GRAVINA IN PUGLIA (BA) - Castello di Federico II di Svevia
Sorto sulla sommità di una piccola collina a 450
metri sul livello del mare, a circa un chilometro dall’abitato, lungo la strada
che porta a Spinazzola, domina l'intera cittadina di Gravina in Puglia e la
maggior parte del territorio circostante. Venne fatto edificare attorno al 1231
dall'imperatore Federico II di Svevia, che commissionò all'architetto e scultore
di corte Fuccio un vero e proprio "parco per l'uccellagione", adibito
alla caccia, che il re era solito praticare nel territorio gravinese. Il
palazzo era agibile già nel 1227, tanto che Federico II vi alloggiò per la
prima volta quell'anno. Il castrum di Gravina fu da lui voluto sia come
struttura di controllo sull'abitato e sul territorio, sia per rafforzare in
area murgiana il suo sistema castellare (da ricordare che l'imperatore aveva a
Gravina anche una domus, quasi certamente una struttura fortificata con
compiti produttivi o di allevamento), sia infine come residenza per gli svaghi
venatori. L'edificio servì, infine, per le riunioni della Curia federiciana (due
volte l'anno, a Maggio e Novembre), inerenti l'amministrazione pubblica. In tal
senso fu anche utilizzato successivamente dagli Angioini. Federico II amava
così tanto Gravina da definirla "Giardino di delizie": Gravina era a
quel tempo ricoperta da immensi e vasti boschi ricchi di selvaggina e armenti,
oltre alla fertilità del suo territorio, colmo di grano e uliveti. Il castello
passò di proprietà al Duca Orsini, quindi, nel 1806 fu acquistato dai Baroni
Pomarici Santomasi. Nel 1917 con un generoso lascito il Barone Ettore Pomarici
Santomasi lo donò al Comune di Gravina insieme a numerose altre proprietà. Il
castello, a pianta rettangolare, 58,5m x 29m , circondato da un muro di cinta
alto 3 metri, fu costruito in tufo " mazzaro" del posto, e conteneva
4 torri, che lo fiancheggiavano, e diverse sale sotterranee. Le pietre furono
usate solo per i basamenti, i pilastri e le scale. Il federiciano maniero di
Gravina constava di tre piani (compreso l'ammezzato), di cui oggi restano
soltanto parte dei muri perimetrali e del basamento. Non appena entrati, ci si
ritrovava in un grande cortile per metà coperto e per l'altra metà scoperto.
Qui si trovavano le porte che davano accesso ai locali del pianterreno:
scuderie, cucine, magazzini, tinelli e altri ambienti. Nel castello era
presente una grande scalinata regia, che dava accesso all'ammezzato: qui si
trovavano ambienti adibiti alla falconeria e al personale di servizio. Il piano
superiore era riservato agli alloggi imperiali: le sale degli appartamenti
nobiliari erano illuminate da meravigliose finestre bifore, ornate di pietra
gentile intagliata. Da queste finestre era ed è ancora oggi possibile ammirare
tra i resti uno spettacolo molto suggestivo: oltre a dominare tutta la città di
Gravina, è anche possibile avvistare i monti calabro-lucani e gran parte delle Murge.
Un documento del 1309 ce ne descrive le strutture, citando tra l'altro anche
una torre, oggi scomparsa, e una barca: segno dell'utilizzo di un vicino
laghetto. Il castello subì gravi danni dal terremoto del 1456 e forse a partire
da quella data restò parzialmente disabitato. A partire dal 600 l'edificio fu
abbandonato ad una lenta e progressiva decadenza tanto che fu utilizzato come
cava da cui asportare materiale da costruzione; la distruzione quasi completa
fu forse dovuta ad un violento nubifragio del 1687. Anche la distanza dal
centro abitato e la posizione isolata furono causa del suo lento ma graduale
degrado che, anche saccheggiato delle suppellettili marmoree e del materiale
laterizio, andò definitivamente in rovina tra Seicento e Settecento. Per
approfondire, consiglio la visita dei seguenti link: http://www.mondimedievali.net/castelli/puglia/bari/gravina2.htm,
http://www.treccani.it/enciclopedia/castello-di-gravina_%28Federiciana%29/
Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Gravina,
testo di Luigi Bressan su http://www.mondimedievali.net/castelli/puglia/bari/gravina.htm,
http://www.stupormundi.it/castello_di_gravina.htm
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la
seconda di angeloruggiero su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/76086/view
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