CANTALUPO IN SABINA (RI) – Palazzo Cesi-Camuccini
Quello di Cantalupo si distingue decisamente dagli altri castelli Sabini,
non per la sua ubicazione, quanto per la sua superba architettura vignolesca
che, a partire dal secolo XVI, ne ha reso una prestigiosa residenza baronale,
mai abbandonata fino ad oggi. Il primo manufatto medievale che si riscontra sul
colle di Cantalupo fu una costruzione fortificata che fu eretta su ruderi
romani ad opera dei Conti di Sant'Eustacchio. Nel XIII secolo, la proprietà era
dei Savelli che vi edificarono il castello di cui sono ancora visibili le
strutture residue nelle due grandi torri quadrate del lato Est. Nel 1566 il
castello con i beni connessi passò, come dote di Paola Savelli, alla famiglia
dei Duchi Cesi di Acquasparta, che vi profusero grandi opere di ampliamento e
ristrutturazione, dando vita allo splendido Palazzo Baronale che possiamo
ammirare ai giorni nostri. Fu il Cardinale Pierdonato Cesi, vescovo di Narni e zio
dei nuovi feudatari di Cantalupo, che commissionò la fabbrica all'architetto
Giandomenico Bianchi, allievo del Vignola.
Fu però il nipote Paolo Emilio ad ultimare l’edificio
commissionando i lavori all'architetto Giovan Domenico Bianchi. Si scelse
quindi il rifacimento della facciata che si apre sulla omonima piazza interna
al paese, lasciando che la parte esterna del castello (rivolta verso la
sottostante vallata) restasse sostanzialmente invariata e caratterizzata da
alti muraglioni e spigolosi torrioni d'angolo. Tanto severo era l’esterno
quanto gentile divenne la facciata che rivolge al paese, sviluppata su due
livelli di portico e loggia, quasi un apparato architettonico teatrale. Il
palazzo di Cantalupo, alla morte di Francesco Maria Cesi ultimo del suo ramo,
andò in eredità ai Cesi di Acquasparta, i quali vendettero nel 1697 il feudo al
Marchese Guido Vaini, insieme ai castelli di Gavignano e Selci. Con il nuovo
feudatario Guido Vaini, Cantalupo assunse il rango di Principato. Con la morte
del successore Girolamo Vaini che non aveva eredi diretti, la proprietà del
feudo passò alla sorella Angela Maria vedova d Luigi Lante della Rovere. Il
figlio di lei, Filippo Lante della Rovere Vaini, quarto Duca di Bomarzo, fu il
primo a fregiarsi del titolo di Principe di Cantalupo. I Lante della Rovere
hanno tenuto il feudo fino al 1804, quando il sesto Duca di Bomarzo, Vincenzo,
si trovò in serie difficolta economiche, decise di metterlo in vendita. La
vendita del feudo di Cantalupo, su cui venne registrata una prima opzione da
parte della Congregazione dei baroni della Sabina, fu molto difficile e
travagliata, protraendosi per due generazioni. Nel 1820 Cantalupo fu comprato
dal Marchese Filippo Simonetti, da lui passò a Pietro Bruno di San Giorgio e
nel 1840 al Principe Enrico Felice de Podenas dal quale nel 1862 lo rilevò
infine Giovan Battista Camuccini. Da quel momento, il Palazzo ed i beni
appartengono alla famiglia dei Baroni Camuccini, attuali proprietari. G.Battista
dedicò un amore speciale al ricco palazzo Baronale ove vi organizzò un museo
che portava il suo nome. Nei vari ambianti, finemente affrescati dai fratelli
Zuccari ed altri artisti contemporanei del XVI, vennero raccolti molti cimeli
ed opere d'arte, fra cui i notevoli dipinti del congiunto e ben noto pittore
Vincenzo Camuccini. Per varie vicissitudini (eventi bellici, furti ed
alienazioni), non molto è rimasto del grande museo Camuccini, che era
considerato il più importante della Sabina. La suntuosa residenza è comunque
ben conservata ed i preziosi cimeli con le pregiate opere d'arte ( attualmente
disponibili), arricchiscono con molto buon gusto, le splendide sale del piano
nobile. La facciata del Palazzo Camuccini si presenta come un portico
cinquecentesco a due piani sovrapposti, portico e loggiato, con decorazione di
pilastri dorici e ionici, che supportano l'attico. Il fabbricato è decorato da
finestre sui tre piani, nella parte posteriore la struttura poggia sulle due
grandi torri quadrate appartenenti all'antico castello feudale. L'interno è
composto da vaste e bellissime sale per un totale di 38 stanze più cantina ed
altre otto stanze sotterranee. Il palazzo non è aperto al pubblico, si possono
effettuare solo visite guidate per informazioni. Per approfondire, Vi rimando
al seguente link: http://www.sabina.it/luoghi/palazzcam.htm
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la
seconda è presa da http://www.tesoridellazio.it
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