MACCASTORNA (LO) – Castello Visconti-Bevilacqua
Fu edificato a pianta quadrangolare ma irregolare nel XIII secolo dai ghibellini
cacciati da Cremona in prossimità della riva destra dell’Adda. Per la sua
posizione al confine con la
provincia di Cremona, il fortilizio (chiamato “Belpavone”)
fece gola ai tempi dei ghibellini (che lo abitarono) e poi dei guelfi (che lo
espugnarono con il massacro dei residenti). Nella prima metà del XIV secolo fu
acquisito dalla nobile famiglia milanese dei Vincemala e con essi, il primitivo
“fortino” subì una radicale trasformazione, mutandosi da edificio prettamente
militare, in struttura parzialmente residenziale. Nel 1371 venne acquisito da Gian
Galeazzo Visconti, signore di Milano che nel 1385 lo regalò, assieme al feudo,
a Guglielmo Bevilacqua in segno di riconoscimento dell'aiuto per essersi
sbarazzato di Bernabò Visconti. Nel XV secolo la struttura, assieme al feudo di
Maccastorna, passò nelle mani di Cabrino Fondulo di Soncino, condottiero al
servizio dei cremonesi Cavalcabò, signori di Cremona. Costui si stabilì nel
maniero ed apportò importanti modifiche: edificò le mura di cinta, il fossato
con il suo ponte levatoio e le prigioni. Il 24 luglio 1406 diede ospitalità nel
castello a Carlo Cavalcabò, cugino di Ugolino Cavalcabò e signore di Cremona, ai
suoi fratelli e al suo seguito di ritorno da Milano dopo una visita ai Visconti.
Cabrino Fondulo dopo aver rifocillato e accolto nelle camere i circa 70 ospiti,
aiutato dai suoi sgherri, li fece massacrare a pugnalate o strozzare e ne buttò
i corpi nel pozzo delle spade. Da allora si narra che nelle sale del castello
riecheggino ancora le grida dei morti. Questo sanguinoso episodio, entrato di
diritto sui libri tra le più intense leggende di fantasmi d’Italia, fece
chiamare il maniero anche “Castello dei settanta fantasmi”. Dopo poco Fondulo si
autoproclamò signore di Cremona. Se Cabrino Fondulo, smanioso del potere si
comportò da vile criminale,
le sue vittime avevano a loro volta occupato il maniero medioevale
approfittando della morte di Gian Galeazzo Visconti facendosi
eleggere signori di Cremona. Il sanguinario capitano di ventura Cabrino Fondulo
(che trovò la morte per impiccagione al Broletto di Milano) non fu da meno
neppure allo smanioso di potere Gian Galeazzo Visconti che aveva comprato la
rocca nel 1371 impadronendosi col tradimento del ducato di Milano e
concedendola in feudo a Gugliemo Bevilacqua, suo complice nel delitto dello zio
Bernabò. Nel 1417, il duca di Milano Filippo Maria Visconti, concesse il feudo
a Galeotto Bevilacqua, appartenente alla famiglia originariamente proprietaria
dello stesso. Il castello è rimasto, sino al 1901, in proprietà alla famiglia
veronese dei Bevilacqua. Dal 1901 il maniero passò alla famiglia di Codogno
Biancardi. L’impianto dell’edificio è a pianta trapezoidale tendente al
rettangolo. Il lato meridionale e il lato nord presentano un tracciato concavo
e al centro un torrione merlato. Il lato orientale presenta invece una torre
d'ingresso quadrangolare preceduta da un rivellino merlato ed è affiancata da
un corpo di maggiore spessore a destra. Il lato nord è inserito fra due torri
merlate (angoli nord-est e nord-ovest). Cinque delle otto torri originarie sono
state "abbassate" a livello delle murature perimetrali. Caratteristico
di tutta l'architettura è l'apparato quasi continuo retto da beccatelli a
mattoni digradanti e la cinta merlata che un tempo cingeva tutta la rocca ora
limitata agli angoli sud-est e sud-ovest. Una lunga balconata sorretta da
mensoloni in pietra o legno si estende lungo i lati nord, sud e parte dell'est,
sormontata da un tetto a falda unica a sua volta sorretto da piccoli pilastri
in legno. Sei balconi rientranti e allineati con la muratura interna
contraddistinguono il piano superiore del lato ovest, in corrispondenza delle
stanze da letto degli ospiti. Alla fine dell '800 l'acqua del fossato ed il
relativo ponte levatoio sono stati sostituiti da un prato e da un ponte in
muratura.
Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Maccastorna,
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LO620-00041/,
testo di B.B. su
http://www.ilgiorno.it/lodi/cronaca/2013/08/18/935841-settanta-fantasmi-castello-maccastorna.shtml,
http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Maccastorna.htm
Foto: entrambe di Solaxart 2012 su http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Maccastorna.htm
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