POGGIBONSI (SI)
- Castello di Strozzavolpe (con la collaborazione di Silvia Polvani)
Il castello di
Strozzavolpe si trova su un colle ricoperto di lecci nei pressi di Poggibonsi. Sorge
su un colle ricoperto di lecci, di fronte al "Poggio Bonizio" nei
pressi di Poggibonsi dove fu iniziato, e mai portato a termine, il progetto
Mediceo della costruzione di una fortezza ("Fortezza
dell'Imperatore") e di una nuova città fortificata. Per la prima volta
viene nominato in un documento dell’Abbadia a Isola del 1154. Si parla del
castello di Scoriavolpe del signore Guido Guerra. Il castello era affidato ai
suoi vassalli, tra i quali potrebbero esserci stati i componenti di quel ramo
degli Squarcialupi di nome Scoriavolpe. Nella seconda metà del XIII secolo
appartenne agli Alberti: poi, tramite legami matrimoniali, passò nel patrimonio
dei Salimbeni.
Nel 1313 Arrigo VII si impadronì del castello, servendosene come roccaforte per
attaccare il Contado senese. Nel 1318 Benuccio Salimbeni e i nipoti possedevano
il "cassarum et fortilitiam" di Strozzavolpe. La struttura venne poi
venduta alla fine del XIV secolo agli Adimari di Firenze, il cui stemma si
trova scolpito su un caminetto all'interno dei locali adibiti a fattoria fino a
pochi anni fa. Verso il 1550 divenne proprietà dei Rinucci, nel 1640 passò ai
Ricciardi, nel 1730 ai Franceschi e nel 1777, attraverso matrimoni, ai Da
Cepparello. Da questi andò ai Minucci, quindi fu venduto al cav. Bizzarri.
L’ultima famiglia proprietaria è quella dei Conti Bianchi, una figlia dei quali
sposò l’avvocato Aldo Arcangeli, il cui figlio Alberto divenne il quarantesimo
signore di Strozzavolpe. Nel corso dei secoli il castello ha subito molte
modifiche, che lo hanno reso diverso dalla sua forma originaria: inizialmente
aveva mura a scarpa, era cinto da un fossato, aveva il mastio centrale e due
torri. Nel 1800 il maschio fu demolito: il cavalier Bizzarri incaricò
l’ingegner Rigacci di fare un completo restauro sul modello romanico tedesco.
Fu innalzata la torre d’accesso, per motivi di proporzioni, e fu rimosso il
fossato. Oggi il castello ospita una bella collezione di armi antiche,
visitabile su richiesta. L'edificio conserva ancora l'originaria cinta muraria
di forma irregolare con muratura che, almeno in parte, sembrerebbe autentica;
qualche arciera nei pochi punti non coperti dalle piante che la circondano.
L'ingresso è alla base di una torre, del tutto rifatta in stile nella parte
alta, con una porta ad arco tondo, alla quale si accede con ponte levatoio. Una
rampa porta al grande spiazzo interno, al cui centro sorge il
"palazzo" del quale resta in pratica soltanto il volume, reso ormai
illeggibile dai numerosi rifacimenti. Lungo il perimetro varie costruzioni più
tarde. Strozzavolpe, come tutti i castelli che siano degni di portare questo
nome, ha le sue belle storie di fantasmi e spiritelli vari. A partire dallo
spirito di un animale. Ma non di un animale qualunque. Quello che si aggira nei
boschi che circondano il castello nelle notti di luna piena è lo spettro della
volpe che, secondo la tradizione, avrebbe dato il nome all’edificio. Si
racconta che, quando un nobiluomo (che la leggenda identifica con Bonifacio,
marchese di Toscana) si accinse ad edificare la fortezza, ebbe la sgradita
sorpresa di trovarsi di fronte l’opposizione di una grossa e malefica volpe,
talmente feroce da riuscire a mettere in fuga, non solo i muratori, ma persino
i suoi cavalieri, armati di tutto punto. Nessuno riusciva a catturarla visto
che si prendeva gioco anche dei più abili cacciatori facendosi vedere e
nascondendosi immediatamente. Ma la cosa più strana è che la volpe pare tenesse
lontano i suoi cacciatori sputando fuoco e fiamme dalla bocca. Fu l’inizio di
una lunga e faticosa lotta che durò fino a quando lo stesso Bonifacio, con
l’inganno riuscì ad uccidere l’animale stregato con un laccio (e “strozzando”
letteralmente la volpe). La volpe che durante le notti di luna piena abbandona
il suo nascondiglio e si mette a girovagare per i boschi del circondario.
Celebre è il fantasma che sospira tristemente soprattutto nella cosiddetta
“camera rossa”. Pare si tratti dello spirito triste della giovanissima e bella
Cassandra Franceschi, la quale venne sorpresa dal marito, ser Giannozzo Da
Cepparello, in compagnia di un avvenente paggio in atteggiamenti che
definiremmo inequivocabili sul letto situato proprio in questa stanza. Erano
altri tempi. L’offeso consorte non trovò allora di meglio che murare vivi i due
amanti in una stanza del castello, facendoli crudelmente morire di fame. Non
mancandogli, tuttavia, un certo qual senso dell’umorismo, si mise a banchettare
allegramente e rumorosamente nella sala attigua fino a quando ritenne che la
sua vendetta fosse compiuta. Per ironia della sorte, la stanza nella quale
Cassandra ed il suo amato morirono di stenti, è stata successivamente
trasformata in cucina. Si tratta forse solo di una leggenda, ma è pur tuttavia
vero che, di tanto in tanto, in occasione di lavori, le segrete dei castelli
restituiscono lo scheletro di qualche giovane donna. Tornando al castello di
Strozzavolpe, altri spiriti popolerebbero quella parte del complesso che è nota
come “casa delle monache e dei frati”, perché anticamente vi venivano ospitati
i religiosi di passaggio, con il tradizionale corredo di rumore di catene
trascinate, colpi violenti sui muri, porte e finestre che sbattono, e così via.
Il maniero vanta, infine, un altro record. Stando alle voci e alle leggende,
ogni castello della penisola, per quanto diroccato, conserverebbe un favoloso
tesoro, spesso custodito da feroci fantasmi e che può essere ritrovato soltanto
a prezzo di un non comune coraggio e dopo aver superato prove estremamente ardue.
Ma forse, a Strozzavolpe, qualcuno ha davvero fatto questa scoperta. Siamo nel
non troppo lontano 1870, anno di sconvolgimenti in Italia ed in Europa. Alcuni
operai lavoravano al restauro della cinta muraria esterna. Una mattina uno dei
lavoranti non si presentò al lavoro. Contemporaneamente si scoprì che uno dei
merli ai quali egli lavorava era stato stranamente murato di fresco. Al suo
interno si rinvenì un orcio di terracotta vuoto ed una pergamena antica che
accennava ad un tesoro. E dell’operaio e della sua famiglia, partiti, si
scoprì, in tutta fretta, non si seppe più nulla. Un altro mistero di questo
incredibile castello.
Fonti: http://www.luoghimisteriosi.it/toscana_strozzavolpe.html,
http://www.turismo.intoscana.it/site/it/elemento-di-interesse/Il-Castello-di-Strozzavolpe/,
http://www.settemuse.it/viaggi_italia_toscana/siena_strozzavolpe.htm, http://www.fototoscana.it/mostra-flash.asp?nomeflash=c020
Foto: da http://www.balloonintuscany.com/luoghidavedere/strozzavolpe.htm
e di luca04 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/261786/view
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