venerdì 27 febbraio 2015

Il castello di venerdì 27 febbraio





ANZI (PZ) - Castello

Allo sguardo del visitatore, Anzi si impone con tutta la sua ciclopica mole di roccia nuda. Un nido coeso di case, qualcuna annerita dal tempo, addossate fra loro quasi a sorreggersi reciprocamente in uno snodo di vie tutte in forte pendenza, sul crinale di roccia che fa da sfondo, base e cornice al paesaggio. Osservando dalla sommità del paese i pendii punteggiati di sporgenza si ha l'impressione di annotare fantastici campi di battaglia sui quali dei titani furibondi abbiano combattuto scegliendosi enormi macigni. Sulla sommità del paese troneggiano i resti di un castello, simbolo e testimonianza di una Anzi, che in tempi andati deve aver vissuto momenti di splendore, come ricorda Francesco Rossi storico del luogo, in una sua monografia del 1877. Ma la cittadella di Anca, si trova per la prima volta menzionata da Tito Livio in un passo delle sue Istorie, ove è detto che fu espugnata da Fabio Massimo al tempo della II guerra Punica. Questo, infatti, fa ritenere che tale roccaforte sorgesse nella medesima giacitura dell'attuale Anzi. Dalla caduta dell'impero romano Anzi conobbe un periodo di grave crisi. I Goti la fortificarono nel 408 e nel 585 i Longobardi la occuparono. I Normanni ne fecero un centro importante e anche Federico II pose il castello al centro di attenzioni particolari. Nella guerra tra Carlo d'Angiò e Corradino di Svevia, Anzi abbracciò le ragioni di quest'ultimo che venne sconfitto. In epoca Normanna, divenne feudo dei Loffredo, mutando poi spesso signoria. Il conte d'Andria vi stabilì la sua dimora asserragliandosi in un ben munito fortilizio, che non resistette però, nel 1133, all' impeto incontenibile della conquista del re Ruggiero, capitolando poi una seconda volta nel 1191 quando aprì le porte all'imperatore Enrico VI.  Nel 1269 il tenimento di Anzi venne donato a Pietro de Ugot da Carlo I d' Angiò e successivamente ne ebbero l'investitura i Guevara. Nel 1574 fu data ad Ottavio Carafa e poi agli eredi che la tennero fino al 1806. Per capire la fierezza e il coraggio dei cittadini di Anzi, basta ricordare l’episodio che ancora oggi la gente ama raccontare: nel 1793 il marchese Mario Carafa con vari sotterfugi si appropriò dei terreni demaniali e poi tentò di impadronirsi anche del bosco. Scoppiò una rivolta guidata da Gianvincenzo Pomarici, il quale fu preso e ucciso. Ciò fece infuriare ancora di più il popolo e il marchese, per salvare la sua vita e quella dei soldati, dovette restituire molti terreni usurpati. Da ricordare anche la distruzione di Anzi avvenuta il 19 luglio 1807: i briganti, guidati dall’anzese Paolicchio Scattone, torturarono e bruciarono semivivo il sindaco Brancati. Incendiarono pure molti palazzi signorili, gli archivi comunali ed ecclesiastici. Soppressa la feudalità il 20 gennaio 1810, per ordine della Commissione feudale, Anzi ebbe il territorio scorporato in varie proprietà. I Carafa allora, rimasero Marchesi di Anzi solo nominalmente.

Fonti: http://www.mondimedievali.net/Castelli/Basilicata/potenza/provincia000.htm#anzik, http://www.vacanzeinbasilicata.it/Basilicata/Potenza/Comuni/Anzi/Anzi-La-Storia.asp

Foto: da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Basilicata/potenza/anzi01.jpg

Nessun commento: