domenica 22 marzo 2015

Il castello di domenica 22 marzo






VARENNA (LC) – Castello di Vezio

Si tratta di uno dei castelli più belli del Lario. Si erge su un promontorio sul fondo della Val d’Esino e sovrasta il paese di Varenna. Il castello si trova nel territorio di Varenna, mentre la piccola frazione di Vezio si trova nel comune di Perledo in provincia di Lecco. Nulla si sa di Vezio e delle vicissitudini che ebbe a superare dalla calata dei barbari all'affermarsi dei Longobardi prima e dei Franchi poi. Certo è che non potè sottrarsi al susseguirsi degli avvenimenti incalzanti e luttuosi di quei tempi calamitosi. La rocca seguì “verosimilmente le sorti di Varenna, alla quale era stata unita da mura che, come due lunghe braccia, scendevano fino al lago a difesa del borgo lacustre. La leggenda raccontata da Anton Gioseffo della Torre di Rezzonico nel suo libro "Larius" provvede alla mancanza di informazioni riguardanti quel citato periodo. Egli narra che la famosa Teodolinda, regina dei Longobardi, trascorrendo i suoi ultimi anni a Perledo, avrebbe fatto costruire la chiesa di San Martino con l'antico campanile a forma di torre, ed il castello di Vezio unitamento all'oratorio di Sant'Antonio per lasciare una traccia visibile della sua fede nel Cristianesimo. In Lombardia molte sono le località che rivendicano tale tradizione, tuttavia si deve tener conto che l'ordinamento longobardo doveva munirsi di migliori difese militari.Nel caso di Vezio è evidente l'interesse alla ricostruzione del castello andato distrutto a seguito di eventi bellici non precisati. L'edificio, così com'è giunto ai nostri giorni, presenta caratteristiche costruttive di epoca medievale. Ogni comune allora era cinto da spesse mura, e i castelli e le torri, disseminate sulle alture, avevano per lo più funzione di avvistamento o di punti obbligati per la riscossione dei pedaggi. Il fatto che l'Anonimo Cumano non citi il castello di Vezio nei suoi commentari relativi alla guerra decennale (1118-1127) tra Milano e Como a causa della nomina del vescovo di questa città, non significa che il castello non fosse precedentemente esistente. E' evidente che quando le soldatesche avverse cercarono di penetrare in Varenna, provenendo dal lago, non trovare nessun castello davanti a sé, bensì solide mura e validi difensori. Il castello non si trovò coinvolto, se non marginalmente, nemmeno nel 1244, quando per la prima volta Varenna fu distrutta dai comaschi, ai quali si era ribellata. La popolazione trovò rifugio nel maniero che, per la sua posizione, era inespugnabile ed in esso i varennesi ritemprarono gli animi e la forza per ribellarsi di nuovo, quattro anni dopo, durante il giogo comasco. Anche in questa occasione Varenna venne messa a ferro e fuoco, ma il castello resistette. Vezio vide trascorrere le Signorie dei Visconti e dei Torriani, le dominazioni dei francesi e degli spagnoli, così come sopportò i decreti dei veneti e dei signori di Bergamo. Divenne, con Varenna, un feudo vescovile, quindi passò ai Dal Verme e ad altri ancora finchè non ne vennero investiti il conte Francesco Sfondrati ed i suoi eredi. L'investitura della costruzione passò nel 1631 a Giovanni Antonio de' Tarelli e l'affittanza, venticinque anni dopo, ad Antonio Tarelli. In questo periodo il castello venne addirittura riedificato più che riattato. Lo si deduce da due iscrizioni, dettate dal poeta Parlaschino, le cui ceneri si trovano tuttora a Riva di Gittana, nel territorio perledese. In merito alla famiglia Tarelli, occorre sottolineare che fu decimata dalla peste che imperversò tra il novembre del 1629 e il marzo del 1630. L'ultima discendente di questa famiglia è scomparsa in tempi recenti (1959); nel cimitero di Vezio esiste la sua lapide commemorativa.
Nel 1647 le terre di Perledo e Varenna vennero investite nel feudo valtellinese del conte Giulio Monti. Nel 1778, l'infeudamento di Varenna passò alla famiglia Serbelloni, la cui congiunta, Crivelli Serbelloni, mantenne il possesso della torre di Vezio fino all'Ottocento. La fortificazione di Vezioè costituita da un recinto che si sviluppa attorno a una torre quadrata dalla merlatura rifatta che ha un vero e proprio ponte levatoio. Il recinto ha tre torri aperte e altre muraglie che si delineano a fatica fra i pianori e gli ulivi. Nel 1891 si scoprirono alcune tombe dell'età del ferro e nel 1956 affiorarono spade, elmi e frecce in ferro con cuspide triangolare. La torre principale ha una merlatura quadrata uguale a quella del castello di Cly in Valle d’Aosta. All'interno delle mura attorno alla torre, vi è ciò che rimane di questo avamposto militare. Passando su un ponte levatoio si accede alla torre principale, con la possibilità di raggiungere la sua sommità. All’ingresso vi è un viale in ghiaia che affianca il lato nord del Castello. In primavera sono visibili dei fiori incantevoli. Più avanti, al cancello, a sinistra si nota il lago di Como. Appoggiandosi alla balaustra si vede subito sotto Varenna. Una scalinata in salita porta nel giardino degli olivi. Nei giardini sono presenti dei sotterranei: si tratta di un appostamento del sistema difensivo italiano alla Frontiera Nord verso la Svizzera, impropriamente noto come Linea Cadorna, destinato a battere d'infilata la vallata che da Porlezza scende a Menaggio nel caso di un possibile tentativo tedesco di invasione attraverso il neutrale territorio elvetico. Da qualche anno anche il Castello di Vezio ospita un centro di cura e addestramento rapaci che permette al pubblico di conoscere, apprezzare e sostenere questa antica arte. Con questa iniziativa, entrando nel Castello di Vezio si torna a vivere l’atmosfera di un tempo, tra falchi e falconieri. Le fasi di addestramento si tengono nel giardino del Castello così da potere dare la possibilità ai visitatori di scattare fotografie, vedere da vicino i vari esemplari e farsi intrattenere dal falconiere in spiegazioni dettagliate sulla storia della falconeria, il suo utilizzo moderno, la biologia e l’addestramento dei rapaci. Durante la giornata di esibizione di falconeria, i visitatori possono assistere alle fasi di addestramento e allevamento dei rapaci. Ad oggi, ve ne sono sei, di cui due poiane di Harris (originarie dell'America centrale), una poiana ferruginosa (Stati Uniti del Nord e Canada), un barbagianni, un falco lanario e un gufo. Nella torre del Castello di Vezio, è stata realizzata un'esposizione permanente sul lariosauro, comprendenti calchi dei vari esemplari ritrovati nei dintorni di Perledo, Varese e nel resto del mondo. Si organizzano visite scolastiche con possibilità di prenotare il laboratorio di falconeria. Dalla cima della torre principale si può godere di un'ampia vista del lago di Como, particolarmente suggestiva nelle giornate più terse.


Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è da http://www.agriturismo.it/it/agriturismi/lombardia/lecco/CastellodiVezio-7630315/index.html

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