POGGIO SAN VICINO (MC) - Castello di Ficano
L'insediamento originario, sorto probabilmente in epoca
romana quale avamposto difensivo della colonia di "Tufficum", era
chiamato "Podium Tufficanum", ma a partire dall'alto medioevo fu
conosciuto come "Ficano", nome che conservò sino al 1927 quando lo
cambiò nell'attuale Poggio San Vicino. Ficano, fortificato dalla Comunità di
Apiro, assolse il compito di vedetta avanzata contro le incursioni di Matelica
e Fabriano. La giurisdizione ecclesiastica spettava al vescovo di Camerino, ma
una certa influenza veniva esercitata su di esso anche dall'Abbazia di Val di
Castro.
A partire dai primi decenni del sec. XIV, Ficano entrò nell'orbita d'interesse di Smeduccio di Nuzio di Rinaldo, a cui il castello di Apiro offrì la castellania del proprio Comune e Distretto. Il 23 giugno 1346 Apiro donò Ficano a Smeduccio, ma lo jus venne ratificato dal Rettore della Marca solo nel 1349. Il castello, del quale era parta la torre civica tuttora visibile, fu costruito a partire proprio dal 1349 per volontà di Smeduccio, dopo aver ottenuto l'autorizzazione da parte di Giovanni Riparia, Rettore della Marca. Alla metà del secolo il castello, in un primo momento tolto a Smeduccio - che era divenuto signore di San Severino - ritornò alla sua famiglia nel 1355 per concessione del Legato della Marca card. Albornoz. Il dominio degli Smeducci su Ficano si protrasse - con alcune interruzioni - sino al 1426. In seguito, per volere di Eugenio IV, il castello passò sotto la giurisdizione di San Severino che, come stabiliva il nuovo Statuto, ogni 6 mesi inviava a Ficano il castellano. L'appartenenza di Ficano a San Severino durò per oltre tre secoli, come documentano i molti atti inerenti la Comunità conservati nell'archivio comunale di quella città. Fu nel 1808, con la proclamazione del Regno Italico, che Ficano venne separato da San Severino per formare, insieme a Frontale, un autonomo comune del Dipartimento del Musone, Distretto di Tolentino. Delle antiche fortificazioni che dovevano caratterizzare l'aspetto di Poggio San Vicino, oggi - oltre a pochi resti delle mura di cinta - non resta che una robusta torre medievale situata sul punto più alto del Poggio e recentemente restaurata. Di questo restauro però va sottolineata la poca attendibilità con cui si è ricostruita la scala a doppia rampa, piuttosto improbabile in una fortezza medievale.
A partire dai primi decenni del sec. XIV, Ficano entrò nell'orbita d'interesse di Smeduccio di Nuzio di Rinaldo, a cui il castello di Apiro offrì la castellania del proprio Comune e Distretto. Il 23 giugno 1346 Apiro donò Ficano a Smeduccio, ma lo jus venne ratificato dal Rettore della Marca solo nel 1349. Il castello, del quale era parta la torre civica tuttora visibile, fu costruito a partire proprio dal 1349 per volontà di Smeduccio, dopo aver ottenuto l'autorizzazione da parte di Giovanni Riparia, Rettore della Marca. Alla metà del secolo il castello, in un primo momento tolto a Smeduccio - che era divenuto signore di San Severino - ritornò alla sua famiglia nel 1355 per concessione del Legato della Marca card. Albornoz. Il dominio degli Smeducci su Ficano si protrasse - con alcune interruzioni - sino al 1426. In seguito, per volere di Eugenio IV, il castello passò sotto la giurisdizione di San Severino che, come stabiliva il nuovo Statuto, ogni 6 mesi inviava a Ficano il castellano. L'appartenenza di Ficano a San Severino durò per oltre tre secoli, come documentano i molti atti inerenti la Comunità conservati nell'archivio comunale di quella città. Fu nel 1808, con la proclamazione del Regno Italico, che Ficano venne separato da San Severino per formare, insieme a Frontale, un autonomo comune del Dipartimento del Musone, Distretto di Tolentino. Delle antiche fortificazioni che dovevano caratterizzare l'aspetto di Poggio San Vicino, oggi - oltre a pochi resti delle mura di cinta - non resta che una robusta torre medievale situata sul punto più alto del Poggio e recentemente restaurata. Di questo restauro però va sottolineata la poca attendibilità con cui si è ricostruita la scala a doppia rampa, piuttosto improbabile in una fortezza medievale.
Fonti: http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca.aspx?ids=83166,
http://www.marchecitta.it/comuni/poggiosanvicino.html, http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=13784,
http://www.italiapedia.it/comune-di-poggio-san-vicino_Storia-043-040
Foto: di tracceminime su https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSGdAUslqfNdsf9WhcPEdwa6_BtK4ZiRnE2A03CNd0aOWXOZZntWsi0azntd5zdEAdCcuef8Ns1jhV362Kw4Ft-gWJbZwrfXjEZ92IVexcEe-ST9g3gWks3AMSzWN3SAeln0lPLrIJXTGC/s1600/1-IMG_2226.JPG
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