LARDIRAGO (PV) - Castello
Le origini di Lardirago sono antiche: già nel IX secolo infatti rientrava tra i possedimenti del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia e doveva rivestire un certo rilievo, come testimonia la presenza del castello, scelto come dimora dall'abate del monastero e che, verso la metà del 1400, ospitò il signore di Milano, Francesco Sforza, con una parte del suo esercito. L'abate esercitava, inoltre, il diritto di nominare il podestà, il fiscale e gli amministratori della giustizia. Non è chiaro se il toponimo derivi dal termine "lardera", usato in riferimento a terreni argillosi e paludosi, o dal nome LARDARIUS di un colono romano probabilmente stanziatosi in questi luoghi, o ancora da "Largolago", in relazione all'ampia curva formata in questo luogo dal fiume Olona. Saccheggiata dalle truppe di Lodovico XII sul finire del XV secolo, rimase sotto il potere abbaziale fino agli inizi del Cinquecento, quando il cardinale Raffaele Riario diede in affitto il feudo dapprima a Stefano Salineri e successivamente alla casata pavese dei De Ferrari Da Grado. Il castello risale, per quanto ne sappiamo oggi, alla prima metà del XIV secolo (datazione convalidata dai tratti architettonici originari ancora visibili), forse su strutture preesistenti, per alcuni risalenti addirittura all'alto medioevo. Tuttavia ha subito nei secoli successivi numerose distruzioni e vari rifacimenti. Ciò nonostante è tuttora un importante e significativo complesso, tra i maggiori della zona. Nel 1569 Papa Pio V attribuì il feudo di Lardirago, con il suo castello altomedievale (già appartenente all'Abbazia di San Pietro in Ciel d'Oro), al Collegio Ghislieri di Pavia, così da garantire al collegio stesso le rendite necessarie ad assolvere ai compiti istituzionali della nuova istituzione. Questa decisione, unita a donazioni e lasciti di numerosi benefattori accumulatisi negli anni, ha permesso al collegio un'autonomia di gestione mantenuta nei secoli. Negli ultimi anni, il Collegio Ghislieri ha "ripagato" il castello investendo parte del suo cospicuo patrimonio nel restauro e nella ristrutturazione del complesso monumentale di Lardirago, ridestinandolo a sede prestigiosa di un moderno centro-congressi. L'insieme fortificato sorge su un'altura in fregio all'Olona, appena fuori dall'abitato, in posizione isolata. Si tratta di un organismo composto da due edifici separati, innalzati a loro volta sui resti di un preesistente castello: un corpo anteriore, a forma lineare, verso la strada (forse un ricetto) e un castello vero e proprio, di impianto quadrangolare con cortile dotato di portico ad archi acuti decorati in cotto. Vi compaiono elementi tipici dell'architettura viscontea, come una bifora nel cortile e il portale di accesso alla cappella con elaborate cornici di terracotta. L'ingresso al cosiddetto "ricetto" è protetto da un rivellino, a sinistra del quale si innalza una torre. Anche il castello possiede una torre rettangolare, che funge da mastio, sormontata da un coronamento sottogronda a dente di sega dalla foggia piuttosto inconsueta. Il nucleo più antico del castello è la cappella romanica di San Gervasio (datata intorno ai Mille), al piano terra della torre. Il luogo di culto fu soperchiato intorno alla fine del Trecento e sopraelevato sino a configurarsi come torre. Di poco antecedente fu l'aggiunta di un portale di terracotta. Nel corso dei secoli il castello ebbe funzioni di difesa, fu residenza aristocratica e venne utilizzato come deposito custodito di raccolti. Un’altra struttura edilizia particolare è la scala, o meglio la rampa elicoidale, situata entro il lato meridionale del Castello. Al vano che la ospita si accede direttamente dal cortile, tramite aperture situate nell’angolo di sud-ovest del cortile stesso. E’ difficile tentare una ricostruzione dell’antico andamento della scala; si può comunque supporre che anche in origine essa consentisse l’accesso alle cantine del piano seminterrato, ai locali e alle ampie sale poste ai vari piani dell’ala occidentale, fino al sottotetto ovvero ai cammini di ronda di un tempo. Il piano inclinato della rampa elicoidale, di pendenza attenuata, poteva essere percorso anche da cavalli e da piccoli carri. Altri link consigliati: https://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Lardirago.htm, https://www.paviafree.it/monumenti-e-musei/il-castello-di-lardirago.html, https://www.youtube.com/watch?v=_M0gxCt5WjQ (video di Collegio Ghislieri), https://www.youtube.com/watch?v=zStsnTd9I9I (video con drone di Piero Martuccio)
Fonti: https://www.italiapedia.it/comune-di-lardirago_Storia-018-080, http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00177/, https://www.visitpavia.com/it/visitare-pavia/turismo-culturale-lombardia/lardirago, https://www.ghislieri.it/fondazione-ghislieri/luoghi/luoghi-3/ (da visitare per approfondimenti)
Foto: la prima è presa da https://www.in-lombardia.it/it/visitare-la-lombardia/turismo-culturale-lombardia/il-pavese-cuore-della-bassa, la seconda è presa da https://www.visitpavia.com/it/visitare-pavia/turismo-culturale-lombardia/lardirago
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