La denominazione del paese fa riferimento, secondo la tradizione, alla vittoria che Stilicone riportò presso la vicina Pollentia sui Visigoti nel giorno di Pasqua del 402 d.C. Il complesso bastionato occupa la sommità del colle di Santa Vittoria sin dal 1154, quando il papa Anastasio IV confermò il “castrum Sancte Victorie cum ecclesiis” alla chiesa di Asti. È ragionevole pensare che già da prima la collina fosse fortificata; scavi archeologici effettuati all’interno delle mura, durante i lavori di ristrutturazione degli anni ‘80, hanno portato alla luce tracce di fortificazioni in legno, sicuramente precedenti. La sua collocazione strategica e le alterne vicende lo videro conteso per molto tempo tra i comuni di Alba e di Asti, a cominciare dal 1207, quando Alba decise di “edificare et costruere turrim et palaciu et forteciam…”. La cosa non piacque all’abate di Breme, che coinvolse nuovamente Asti nella contesa; la questione si protrasse sino al punto che, circa vent’anni dopo (1228), all’interno delle mura coesistevano due castelli, uno dei Piloso e l’altro degli Albesi. Continue scaramucce da ambo le parti non fecero altro che arrecare danni alle strutture. Ciò che è giunto ai giorni nostri è la testimonianza delle strutture di quel periodo; confronti formali avvenuti con la torre di Santo Stefano Roero (1217), prima della sua recente scomparsa, dimostrano che quella di Santa Vittoria è una verosimile rappresentazione di quel periodo storico, pur non direttamente collegabile alla struttura residenziale del castrum per l’assenza di conferme documentali. Sul finire del XIV secolo, il castello passò ai Visconti di Milano. Un loro capitano, Antonio Porro, sopraelevò la torre e potenziò le mura con l’aggiunta di un poderoso torrione o rivellino, sul lato di ponente; la presenza del “magister Michelinus de Ast, inzignerius”, tra gli uomini che nel 1381 giurarono fedeltà al capitano visconteo, farebbe pensare che in quel periodo il castello sia stato soggetto a restauri. Che quest’ultimo sia stato la sede di una guarnigione armata lo dimostrano documenti del XV e XVI secolo, in cui si legge che lo stesso era difeso da 22 fanti ed alcuni cani, protetto da ponti levatoi e “rastelli revolventis sicut rote” (1445) e si relaziona sulla consistenza dell’armamento disponibile, tra cui pezzi d’artiglieria, moschetti, balestre e borgognotte (1590). Il complesso venne ancora ampliato nella seconda metà del ‘400 con la costruzione di buona parte dei poderosi bastioni che tuttora lo circondano, con aggiunta nel ricetto interno di varie costruzioni (compresi la cascina del castello e il relativo airale) e, nel secolo successivo, del tozzo bastione con caditoie a ponente. Passato ai Savoia, questi, nel 1431, ne affidarono il dominio ai marchesi di Romagnano, i cui discendenti la conservarono fino all’estinzione della linea nel 1730. Nel primo quarto del ‘700 il marchese Carlo Giuseppe, ultimo dei Romagnano di S. Vittoria, lasciò andare in rovina i numerosi ambienti del castello, minati anche dalla vetustà, aggiungendovi anzi ulteriori danni utilizzando i materiali degli edifici collassati per riparare le cascine o per riempire il profondissimo pozzo che vi esisteva. Nel corso del 1700 il castello fu di proprietà dei Caisotti di Verduno, poi divenne una prigione per 200 soldati francesi (1706), successivamente una semplice residenza, “con fabriche che si ritrovano in parte rovinate… et inhabitabili” ( 1730). La fine del secolo (1799) vide il passaggio di proprietà all’Ospedale maggiore di San Giovanni Battista di Torino, dal quale l’acquistò re Carlo Alberto. Nel 1972 venne ristrutturato. Ora, di proprietà privata, è sede di un importante complesso turistico alberghiero, polo di attrazione per molti turisti, che scelgono il Roero o le Langhe come meta delle loro vacanze (http://www.santavittoria.org/ e http://www.ristorantecastellodisantavittoria.it/index.php). Posto su una dorsale di particolare suggestione panoramica, il castello conserva le poderose mura, i bastioni e la possente, alta torre quadrata, del XII-XV secolo, con beccatelli. All’estremità occidentale della “villa” sorge una torre campanaria, eretta del ‘400 per controllare l’area sottostante, in quanto non visibile dalla torre del castello. La torre è ornata con cornici a dentelli in laterizio.
Fonti: http://archeocarta.org/santa-vittoria-dalba-cn-castello/, http://www.comune.santavittoriadalba.cn.it/Home/Guidaalpaese/tabid/19186/Default.aspx?IDPagina=7494
Foto: la prima è presa da http://www.booking-experience.tartufoevino.it/uploads/AttivitaImmaginiElenco/Hotel-S-Vittoria-Santa-Vittoria.jpg, la seconda è presa da http://www.visitterredeisavoia.it/images/soggiorno_reale/Castello_di_Santa_Vittoria/DSC_1898.JPG
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