VARENNA (LC) – Castello di Vezio
Si tratta di uno dei castelli più belli del Lario. Si erge
su un promontorio sul fondo della Val d’Esino e sovrasta il paese di Varenna.
Il castello si trova nel territorio di Varenna, mentre la piccola frazione di
Vezio si trova nel comune di Perledo in provincia di Lecco. Nulla
si sa di Vezio e delle vicissitudini che ebbe a superare dalla calata dei
barbari all'affermarsi dei Longobardi prima e dei Franchi poi. Certo è che non
potè sottrarsi al susseguirsi degli avvenimenti incalzanti e luttuosi di quei
tempi calamitosi. La rocca seguì “verosimilmente le sorti di Varenna, alla
quale era stata unita da mura che, come due lunghe braccia, scendevano fino al
lago a difesa del borgo lacustre. La leggenda raccontata da Anton Gioseffo
della Torre di Rezzonico nel suo libro "Larius" provvede alla
mancanza di informazioni riguardanti quel citato periodo. Egli narra che la
famosa Teodolinda, regina dei Longobardi, trascorrendo i suoi ultimi anni a
Perledo, avrebbe fatto costruire la chiesa di San Martino con l'antico
campanile a forma di torre, ed il castello di Vezio unitamento all'oratorio di
Sant'Antonio per lasciare una traccia visibile della sua fede nel
Cristianesimo. In Lombardia molte sono le località che rivendicano tale tradizione,
tuttavia si deve tener conto che l'ordinamento longobardo doveva munirsi di
migliori difese militari.Nel caso di Vezio è evidente l'interesse alla
ricostruzione del castello andato distrutto a seguito di eventi bellici non
precisati. L'edificio, così com'è giunto ai nostri giorni, presenta
caratteristiche costruttive di epoca medievale. Ogni comune allora era cinto da
spesse mura, e i castelli e le torri, disseminate sulle alture, avevano per lo
più funzione di avvistamento o di punti obbligati per la riscossione dei
pedaggi. Il fatto che l'Anonimo Cumano non citi il castello di Vezio nei suoi
commentari relativi alla guerra decennale (1118-1127) tra Milano e Como a causa
della nomina del vescovo di questa città, non significa che il castello non
fosse precedentemente esistente. E' evidente che quando le soldatesche avverse
cercarono di penetrare in Varenna, provenendo dal lago, non trovare nessun
castello davanti a sé, bensì solide mura e validi difensori. Il castello non si
trovò coinvolto, se non marginalmente, nemmeno nel 1244, quando per la prima
volta Varenna fu distrutta dai comaschi, ai quali si era ribellata. La
popolazione trovò rifugio nel maniero che, per la sua posizione, era
inespugnabile ed in esso i varennesi ritemprarono gli animi e la forza per
ribellarsi di nuovo, quattro anni dopo, durante il giogo comasco. Anche in
questa occasione Varenna venne messa a ferro e fuoco, ma il castello
resistette. Vezio vide trascorrere le Signorie dei Visconti e dei Torriani, le
dominazioni dei francesi e degli spagnoli, così come sopportò i decreti dei
veneti e dei signori di Bergamo. Divenne, con Varenna, un feudo vescovile,
quindi passò ai Dal Verme e ad altri ancora finchè non ne vennero investiti il
conte Francesco Sfondrati ed i suoi eredi. L'investitura della costruzione passò
nel 1631 a Giovanni Antonio de' Tarelli e l'affittanza, venticinque anni dopo,
ad Antonio Tarelli. In questo periodo il castello venne addirittura riedificato
più che riattato. Lo si deduce da due iscrizioni, dettate dal poeta
Parlaschino, le cui ceneri si trovano tuttora a Riva di Gittana, nel territorio
perledese. In merito alla famiglia Tarelli, occorre sottolineare che fu
decimata dalla peste che imperversò tra il novembre del 1629 e il marzo del
1630. L'ultima discendente di questa famiglia è scomparsa in tempi recenti
(1959); nel cimitero di Vezio esiste la sua lapide commemorativa.
Nel 1647 le terre di Perledo e Varenna vennero investite nel feudo valtellinese del conte Giulio Monti. Nel 1778, l'infeudamento di Varenna passò alla famiglia Serbelloni, la cui congiunta, Crivelli Serbelloni, mantenne il possesso della torre di Vezio fino all'Ottocento. La fortificazione di Vezioè costituita da un recinto che si sviluppa attorno a una torre quadrata dalla merlatura rifatta che ha un vero e proprio ponte levatoio. Il recinto ha tre torri aperte e altre muraglie che si delineano a fatica fra i pianori e gli ulivi. Nel 1891 si scoprirono alcune tombe dell'età del ferro e nel 1956 affiorarono spade, elmi e frecce in ferro con cuspide triangolare. La torre principale ha una merlatura quadrata uguale a quella del castello di Cly in Valle d’Aosta. All'interno delle mura attorno alla torre, vi è ciò che rimane di questo avamposto militare. Passando su un ponte levatoio si accede alla torre principale, con la possibilità di raggiungere la sua sommità. All’ingresso vi è un viale in ghiaia che affianca il lato nord del Castello. In primavera sono visibili dei fiori incantevoli. Più avanti, al cancello, a sinistra si nota il lago di Como. Appoggiandosi alla balaustra si vede subito sotto Varenna. Una scalinata in salita porta nel giardino degli olivi. Nei giardini sono presenti dei sotterranei: si tratta di un appostamento del sistema difensivo italiano alla Frontiera Nord verso la Svizzera, impropriamente noto come Linea Cadorna, destinato a battere d'infilata la vallata che da Porlezza scende a Menaggio nel caso di un possibile tentativo tedesco di invasione attraverso il neutrale territorio elvetico. Da qualche anno anche il Castello di Vezio ospita un centro di cura e addestramento rapaci che permette al pubblico di conoscere, apprezzare e sostenere questa antica arte. Con questa iniziativa, entrando nel Castello di Vezio si torna a vivere l’atmosfera di un tempo, tra falchi e falconieri. Le fasi di addestramento si tengono nel giardino del Castello così da potere dare la possibilità ai visitatori di scattare fotografie, vedere da vicino i vari esemplari e farsi intrattenere dal falconiere in spiegazioni dettagliate sulla storia della falconeria, il suo utilizzo moderno, la biologia e l’addestramento dei rapaci. Durante la giornata di esibizione di falconeria, i visitatori possono assistere alle fasi di addestramento e allevamento dei rapaci. Ad oggi, ve ne sono sei, di cui due poiane di Harris (originarie dell'America centrale), una poiana ferruginosa (Stati Uniti del Nord e Canada), un barbagianni, un falco lanario e un gufo. Nella torre del Castello di Vezio, è stata realizzata un'esposizione permanente sul lariosauro, comprendenti calchi dei vari esemplari ritrovati nei dintorni di Perledo, Varese e nel resto del mondo. Si organizzano visite scolastiche con possibilità di prenotare il laboratorio di falconeria. Dalla cima della torre principale si può godere di un'ampia vista del lago di Como, particolarmente suggestiva nelle giornate più terse.
Nel 1647 le terre di Perledo e Varenna vennero investite nel feudo valtellinese del conte Giulio Monti. Nel 1778, l'infeudamento di Varenna passò alla famiglia Serbelloni, la cui congiunta, Crivelli Serbelloni, mantenne il possesso della torre di Vezio fino all'Ottocento. La fortificazione di Vezioè costituita da un recinto che si sviluppa attorno a una torre quadrata dalla merlatura rifatta che ha un vero e proprio ponte levatoio. Il recinto ha tre torri aperte e altre muraglie che si delineano a fatica fra i pianori e gli ulivi. Nel 1891 si scoprirono alcune tombe dell'età del ferro e nel 1956 affiorarono spade, elmi e frecce in ferro con cuspide triangolare. La torre principale ha una merlatura quadrata uguale a quella del castello di Cly in Valle d’Aosta. All'interno delle mura attorno alla torre, vi è ciò che rimane di questo avamposto militare. Passando su un ponte levatoio si accede alla torre principale, con la possibilità di raggiungere la sua sommità. All’ingresso vi è un viale in ghiaia che affianca il lato nord del Castello. In primavera sono visibili dei fiori incantevoli. Più avanti, al cancello, a sinistra si nota il lago di Como. Appoggiandosi alla balaustra si vede subito sotto Varenna. Una scalinata in salita porta nel giardino degli olivi. Nei giardini sono presenti dei sotterranei: si tratta di un appostamento del sistema difensivo italiano alla Frontiera Nord verso la Svizzera, impropriamente noto come Linea Cadorna, destinato a battere d'infilata la vallata che da Porlezza scende a Menaggio nel caso di un possibile tentativo tedesco di invasione attraverso il neutrale territorio elvetico. Da qualche anno anche il Castello di Vezio ospita un centro di cura e addestramento rapaci che permette al pubblico di conoscere, apprezzare e sostenere questa antica arte. Con questa iniziativa, entrando nel Castello di Vezio si torna a vivere l’atmosfera di un tempo, tra falchi e falconieri. Le fasi di addestramento si tengono nel giardino del Castello così da potere dare la possibilità ai visitatori di scattare fotografie, vedere da vicino i vari esemplari e farsi intrattenere dal falconiere in spiegazioni dettagliate sulla storia della falconeria, il suo utilizzo moderno, la biologia e l’addestramento dei rapaci. Durante la giornata di esibizione di falconeria, i visitatori possono assistere alle fasi di addestramento e allevamento dei rapaci. Ad oggi, ve ne sono sei, di cui due poiane di Harris (originarie dell'America centrale), una poiana ferruginosa (Stati Uniti del Nord e Canada), un barbagianni, un falco lanario e un gufo. Nella torre del Castello di Vezio, è stata realizzata un'esposizione permanente sul lariosauro, comprendenti calchi dei vari esemplari ritrovati nei dintorni di Perledo, Varese e nel resto del mondo. Si organizzano visite scolastiche con possibilità di prenotare il laboratorio di falconeria. Dalla cima della torre principale si può godere di un'ampia vista del lago di Como, particolarmente suggestiva nelle giornate più terse.
Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Vezio,
http://www.lakecomo.it/territorio/luoghi_interesse/castello_di_vezio,
http://www.castellodivezio.it/
(sito ufficiale che consiglio di visitare…)
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la
seconda è da http://www.agriturismo.it/it/agriturismi/lombardia/lecco/CastellodiVezio-7630315/index.html
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