcampe.net

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