ORIOLO CALABRO (CS) – Castello Pignone Del Carretto
Di origine remote, Oriolo nacque come fortezza a difesa dei cittadini
scappati dalle coste per rifugiarsi dalle continue incursioni dei saraceni. Arroccato
su uno sperone a circa 500 metri d'altezza, conserva uno splendido borgo
medievale intatto, con belle facciate di palazzi nobiliari, sulla strada
principale che porta al castello aragonese. Fu feudo dapprima dei Sanseverino
da Salerno, per poi passare nel XVI secolo, ai marchesi Pignone del Carretto.
Nella rete delle torri di guardia e dei castelli,
costruiti lungo la costa e nell'entroterra calabrese dell'Alto Jonio, una delle
più significative strutture, attualmente ben conservate, é certamente il
castello-fortezza di Oriolo (CS). Culmina il centro storico di cui è il
manufatto più importante insieme alla Chiesa di S. Giorgio martire. Venne
abbandonato in periodo barbarico per aver perso la sua funzione di difesa delle
vie commerciali e ricostruito in periodo bizantino sulla pianta del primitivo
impianto. La città fortificata, già di per sé sicura, aveva bisogno di un
centro di difesa che la rendesse inespugnabile. Inizialmente il castello aveva
quattro torri angolari cilindriche (due delle quali crollate all'inizio
del secolo scorso in seguito ad una frana)
ed il
mastio, attorno a cui si snodava il corpo di fabbrica. Oggi, insieme alla
vecchia struttura, restano tre torri,compreso il mastio. Dalla metà dell'800
manca un piano, come si evince da un esame attento del sottotetto, come ancora
è viva la memoria storica del crollo, negli anni trenta, di un terzo del
manufatto. L'abbassamento in altezza della struttura fu dettata da motivi
sismici. Il periodo normanno, maggiormente interessato alla costruzione di
fortezze, fu quello di Roberto il Guiscardo che, conquistata la Calabria,
intorno al 1050 e dopo l'accordo di Melfi del 1059 con Papa Niccolò II, divenne
Duca di Puglia e di Calabria. Fino al 1085, anno della morte, Roberto spese
tutte le sue forze per fortificare il regno. Nel 1265 era già posseduto da Carlo
II d' Angiò. Dopo la rivolta dei baroni cui era parte integrante il Signore di
Oriolo, Barnabò Sanseverino, il castello passò ai Pignone. Nel 1647 giunse in
Oriolo l'eco della rivolta di Masaniello e il castello, trovatosi al centro
della sommossa, venne assediato dai rivoltosi. Così descrive la rivolta Giorgio
Toscano:" Assediato il castello e preso qualche posto sicuro per la Terra,
acciocchè il Marchese non potesse uscire, ed assentarsi altrove cominciarono a
venire al fatto d'armi, a segno d'archibuggiarsi con que' del Castello.
S'adattarono i Popolisti a prendere per loro sicuro posto il Campanile della
Chiesa,che gareggiava all'altezza delle finestre del Castello...Ridicola fu la
proposta di menare il Castello a terra, con una mina da parte di Belvedere,quando
essendo tutto vivo sasso, nè anche l'intiero Esercito di Serse, avrebbe potuto
intaccare o cavare minima parte...il Marchese si risolvè a capitolare la sua
resa" ed uscì..."dal Castello, purchè a sé, ed a suoi non fosse fatto
minimo oltraggio, e per altro sottoporsi ad ogni loro volere...Conchiusa detta
capitolazione si vidde una mattina scendere dal Castello detto Marchese,
moglie, e figli..e dopo fu condotto nella stabilita stanza;...ma udite
stravaganze e mutazioni! Quelle laute mense del Castello,ove assetati in sedie
di velluto, erano pratticate e calcate da rozzi Villani Scarponari e Coppoloni,
i quali attendevano a crapolare e far brindisi, e il povero Marchese con sua
Famiglia sguazzavano di malpetenza sopra tavole mal composte,e seggiole di
legno... " Ripristinato l'ordine nel Regno di Napoli, i Pignone tornarono
e rimasero a Oriolo, con sede stabile nel castello, che tennero fino al 1800. Alla fine del 1800, la struttura venne ceduta alla
famiglia "Soria", che ne rimase proprietaria fino al 1978. Successivamente
il castello venne acquistato dal Comune di Oriolo: da allora è patrimonio
nazionale. Anticamente si accedeva
alla costruzione tramite un ponte levatoio, sostituito in seguito con una
scalinata col portale e lo stemma dei Pignone. È adornato con affreschi del
Seicento. I recenti restauri hanno portato alla luce resti di affreschi
originali di cui significativi esempi si trovano nella sala delle armi e in un
salotto nobiliare. Per approfondire vi consiglio il seguente link:
https://books.google.it/books?id=mI9UYUUs3DMC&pg=PA103&lpg=PA103&dq=Oriolo+Calabro+castello&source=bl&ots=3mjxNjqbfG&sig=UdMdjsotvQyiu7-SkdFG7WTWwjc&hl=it&sa=X&ei=0G7gVIKrGozYaq__gbAJ&ved=0CFEQ6AEwCg#v=onepage&q=Oriolo%20Calabro%20castello&f=false
Foto: entrambe cartoline
della mia collezione
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