martedì 16 agosto 2016

Il castello di mercoledì 17 agosto






VIGGIANO (PZ) – Castello

Due comunità monastiche di rito greco in epoca bizantina si insediarono nei dintorni dell'odierno centro abitato. In contrada S. Barbara, sulla vetta di uno sperone roccioso a picco sul torrente Casale, sorse, probabilmente nell'VIII secolo ad opera di monaci basiliani in fuga dalla Sicilia che all'epoca era occupata dai Saraceni, il monastero di S. Maria della Pietra di cui restano le rovine della chiesa conventuale rimaneggiata nel XIII secolo in stile gotico ed oggi liberamente visitabili. Nell'attuale contrada Cirillo, lungo il corso dell'Alli ed in prossimità della località oggi chiamata Rupi Rosse, fu eretto il Theotokòs di Atzopan del quale non restano tracce visitabili. Con i Normanni, il borgo fu posseduto da Guglielmo de Tiville e successivamente nel 1167 da Berengario de Giso, già Signore di Sarconi e Perticara. Forse già centro abitato in epoca longobarda, Viggiano fu incastellato al più tardi nel 1239 quando compare nel Regestum, un elenco di feudatari di Federico II. Durante il periodo angioino fu assegnato a Bernardo della Baume, giustiziere di Basilicata e milite di Carlo I d’Angiò. Nel XIV secolo fu feudo di Giovanni Pipino, poi di Roberto Sanseverino quindi a partire dal 1467 della famiglia Dentice. Nel 1630 Luigi Dentice fu costretto a venderlo a Giovanni Battista Sangro, che ottenne, nel 1638, il titolo di Principe di Viggiano. Un osservatore esterno intorno al 1735 riportò che le condizioni economiche di Viggiano fossero al tempo relativamente floride se comparate con quelle dei paesi vicini. Intorno al 1745, un altro visitatore riferì come i campi intorno al paese fossero prosperi e che molti viggianesi si dedicassero già allora al suono dell'arpa. Teatro nel 1806 di una rivolta in favore dei Borbone repressa con la fucilazione di 57 civili da parte delle truppe francesi al seguito di Gioacchino Murat, conobbe un certo benessere negli anni della Restaurazione come testimoniato dal rapido sviluppo edilizio che il paese conobbe in quegli anni. Quasi integralmente distrutto dal terremoto che colpì la Val d’Agri il 16 dicembre 1857, fu negli anni seguenti ricostruito preservando l'impianto urbanistico originario. Costruito a 1023 metri s.l.m. sulla cima del maggiore fra i due colli che racchiudono Viggiano, certamente anteriore al 1239, il castello fu poi rimaneggiato in epoca angioina. Gravemente danneggiato dal sisma del 1857, se ne sono conservati solo alcuni tratti delle mura, parti significative delle torri angolari e il perimetro murario che ne evidenzia la mole. Aveva in origine tre torri circolari di cui resta traccia nello stemma del comune. Conserva sul muro di levante un marmo simboleggiante Mitra. I ruderi sono liberamente visitabili. Non sappiamo se fu Berengario, generale dell’imperatore Giustiniano, o un altro feudatario a trasformare il sistema di Torri di avvistamento longobarde in quel complesso unitario che definiamo Castello, abituale Residenza del Signore ma capace anche di assolvere alle funzioni di avvistamento e di difesa e del quale attualmente rimangono solo pochi ruderi. La trasformazione in Castello delle preesistenze longobarde sembra sia stata effettuata in epoca normanna, ma ha subito delle modifiche anche in epoca angioina. Altro link consigliato: http://www.vincolibasilicata.beniculturali.it/index.php?it/289/elenco-beni-architettonici-del-territorio-di-potenza/ElencoBeniArchitettoniciPOTENZA/310

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Viggiano, http://www.comuneviggiano.it/storia/il_castello.htm
Foto: la prima è di Giovanna Colecchia su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/191526, la seconda è presa da http://www.comuneviggiano.it/storia/origin19.gif

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